I 15 giovedì di Santa Rita da Cascia

I 15 giovedì di Santa Rita costituiscono una pratica devozionale tutta da vivere. Entrando nella vita di Santa Rita si entra nella vita di Cristo.

I

Primo Giovedì: la Nascita di S.Rita

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la nascita di Rita

Fra tutti i Castelli soggetti a Cascia, tra le montagne nella verde Umbria, nascosta e umile, si trova Roccaporena. Esso è il più fortunato perché vi è nata Santa Rita da Antonio Lotti e Amata Ferri, coniugi cristiani, dal cuore acceso di amore divino. Gli anni erano passati senza che il sorriso di un bimbo fosse venuto a rallegrare le soavi effusioni del loro affetto. Preghiere fiduciose erano ascese al trono di Dio, ma sembrava che il Signore le avesse accolte soltanto per i gaudi eterni. Il figlio invocato fu aspettato invano. Ormai Antonio e Amata si erano rassegnati al pensiero che il cielo voleva da loro quel sacrificio. Ma il Signore viene in aiuto e consola quando appunto le speranze umane sono atterrate e distrutte. Nella tarda età i fortunati coniugi ebbero la certezza e la consolazione d’avere una figlia. Rita nasceva nel 1381, dono eletto del cielo, sovrabbondante e felice ricompensa delle orazioni e buone opere dei suoi genitori.

In ascolto della Parola (Sal 4, 1-4)

Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane
e cercate menzogna?
Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
Il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Virtù: nutrire lo spirito di orazione

Un grande insegnamento ci dà la nascita prodigiosa di S. Rita. Affida le tue speranze, le tue gioie, i tuoi dolori alla preghiera. Abbi fiducia in Dio sempre ed Egli, nel tempo opportuno, ti ascolterà.

Fioretto: fà bene le tue preghiere con confidenza, umiltà e perseveranza

Interponi a questo fine la mediazione di S. Rita, e recita durante l’esercizio dei 15 Giovedì la preghiera alla Santa.

Pater, Ave, Gloria 

II

Secondo Giovedì: Infanzia e giovinezza

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’infanzia e la giovinezza di S. Rita 

Appena la nostra Santa fu rigenerata nelle acque salutari del Battesimo, cominciarono a manifestarsi in lei segni straordinari di presagio della santità della sua vita. Si racconta che, mentre era ancora bambina nella culla, uno sciame di api entrò e uscì dalla sua piccola bocca. Nel Monastero di Cascia, ove passò la seconda parte della sua vita, si osservano ancora oggi alcuni buchi sui muri: sono il rifugio delle api murarie, che vengono appunto chiamate api di S. Rita. Dalla più tenera età Rita si mostrava sollecita nel servire Dio, osservando fedelmente i Comandamenti. Di qui la cura costante e instancabile della Santa di crescere nell’amore verso Dio, di produrre frutti di bene nella pratica di ogni virtù cristiana e nel ricercare solo ciò che a Dio potesse piacere di più, disprezzando quei piaceri e quelle gioie che impediscono il suo correre nelle vie della perfezione cristiana. Tra le virtù che particolarmente adornano la sua infanzia e giovinezza, primeggiano l’obbedienza ai genitori, il disprezzo della vanità e del lusso e un amore particolare a Gesù Crocifisso e ai poveri.

In ascolto della Parola (Sap 7, 1-3)

Figlio mio, custodisci le mie parole e fa’ tesoro dei miei precetti. Osserva i miei precetti e vivrai, il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi. Legali alle tue dita, scrivili sulla tavola del tuo cuore.

Virtù: prontezza nel servizio a Dio

Anche a te la voce del Signore ripete incessantemente: “Vieni a me, o anima diletta, vieni, e sarai coronata dalla gloria vera e non caduca”. Ma quante volte la voce divina non è ascoltata!

Fioretto: fedele servizio al Signore

Studia, o anima devota, di conoscere la tua passione predominante, che ti impedisce il pronto e fedele servizio al Signore, e, con l’aiuto di S. Rita, distruggila con atti contrari di virtù.

Pater, Ave, Gloria 

III

Terzo Giovedì: Matrimonio di Rita
Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’infanzia e la giovinezza di S. Rita 

Desiderosa di segregarsi quanto più le era possibile dal mondo, col consenso dei genitori, Rita si scelse una raccolta cameretta della casa e ivi passava la maggior parte della giornata. Effondeva il suo cuore nella preghiera e nella meditazione delle verità eterne. Ma, soprattutto, si applicava a meditare la passione di Gesù Cristo, verso cui si sentiva attratta da un incredibile desiderio d’imitarlo. Crescendo negli anni, cresceva anche la sua volontà di darsi completamente a Dio, rinunziando anche alla gioia di formarsi una famiglia. Ma la volontà dei genitori fu quella di vederla sposa. Obbedì e si unì in matrimonio a Paolo Mancini. Ebbe due figli: Giacomo Antonio e Paolo Maria.

In ascolto della Parola (Sir 7, 22-28)

Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza. Hai figlie? Vigilia sui loro corpi e non mostrare loro un corpo troppo indulgente. Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare; ma sposala a un uomo assennato. Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla; ma di quella odiata non fidarti. Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare i dolori di tua madre. Ricorda che essi ti hanno generato; che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?

Virtù: obbedienza

Ammiriamo l’eroica obbedienza della nostra Santa e rimaniamo sempre uniti a Dio e sottomettiamo i nostri desideri alla sua volontà. Ogni autorità è dal Signore, quindi chi resiste agli ordini dei superiori resiste agli ordini di Dio. Non si deve obbedire da schiavo, per forza, ma liberamente, per amore.

Fioretto: accogliere i desideri di Dio 

Per avanzare come S. Rita nella virtù e santità accogliamo senza esitazione, con prontezza e gioia ogni desiderio che ci è proposto da Dio.

Pater, Ave, Gloria 

IV

Quarto Giovedì: Vita di Famiglia

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la vita di famiglia di Rita 

Rita si trovò nella vita di famiglia esposta alle più dure prove: il marito, d’indole aspra e collerica, le era cagione di dolori e non rifuggiva dal maltrattarla. La anta doveva sperimentare tutti gli impeti di un carattere che, abbandonandosi all’ira, ne seguiva ogni movimento e sulla innocente sposa faceva ricadere le sue durezze. Ma la Santa si era formata alla scuola di Gesù: ai modi aspri rispondeva con amore; placava le parole di collera con la dolcezza; usava ogni cura nell’adempiere i voleri del marito e, se poteva, ne preveniva le intenzioni. Con la sua fervente pietà verso Dio rafforzava il suo spirito. Con l’esercizio della carità verso il prossimo attirava le benedizioni celesti su di sé e sulla sua famiglia. Ai poveri prodigava cure ed elemosine. Queste sue peculiarità addolcirono l’irruento carattere del marito.

In ascolto della Parola (Prv 31, 10-26)

Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Ella è simile alle navi di un mercante , fa da lontane le provviste. Si alza quando è ancora notte e prepara il cibo alla sua famiglia…Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia…Apre le sue mani al misero, stende le mano al povero…Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c’è dottrina di bontà.

Virtù: pazienza

Nelle avversità e nelle contrarietà che ci vengono dagli uomini vediamo la mano di Dio che ci vuole provare, che vuole sperimentare la nostra fedeltà.

Fioretto: Dio sia benedetto 

Per onorare la virtù di S. Rita, tanto nelle cose prospere come nelle avverse, diciamo sempre: Dio sia benedetto!

Pater, Ave, Gloria 

V

Quinto Giovedì: Uccisione del marito e dei figli

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’uccisione del marito e la morte dei figli di Rita  

Poco dopo la morte dei genitori, avvenuta durante i diciotto anni di matrimonio; la vita coniugale di S. Rita si chiude con un triste dramma di sangue: l’uccisione del marito da parte di alcuni nemici. Ognuno immagini lo strazio della donna. La morte è sempre dolorosa, ma molto più se essa è violenta, quando sorprende l’uomo all’improvviso, lo fa cadere vittima dell’odio. In questa occasione Rita mostrò tutta la sua virtù. Straziata nel più intimo dell’animo, col cuore spezzato, sopportò senza ribellione l’aspro colpo e, verso gli uccisori del marito, non ebbe che un sentimento di commiserazione e di perdono. E, accorgendosi che nei suoi figli con gli anni cresceva il desiderio della vendetta, piuttosto che vederli macchiati di questo delitto, fece a Dio il sacrificio più grande che può fare il cuore umano: la madre che domanda la morte temporale dei figli per salvarli dall’eterna perdizione. Dio l’esaudì: i figli morirono di peste. Rita pianse, il dolore era immenso, ma Dio la consolò rivelandole che suo marito e i suoi figli erano salvi nella vita eterna.

In ascolto della Parola (Mt 5, 43-48)

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale merito avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fano così anche i pagani? Siate dunque perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.

Virtù: perdono delle offese

Anche noi riceviamo spesso l’ingiuria e l’offesa degli uomini: come rispondiamo? Perdonando o nutrendo nel cuore avversione e odio? Gesù Cristo comanda il perdono sempre. Dio è disposto a perdonare sempre ogni peccato quando uno si pente. Gesù, morendo sulla croce, ha perdonato ed ha pregato per i suoi nemici.

Fioretto: amate i vostri nemici 

Gesù Cristo ci dice: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano”. Quindi per ossequio a nostro Signore, e sull’esempio di S. Rita, perdoniamo e benefichiamo anche i nemici.

Pater, Ave, Gloria 

VI

Sesto Giovedì: S. Rita entra in monastero

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’ingresso di Rita in monastero  

Privata dei suoi affetti più cari, Rita si rivolse alle Suore Agostiniane del monastero di S. Maria Maddalena in Cascia per essere accolta fra loro. Fu respinta per tre volte. I motivi non sono chiari, ma sembra che le Suore temessero di essere coinvolte nella faida tra famiglie del luogo. Solo dopo una riappacificazione, avvenuta pubblicamente tra i fratelli del marito ed i suoi uccisori, ella venne accettata in monastero.
Per la tradizione l’ingresso avvenne misteriosamente: si narra che una notte Rita, come al solito, si era recata a pregare sullo Scoglio e qui ebbe la visione dei suoi tre Santi protettori (S. Agostino, S. Giovanni Battista e S. Nicola da Tolentino) che la trasportarono a Cascia, introducendola nel monastero; quando le Suore la videro in orazione nel coro, nonostante tutte le porte chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, la accolsero. Rita aveva intorno ai trent’anni e, benché fosse illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che, sapendo leggere, potevano recitare l’Ufficio divino. S’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare santità, praticando carità, pietà e tante penitenze. In breve suscitò l’ammirazione di tutte le consorelle.

In ascolto della Parola (Mc 13, 5-13)

Gesù si mise a dire a loro: «Guardate che nessuno vi inganni! Molti verranno in mio nome dicendo: “Sono io”, e inganneranno molti. E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori. Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro. Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte. Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

Virtù: la perseveranza

A tutti è chiesta la perseveranza, come corona delle buone opere. Quanti sono quelli che iniziano con ardore a fare il bene; si danno a fervorose preghiere, facendo presagire di sé grandi e nobili cose! Ma in essi la virtù non pone salde radici, per cui tornano presto alla vita meschina di prima. Manca a loro la perseveranza e così vengono a perdere il premio delle buone opere e fanno cadere nel vuoto tanti sforzi generosi. Ricordiamoci che la perseveranza è l’aroma e il balsamo che conserva e difende le buone opere.

Fioretto: confidare sempre in Dio

Chi persevera sino alla fine costui sarà salvo; se quindi non ci sentiamo subito esauditi, confidiamo sempre in Dio e nella virtù dei Santi, ad imitazione di S. Rita.

Pater, Ave, Gloria 

VII

Settimo Giovedì: S.Rita esempio di vita religiosa

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’ingresso di Rita in monastero  

Appena Rita entrò tra le religiose di Cascia, apparvero agli occhi di tutte le consorelle le sue splendide virtù. Ella fu esempio perfetto di religiosa. Non una delle regole fu da lei trasgredita, ma tutte furono accettate ed adempiute con amorosa cura. Accoglieva i precetti dei superiori come espressione della divina volontà e non accarezzò neppure lontanamente l’idea di potersi sottrarre a ciò che era imposto alla comunità per seguire i suoi desideri, ancorché potessero apparire giusti e buoni. Fu, in una parola, espressione vivente della regola del monastero: in lei era dato di ammirarne l’adempimento pieno e completo.

In ascolto della Parola (Mt 25, 31-46)

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». Anch’essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Virtù: fedeltà agli obblighi del proprio stato 

Ogni virtù che si ammira nei Santi è un prezioso insegnamento per il cristiano. Noi dobbiamo e possiamo apprendere dalla fedeltà di Rita alle sue regole come ordinare la nostra vita. Qualunque sia il nostro stato, esso ci impone dei doveri. Potremmo essere tentanti di allargare o rompere questi doveri, riguardandoli come un peso insopportabile, che bisogna scuotere con ogni mezzo. Ma noi, fedeli discepoli di Gesù, li dobbiamo considerare mezzi di santificazione. Sì, i genitori e i figli, i superiori e i subalterni devono ricordarsi che il più piccolo atto, il minimo obbligo, quelle azioni che sembrano in sé indifferenti, sono piene di valore spirituale, sono scala per ascendere al cielo.

Fioretto: confidare sempre in Dio

Ogni mattina offriamo a Dio le azioni della giornata, recitando le orazioni e ripetendo lungo il giorno l’offerta delle nostre azioni e del nostro cuore.

Pater, Ave, Gloria 

VIII

Ottavo Giovedì: S. Rita amante del crocifisso


Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce il legame di Rita col Crocifisso    

La contemplazione dei dolori del Crocifisso e il desiderio ardente di assaporarne parte degli spasimi della passione erano per S. Rita continuo stimolo alla penitenza. Ai piedi di Gesù trafitto sulla croce, ella effondeva le ardenti aspirazioni del suo cuore sitibondo di patimenti; ivi spargeva lacrime per i peccati degli uomini. Le sue lacrime e i suoi desideri furono accolti in cielo. Un giorno mentre più fervidamente pregava, dall’immagine del Crocifisso si staccò una spina della corona del capo di Gesù, che perforò profondamente la fronte di Rita. Il dolore forte la fece svenire. Ritornata in sé, si trovò con una piaga purulenta che le dava acerbi spasimi e per lunghi anni la mantenne unita, nella sofferenza, a Gesù.

In ascolto della Parola (Rm 8, 16-18)

Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Io ritengo infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà esser rivelata in noi.

Virtù: sofferenza 

Raccogliamoci in noi stessi e meditiamo l’austera parola che dal Crocifisso ci viene; noi siamo membra del corpo di Cristo. Sì, sono le tribolazioni che ci fanno staccare dalla terra e dai suoi beni passeggeri, caduchi e corrotti: sono le tribolazioni che ci assicurano che non abbiamo qui la nostra città permanente, ma ne cerchiamo una futura, senza pene e dolori per tutta l’eternità.

Fioretto: confidare sempre in Dio

Se siamo afflitti, invochiamo S. Rita affinché ci ottenga la rassegnazione e la forza da Dio nel portare la croce quotidiana.

Pater, Ave, Gloria 

IX

Nono Giovedì: Vita nascosta di Rita


Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la vita nascosta di S. Rita     

La Santa eroina di Cascia, tutta accesa dal desiderio di raccogliersi col suo Dio, non provava diletto che nel silenzio e nella solitudine. Se la carità, l’obbedienza e la devozione la chiamavano alle volte a mettersi a contatto con il mondo, ella non si rifiutava d’abbandonare la sua celletta; appena, però, libera dagli impegni, ritornava al suo ritiro, si abbandonava ai trasporti del cuore, lontana dai rumori e dagli strepiti mondani, pregustava i gaudi del Cielo; si confermava sempre più nel proposito di non curare ciò che il mondo offre, e solo stimare i beni spirituali ed eterni.

In ascolto della Parola (Mt 11, 28-30)

Al mattino, Gesù, si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.

Virtù: raccoglimento  

Molti stimano che il raccoglimento sia imposto solo al Papa, ai vescovi, ai preti, alle monache, ai religiosi. Invece no: esso deve essere una virtù comune ad ogni cristiano. Vi saranno gradi diversi; alcuni devono dare un tempo più lungo alle occupazioni e conversazioni esterne, altri un tempo più breve; tutti però devono desiderare e cercare di raccogliersi di in tanto in se stessi e meditare sui propri doveri per eseguirli, sui difetti per correggerli e sulle virtù per conseguirle. Tanti dicono di non aver tempo da dedicare alla preghiera e alle buone opere; se fossero, invece, più amanti del raccoglimento, troverebbero questo tempo e troverebbero anche il tempo per attendere ai doveri di famiglia e carità.

Fioretto: pensare alla cose celesti 

Se la necessità o il dovere non chiama fuori di casa, rimaniamo oggi in casa raccolti, spegniamo la televisione e dedichiamo il tempo libero alla considerazione delle cose celesti.

Pater, Ave, Gloria 

X

Decimo Giovedì: S. Rita accesa d’amore divino

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’amore divino di Rita      

Su tutta la vita di S. Rita domina, sovrano e incontrastato, l’amore verso Dio. La carità, che è l’amore sovrannaturale, è la virtù essenziale: per essa rimaniamo uniti e viventi in Dio, che è Amore. La virtù della carità fu la guida d’ogni pensiero, di ogni desiderio, di ogni azione della nostra Santa. La sua carità si manifestava nelle sue ardenti aspirazioni, nelle invocazioni, nelle lunghe preghiere e nella meditazione della bontà divina, manifestatasi, soprattutto, nella passione e morte di Gesù.

In ascolto della Parola (1 Cor 13, 1-13)

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,  non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.  Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.  La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.  Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.  Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Virtù: carità verso Dio

L’amore verso Dio è il primo e più grande comandamento della legge divina. Raccogliamoci in noi stessi e meditiamo con profonda attenzione questo precetto. A Dio, sommo ed infinito amore, noi dobbiamo il più vivo amore. Lo dobbiamo amare perché per primo ci ha amato e per amore ci ha creati; ci ha mandato il suo stesso figlio unigenito per salvarci. Gesù, poi, per amore si è donato a noi: ha dato tutto se stesso per noi fino alla morte in croce. E poi ci ha lasciato ancora se stesso nell’Eucaristia.

Fioretto: dire l’atto di carità

Ripetere una volta al giorno l’atto di carità: “Io Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più”.

Pater, Ave, Gloria 

XI

Undicesimo Giovedì: La carità di S. Rita verso il prossimo

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la carità di Rita verso il prossimo      

Ardente d’amore divino. S. Rita nutriva vivissimo nel suo cuore quell’amore che è indivisibile dal primo, cioè l’amore del prossimo. Tutta la vita di Rita manifesta una cura e vigilanza continua di beneficare con ogni mezzo gli uomini, senza distinzioni tra parenti o estranei, benevoli o mal disposti. Donava con abbondanza ai poveri; l’elemosina fu sempre coltivata da lai con amore. Per tutti aveva parole di conforto e di illuminazione. Nessuno si allontanava da lei senza avere ricevuto un pegno del suo amore: in nulla si risparmiava per mostrare benevolenza agli altri. Si fece realmente tutta a tutti, per guadagnare tutti a Cristo.

In ascolto della Parola (Rm 13, 8-10)

Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore.

Virtù: carità verso il prossimo

Il precetto di amare il prossimo come se stessi è stato dichiarato dal Signore simile al primo, quello di amar Dio. Quante volte abbiamo dimenticato Gesù Cristo dimenticando il fratello povero, infelice e colpevole!

Fioretto: dire l’atto di carità

Facciamo qualche opera di carità spirituale o corporale, ricordando che chi ama il prossimo compie la legge. A imitazione di S. Rita togliamo dal nostro cuore ogni avversione verso gli altri.

Pater, Ave, Gloria 

XII

Dodicesimo Giovedì: S. Rita penitente

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen

Si approfondisce la figura di Rita penitente       

Si può ben dire che S. Rita trascorse la sua vita in una continua penitenza. Ella non credeva lecito cercare nella sua vita le delizie terrene; le sue delizie erano altrove, quelle del cielo. Per raggiungerle nessuna privazione le sembrò impossibile. Offriva a Dio, tramite il sacramento della Penitenza (Confessione) i suoi desideri e questo le consentì di mantenere il profumo delle sue virtù.

In ascolto della Parola (Mt 5, 23-24)

Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna da offrire il tuo dono.

Virtù: penitenza 

Gesù ha istituito il sacramento della Penitenza, necessaria a tutti, per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo. Quelli che si accostano al sacramento della Penitenza – e S. Rita lo faceva spesso – ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l’esempio e la preghiera.

Fioretto: prendere la Croce di Gesù ogni giorno

La conversione si realizza nella vita quotidiana attraverso gesti di riconciliazione, attraverso la sollecitudine per i poveri, l’esercizio e la difesa della giustizia e del diritto, attraverso la confessione delle colpe ai fratelli, la correzione fraterna, la revisione di vita, l’esame di coscienza, la direzione spirituale, l’accettazione delle sofferenze, la perseveranza nella persecuzione a causa della giustizia. S. Rita ci invita a prendere la nostra croce, ogni giorno, e seguire Gesù: è la via più sicura della penitenza.

Pater, Ave, Gloria 

XIII

Tredicesimo Giovedì: S. Rita e i beni del mondo

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la figura di Rita in rapporto ai beni del mondo      

S. Rita dalla sua infanzia fino all’ultimo respiro mostrò in una luce, che si faceva di giorno in giorno sempre più sfolgorante, la giusta considerazione dei beni terreni. Nella sua vita si privò con giubilo di quanto non le era necessario per la sua famiglia e per i bisognosi.  Il suo cuore rimase libero e non fu mai incatenato dal alcun allettamento mondano o da possesso terreno.

In ascolto della Parola (At 20, 32-35)

Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!

Virtù: cura dei beni celesti

Siamo tutti chiamati a non lasciarci sedurre e influenzare dalla moda mondana e ad avere la giusta considerazione dei beni terreni. Il cristianesimo non ci chiede di privarci dei beni, ma ci avverte che nell’attaccamento ad essi vi è pericolo per l’anima. Per non cadere in questo pericolo consideriamo le ricchezze che abbiamo come beni ricevuti in deposito da Dio e delle quali dovremmo render conto a lui. Esse devono essere occasione per esercitare ancora meglio la virtù della carità.

Fioretto: prendere la Croce di Gesù ogni giorno

Diamo prova che non siamo troppo attaccati ai beni terreni privandoci, per amore di S. Rita, di qualche cosa non necessaria per destinarla ai poveri.

Pater, Ave, Gloria 

XIV

Quattordicesimo Giovedì: S. Rita arricchita di doni celesti

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la figura di Rita arricchita di doni celesti

Quello che più risalta ed è oggetto di grande ammirazione nella vita di S. Rita sono tanti fatti miracolosi e tante grazie straordinarie. Il Signore, che è sempre mirabile nei suoi Santi, volle arricchire questa sua serva diletta di abbondanti doni soprannaturali. Ricordiamo quelli più noti. Uno sciame d’api che entra esce dalla boccuccia della piccola Rita. La pianta secca di una vita, che era nel giardino del Monastero, innaffiata per un anno da Rita novizia in obbedienza alla superiora, riprende vita e produce frutti. La spina della corona del capo del Crocifisso che si stacca e si conficca sulla fronte della Santa. Anche dopo la morte Rita ebbe da Dio il dono di fare miracoli. Tale dono col tempo è andato maggiormente manifestandosi sempre più, in particolare a partire dal 1900, anno della canonizzazione di Rita. I miracoli più grandi ottenuti per intercessione della Santa sono quelli della conversione dei peccatori e del ritorno dei lontani a Dio.

In ascolto della Parola (Sal 30, 2-6)

In te Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. Porgi a me l’orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me la rupe che mi accoglie, la cinta di riparo che mi salva. Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, per il tuo nome dirigi i miei passi. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu le mia difesa. Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.

Virtù: confidenza

I doni celesti devono ravvivare la nostra confidenza in Dio Padre, fonte di ogni grazia e di ogni santità. Quando le nostre forze vengono meno, abbandoniamoci confidenti nelle braccia del Redentore. Egli è l’avvocato, il difensore, che non ci abbandona mai. Restiamo coerente alla parola del Dio e nulla ci potrà separare da lui.

Fioretto: benedetto l’uomo che confida nel Signore

Se siamo assaliti da qualche grave preoccupazione diciamo: in te, o Signore, ho sperato, non sarò confuso in eterno; Sacro Cuore di Gesù, confido in te! S. Rita, vieni in mio aiuto

Pater, Ave, Gloria

XV

Quindicesimo Giovedì: Morte di S. Rita

Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce la morte di S. Rita

Il 22 maggio 1457, dopo lunga malattia, Rita tornava alla Casa del Padre. Il suo transito fu contrassegnato dalla certezza che Ella fosse subito accolta in grembo a Dio.

In ascolto della Parola (1 Cor 7, 29-31)

Questo vi dico fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!

Virtù: desiderio del cielo

Dopo la morte viene il riposo e la felicità: a questo risposo e a questa felicità noi dobbiamo aspirare. Noi che ci affanniamo per tante miserie della vita, solleviamo lo sguardo in alto, molto in alto: oltre le stelle è la nostra patria. Il desiderio del cielo deve muoverci alla confidenza col Signore. Chiediamo a Dio, che dopo il lavoro e la prova della terra, ci conceda il riposo e il premio della vita eterna.

Fioretto: benedetto l’uomo che confida nel Signore

Ripetiamo spesso: sono fatto per il cielo e non per la terra. Preghiamo S. Rita affinché offra a Dio quanto abbiamo sperato e operato in questi quindici giovedì.

Pater, Ave, Gloria 

Pregare nei luoghi di S. Rita a Roccaporena

Comunione Spirituale, conosciamola meglio

Comunione spirituale

Gesù mio, credo che Tu sei nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te;
non permettere che io mi abbia mai a separare da Te.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Un’altra versione

Ai tuoi piedi, o mio Gesù,
mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito
che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza.
Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore,
desidero riceverti nella povera dimora
che ti offre il mio cuore.
In attesa della felicità della comunione sacramentale,
voglio possederti in spirito.
Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te.
Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere,
per la vita e per la morte.
Credo in Te, spero in Te, Ti amo.
Così sia.

Card. Rafael Merry del Val

Cos’è la Comunione spirituale?

Scrive sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel suo Visite al Santissimo Sacramento e a Maria
Santissima, a proposito della Comunione spirituale: «La Comunione spirituale consiste,
secondo san Tommaso, in un desiderio ardente di ricevere Gesù sacramentato ed in un abbraccio
amoroso come già fosse ricevuto. Quanto poi siano gradite a Dio queste comunioni spirituali e
quante grazie egli per mezzo loro dispensi, il Signore lo diede ad intendere a quella sua serva
suor Paola Maresca fondatrice del monastero di Santa Caterina da Siena in Napoli, quando le
fece vedere, come si narra nella sua vita, due vasi preziosi, uno d’oro e l’altro d’argento; e le
disse che in quello d’oro Egli conservava le sue Comunioni sacramentali, e in quello d’argento
le sue Comunioni spirituali. Sopra tutto basta sapere che il santo Concilio di Trento molto loda
la Comunione spirituale ed anima i fedeli a praticarla. Perciò tutte le anime divote sogliono
spesso praticare questo santo esercizio della Comunione spirituale. Si esorta dunque chi desidera
avanzarsi nell’amore di Gesù Cristo a fare la Comunione spirituale almeno una volta in ogni
visita al Santissimo Sacramento ed in ogni Messa che si sente». Con Comunione spirituale si
intende una preghiera mediante la quale il fedele esprime il desiderio di unirsi a Cristo e di
ricevere Gesù-Eucaristia, pur senza prendere materialmente la Comunione sacramentale, cioè
l’Eucaristia in vero Corpo e vero Sangue di Cristo, nell’ostia consacrata. Per quanto
gli effetti della Comunione spirituale siano abbondanti, non giungono ad eguagliare quelli
della Comunione sacramentale, come sant’Alfonso chiarisce in modo esemplare.

Perché e quando la si fa?

Alla base della scelta di fare la Comunione spirituale può esserci l’impossibilità – materiale o
morale – da parte del fedele di ricevere la Comunione sacramentale. Rispetto alla
Comunione sacramentale, infatti, la Comunione spirituale può essere fatta ogni volta che il
fedele lo voglia e in qualsiasi momento della giornata o luogo. La Comunione spirituale è fra
le pratiche ascetiche e spirituali più fruttuose, diffuse ed antiche, come testimoniato da molti
santi e da esperienze mistiche. Fra i santi più noti legati alla pratica della Comunione spirituale
si annoverano Tommaso d’Aquino, Alfonso Maria de’ Liguori, Caterina da Siena, Margherita
Maria Alacoque
, Francesco di Sales, Giovanni Bosco e Josemaría Escrivá.

La Comunione spirituale sostituisce quella sacramentale?

Assolutamente no. La Comunione sacramentale è e rimane l’aspirazione e il nutrimento
indispensabile per ogni uomo. Scrive infatti San Tommaso d’Aquino che «la Comunione
sacramentale […] produce l’effetto del Sacramento più perfettamente del solo desiderio»,
che è proprio della Comunione spirituale. [cfr. Summa Theologiae, III, q. 80, art. 1, ad 3].

E’ necessario confessarsi per poter fare la Comunione Spirituale?

A differenza della Comunione sacramentale, la Comunione spirituale può essere fatta anche se
non si è pienamente in grazia di Dio. Scrive P. Angelo Bellon op, docente di teologia morale e
curatore del servizio “Un sacerdote risponde” su AmiciDomenicani.it: «Per goderne tutti i frutti,
è necessario essere in grazia di Dio. Il proposito di andarsi a confessare, unito al pentimento dei
peccati commessi, può essere già un segno che la grazia di Dio ci ha raggiunti, sebbene non si
sia ancora fatta la confessione sacramentale. In ogni caso, non è mai sbagliato farla. Il Signore
vede il desiderio dell’anima. È pratica buona e consigliata anche pregare per la Comunione
spirituale mentre ci si prepara a ricevere con il dovuto fervore e la giusta disposizione
la Comunione sacramentale». In ogni caso, se non si è impediti da un grave motivo di salute,
È OPPORTUNO – OLTRE CHE NECESSARIO – ACCOSTARSI QUANTO PRIMA AL
SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE. A tale proposito ricordiamo che l’attuale
emergenza del “Coronavirus” preclude soltanto la partecipazione alla Messa, ma non costituisce
un impedimento alla Confessione: è possibile confessarsi ogni giorno, negli orari di disponibilità
dei sacerdoti, osservando naturalmente la distanza e le altre precauzioni di sicurezza indicate
dalle competenti Autorità.

Dove si riceve la Comunione spirituale?

Rispetto alla Comunione sacramentale, la Comunione spirituale ha la caratteristica di poter
essere fatta ogni qualvolta il fedele lo voglia e in qualsiasi luogo o momento della giornata.
Ciò detto, si deve prestare attenzione a non svalutare o svilire la Comunione spirituale, che
è comunque vera Comunione, sebbene imperfetta ed incompleta. Scrive di nuovo P. Angelo
Bellon op: «La Comunione spirituale può essere fatta ovunque, anche se per godere frutti più
abbondanti è necessario un certo raccoglimento e stabilire una vera comunione di pensieri e di
affetti col Signore. È vero che si può fare anche in un istante e quante volte si vuole, ma in ogni
caso deve essere vera Comunione, vale a dire fusione del nostro io con il Suo, dei nostri
pensieri e dei nostri affetti con i Suoi. Deve essere un momento santificante e non un fatto
magico. Ottimo metodo di fare la Comunione spirituale è quello di unirla all’ascolto della
Parola del Signore, e cioè nella meditazione. Ma nella meditazione e soprattutto nella
contemplazione si attua la Comunione spirituale senza esprimere delle formule particolari. La
si vive senza pensare di porre l’atto. Molti fanno la Comunione spirituale quando ricevono
la benedizione eucaristica. Ottima occasione per una Comunione spirituale è ovviamente anche
un momento di Adorazione Eucaristica fatta seriamente, anche online tramite webcam in
diretta». La stessa Celebrazione eucaristica, dunque, seguita con fede e raccoglimento interiore
ed esteriore (anche via web o tv), può presentarsi come un’occasione propizia per fare la
Comunione spirituale.

Cosa dire? Come pregare?

Il Cristianesimo non è religione di “formule magiche”. Non esiste perciò uno speciale “insieme
di parole” che possa darci garanzia di ottenere la Comunione spirituale. Esistono diverse formule
verbali di Comunione spirituale che devono però essere accolte come spunto di riflessione
personale e veicolo del desiderio di unirsi a Cristo e di ricevere Gesù-Eucaristia. Per questo
non c’è formula che dia più garanzie di un’altra, anzi spesso domandando con parole proprie o
con elevazioni del cuore o della mente si ottengono i maggiori effetti spirituali, che sempre
dipendono anche dalle disposizioni di fede interiore. Tra le formule più diffuse esiste, appunto,
quella riportata sopra, in apertura.

Basilica del Volto Santo a Manoppello

Una reliquia della passione di Cristo è conservata nella basilica

La basilica del Volto Santo, o anche santuario del Volto Santo, è la chiesa principale di Manoppello (Abruzzo, provincia di Pescara), insieme all’abbazia di Santa Maria Arabona.

La basilica è meta di pellegrinaggio perché ospita una reliquia che secondo la leggenda sarebbe il velo della Veronica (Volto Santo di Manoppello).

Nel settembre 2006 fu visitata da papa Benedetto XVI ed elevata alla dignità di basilica minore.

Quando fu costruita?

La basilica fu fatta costruire intorno al 1620, su un colle fuori dall’abitato di Manoppello, per volere del notaio Donato Antonio de Fabritiis, rimaneggiando un presente convento di monaci. Nel 1811 i frati Cappuccini furono espulsi per il decreto napoleonico di chiusura degli istituti religiosi, e il santuario fu affidato alle Clarisse, che lo ricedettero nel 1816. Nel 1848 la chiesa subì altri interventi, e nel 1858 fu ampliato con una scuola di noviziato. Dopo un breve periodo di chiusura per le leggi del 1866, il convento fu riaperto e nel 1876 fu confiscato l’orto per essere adibito a cimitero civile.

L’ampliamento della basilica

Nel 1903 iniziò la pubblicazione di un periodico dedicato alla reliquia del Volto, mentre nel 1926 fu scelto come sede del seminario serafico. Successivamente la basilica fu ampliata negli anni sessanta per favorire l’afflusso dei pellegrini. La facciata e l’esterno in stile tardo barocco, in mattoni faccia vista molto rozzi e semplici nello stile decorativo, furono cambiati. La facciata fu demolita e ricostruita nel 1965 in uno stile gotico posticcio sulla scia della Basilica di Collemaggio a L’Aquila; demolito e ricostruito fu anche il campanile, mentre l’interno a tre navate fu addobbato in uno stile eco eclettico completamente diverso dall’originale, in misto tra neoclassico e tardo liberty.

Secondo il racconto tradizionale, nel 1506 un pellegrino sarebbe giunto a Manoppello, recando un pannello con quello che sosteneva fosse il ritratto del volto di Cristo, che avrebbe consegnato al fisico Giacomo Antonio Leonelli, e sarebbe quindi sparito misteriosamente. L’erudito, inizialmente scettico, si sarebbe in seguito ricreduto sull’autenticità della reliquia in seguito ad un accurato esame.

Chi ha conservato la reliquia del Volto Santo in passato?

La famiglia Leonelli lo avrebbe conservato fin quando Marzia Leonelli lo vendette, in cattive condizioni, a Donato Antonio de Fabritiis, il quale incaricò di dare alla reliquia una sistemazione più consona il padre Clemente da Castelvecchio. Frate Remigio da Rapino eseguì la cornice in legno di noce e difese l’immagine con i due vetri tuttora conservati, ma eliminò anche tutta la parte della stoffa, che aveva le proporzioni di una tovaglia, intorno all’immagine.

La storia è narrata nella Relatione historica di padre Donato di Bomba, nell’atto notarile della donazione del Velo ai padri cappuccini nel 1638 da parte di Antonio de Frabritis.

Dal 1703 la festa della Trasfigurazione di Gesù divenne la festa del Volto Santo.

La facciata a capanna è costruita con blocchetti di pietra di colore rosso sfocato e bianco, combinati in un disegno geometrico a piccole croci. Al centro è un rosone, che imita quello della basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila.

L’interno, a navata unica, ha decorazioni barocche.

Dov’è collocato il Volto Santo?

Il Volto Santo è collocato su un rialzo dietro l’altare, protetto da una teca di vetro, come il Miracolo eucaristico della chiesa di San Francesco di Lanciano (provincia di Chieti). Si tratta di un velo tenue che ritrae l’immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, ritenuto essere quello di Cristo. Secondo Chiara Vigo il velo è di bisso marino, ma c’è anche chi, come Gian Marco Rinaldi, ritiene che tale affermazione non sia provata. L’immagine, secondo una tradizione, è “acheropita” cioè “non disegnata o dipinta da mano umana” ed ha una caratteristica particolare: è ben visibile da ambedue le parti. I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l’ordito e la trama, visibili ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono 0,17 x 0,24 m.

Sul fianco sinistro della basilica sorge distaccato il campanile, suddiviso in tre settori, al di sopra di un basamento, per mezzo di cornicioni di pietra bianca. Come molti campanili abruzzesi seicenteschi, è realizzato con mattoni rossi ed elementi decorativi in pietra bianca. Dei rosoni occupano la parte centrale del settore inferiore, mentre i due settori superiori hanno aperture ad arco per le campane.

Ulteriori informazioni

Via Cappuccini 26, Manoppello (PE)
Email: info@voltosanto.it
Telefono: 085 859118
Sito: https://www.voltosanto.net/

Novena alla Fiamma d’Amore del Cuore Immacolato di Maria

Novena alla Fiamma d’Amore del Cuore Immacolato di Maria

Si recita sempre la stessa orazione dal 15 al 23 febbraio

O meravigliosa Madre di Dio, che portasti Gesù nel Tuo Cuore, ti sei immersa nel mare d’amore della SS. Trinità dal cui seno, come un bel raggio dell’alba ti avvicini a noi, accechi Satana e ci porgi la Fiamma d’Amore del Tuo Cuore.
Con profonda devozione ti ringraziamo per il tuo mistico dono regale.

Il tuo popolo, pentito, ti vuole onorare ed amare come mai è avvenuto prima d’ora.
Con profonda umiltà chiediamo dunque la grazia della conversione. O nostra Signora! Con umiltà ci abbandoniamo al tuo smisurato amore.
La Tua Fiamma d’Amore, vibrando, dissipi la sfiducia della nostra anima e, con il suo splendore, illumini i nostri cuori!
Benedici le nostre famiglie, conquista di nuovo le anime divenute miscredenti.
Signore mio Gesù Cristo, con l’implorazione della Tua Madre Immacolata fai del mondo il vero paese di Maria come era ai tempi dei nostri avi.

Purificaci con la tua grazia in modo che il tuo occhio divino riposi sulla nostra anima lacrimante per il pentimento, come su specchio splendente di lago. Permetti che si infiammino i nostri cuori e anche quelli degli altri.
Misericordioso Gesù, umilmente imploriamo la tua intercessione presso l’Eterno Padre per ottenere misericordia e vita in favore dell’umanità e perchè finalmente l’Immacolata Madre di Dio sorrida alla nostra Patria e a tutto il mondo. Amen

Ripetere tre volte: «Irradia, o Maria, su tutta l’umanità la luce di grazia della tua Fiamma d’Amore, ora e nell’ora della nostra morte. Amen».

Maria a Medjugorje: “Vi invito a prepararvi alla venuta di Gesù”

Messaggio del 25 novembre 1998

Maria a Medjugorje: “Cari figli! Oggi vi invito a prepararvi alla venuta di Gesù. In modo particolare preparate i vostri cuori. Che la santa confessione sia per voi il primo passo della conversione, e quindi, cari figli, decidetevi per la santità. Che la vostra conversione e la decisione per la santità cominci oggi e non domani. Figlioli, io vi invito tutti sulla via della salvezza e desidero mostrarvi la strada verso il paradiso. Perciò, figlioli, siate miei e decidetevi con me per la santità. Figlioli, accettate la preghiera con serietà e pregate, pregate, pregate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Rosario al collo e le 20 promesse di Maria

Maria è la mediatrice di tutte le grazie.

Indossare il Rosario con fiducia può far piovere grandi grazie sulla nostra vita, ecco le Promesse fatte dalla Vergine durante varie apparizioni.

Le prime 10 promesse

1) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me condotti a mio Figlio.
2) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me aiutati nelle loro imprese.
3) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, impareranno ad amare la Parola e la Parola li farà liberi. Non saranno più schiavi.
4) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, ameranno sempre di più mio Figlio.
5) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una conoscenza più profonda di mio Figlio nella loro vita quotidiana.
6) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un desiderio profondo di vestire con decenza per non perdere la virtù della modestia.
7) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, cresceranno nella virtù della castità.
8) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una coscienza più profonda dei loro peccati e cercheranno sinceramente di correggere la propria vita.
9) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un profondo desiderio di diffondere il messaggio di Fatima.
10) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, sperimenteranno la grazia della mia intercessione.

Le altre 10 promesse

11) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nella loro vita giornaliera.
12) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno ripieni di un profondo desiderio di recitare il S. Rosario e meditare i Misteri.
13) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno confortati nei momenti di tristezza.
14) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, riceveranno il potere di prendere decisioni sagge illuminati dallo Spirito Santo.
15) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno invasi da un profondo desiderio di portare oggetti benedetti.
16) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, venereranno il mio Cuore immacolato e il Sacro Cuore di mio Figlio.
17) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, non useranno il nome di Dio invano.
18) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una profonda compassione per Cristo crocifisso e aumenterà il loro amore per Lui.
19) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno guariti da malattie fisiche, mentali ed emozionali.
20) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nelle proprie famiglie.

I santi e il Rosario

L’amore dei Santi alla corona del Rosario è pari alla stima che essi nutrivano per questa preghiera. Con venerazione essi portavano questo piccolo oggetto sacro, con devozione lo adoperavano, con premura lo custodivano. «Bacerò la corona ogni volta che la prenderò in mano»: è il proposito del giovanissimo Servo di Dio Fratel Sebastiano Aniceto; un
proposito comune a tanti Santi. In particolare, una caratteristica molto frequente nei Santi è quella di portare costantemente la corona del Rosario fra le mani o al collo o legata al polso.

Apostoli del Rosario

I Santi non volevano separarsi mai da questa celeste ghirlanda, che era per loro di conforto e di aiuto. C’era chi non riusciva a predicare se non aveva la corona fra le mani. «Senza la corona – diceva Don Giacomo Alberione – non sono capace di fare neanche un’esortazione». Il giovane modello, S. Giovanni Berchmans, imitando il suo Padre Fondatore, S. Ignazio di Loyola, amava portare la corona del Rosario al collo, e spesso lo si sentiva ripetere giulivo: «Non mi è più possibile sfuggire all’amore di Maria, mi ha legato per il collo!».

S. Ignazio da Laconi, prima ancora di diventare il miracoloso frate cappuccino, portava già la corona del Rosario sempre fra le mani, tanto che la gente si sarebbe meravigliata se l’avesse visto senza corona. S. Francesco di Sales portava sempre con sé il Rosario e faceva in modo che tutti lo vedessero per essere invogliati a pregare la Madonna.

Il consiglio di Santa Bernadette

Per la notte, Santa Bernardette ci raccomanda questo segreto: «Alla sera, quando andate a dormire, prendete la corona; addormentatevi recitandola; farete come quei bambini che si addormentano, chiamando con voce sempre più fioca: mamma… mamma… ».

Santa Maria Goretti e il Rosario

Ad alcuni giornalisti che l’intervistavano, la mamma di Santa Maria Goretti rivelò questi particolari edificanti sulla sua angelica figlia. «Marietta nacque in ottobre, nel mese dedicato alla Madonna del Rosario… L’avevo consacrata alla Madonna fin dai primissimi tempi della sua vita. Presto ella imparò a recitare il S. Rosario e lo portava sempre fra le mani o lo teneva attorcigliato al polso come fosse un gingillo, non lo lasciava mai… E con il Rosario al polso affrontò il martirio». Difatti, la corona del Rosario fu trovata spezzata sul corpo dell’angelica fanciulla, dopo la lotta per salvare la sua verginale purezza.

Il demonio e il Rosario

Portiamola sempre con noi la corona. Il demonio ha paura di quest’arma. La Serva di Dio Edvige Carboni subì più volte l’assalto del demonio che le rubava la corona e gliela spezzava. Ella si dispiaceva quando veniva a sapere di persone devote che non portavano la corona, in essa c’è una potenza misteriosa di grazia che lega a Dio, c’è una potenza misteriosa che respinge il nemico.

Preghiera San Michele Arcangelo

Chi è l’arcangelo Michele?

Nella tradizione cristiana San Michele Arcangelo è colui che combatte e sconfigge Satana. Ecco perché il Santo è stato proclamato protettore delle forze dell’ordine da Pio XII nel 1949 in omaggio alla “lotta” che il poliziotto combatte tutti i giorni al servizio dei cittadini. Nello stesso giorno la Chiesa festeggia anche gli Arcangeli Raffaele, soccorritore, e Gabriele, annunciatore. Giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente.

Preghiamo con il cuore sincero di un bambino

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro la perfidia e le insidie del diavolo sii tu il nostro sostegno.
Che Dio eserciti il suo domino su di lui, noi supplichevoli Lo preghiamo!
E tu, Principe delle milizie celesti, ricaccia nell’inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime.
O Arcangelo San Michele, difendici nel combattimento, affinché non periamo nel terribile giorno del Giudizio.

Cosa significa il titolo di “arcangelo”?

Oltre a San Michele,  la Chiesa ricorda nello stesso giorno gli arcangeli Gabriele e Raffaele. La Bibbia rivela le specifiche missioni di ognuno: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore. Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato. Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.

Basilica di San Valentino a Terni

Nome: Basilica di San Valentino
Titolo: Santuario di San Valentino Vescovo e Martire
Indirizzo: Viale Papa Zaccaria, 12 – Terni
Dedicato a: San Valentino
Reliquie di: San Valentino

Dove si trova?

La Basilica di San Valentino si trova a circa due chilometri dal centro di Terni, in Umbria, edificata sul luogo di sepoltura del martire Santo patrono della città, avvenuta nel III secolo.

L’edificio è stato distrutto e ricostruito svariate volte, e la versione che oggi ammiriamo risale al ‘600; la facciata in stile classico è stata completata invece nel solo nel 1854.

Piazza Basilica di San Valentino
La piazza

L’esterno

Vi si arriva attraversando una piccola piazza trovandosi di fronte l’elegante portale d’ingresso centrale, affiancato da quattro nicchie che contengono altrettante statue di quattro discepoli del Santo, appartenenti all’ordine carmelitano. Nella sezione alta ci accolgono invece quelle di San Valentino e di Sant’Anastasio; al centro un grande finestrone, esattamente sopra il portale. Il tutto è incastonato tra colonne squadrate che donano armonia e movimento, con colori tenui che illuminati dal sole trasmettono pace e tranquillità.

Esterno Basilica di San Valentino
L’esterno

Alle spalle si intravede appena il campanile a torre, di forma quadrangolare.

L’interno

La chiesa ha una pianta a croce latina, con unica navata su cui si aprono due cappelle per ogni lato; il pavimento è in marmo a scacchiera, e l’ambiente è in stile barocco, con stucchi e volte a botte.

Ogni cappella presenta eleganti altari marmorei seicenteschi, con splendide pitture a olio dello stesso periodo; le più belle sono quelle del transetto.

A destra, la cappella Sciamanna che racchiude i monumenti funerari di due esponenti della famiglia: Brunoro, vescovo di Caserta e Ludovico. A decorare l’altare una tela raffigurante S. Michele che sconfigge il demonio.

Alla sinistra del transetto invece vediamo la cappella dedicata a Santa Teresa D’Avila; anche qui una splendida tela sull’altare, che raffigura la Madonna col Bambino tra i Santi Giuseppe e Teresa.

Un’altra notevole cappella è quella di San Michele con la suggestiva pala d’altare raffigurante San Michele che vince il diavolo.

Altare Maggiore Basilica di San ValentinoL
‘altare maggiore

La zona più importante del Tempio è l’altare maggiore, in eleganti marmi policromi; dietro di esso l’enorme tela rappresentante la Madonna che appare a S. Valentino; ai lati del presbiterio invece troviamo altre due grandi tele, l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei Pastori, tutte e tre dello stesso artista Lucas de la Haye.

Reliquie di San Valentino
Reliquie di San Valentino

Il punto focale di tutto l’ambiente è sotto l’altare maggiore, ovvero la teca di cristallo contenente la statua reliquiario di San Valentino. Dietro, nel coro, il piccolo altare detto della Confessione, costruito sopra la tomba del martire, decorato con una tela ovale che ne ricorda il martirio.

Attraversando la navata possiamo apprezzare le belle colonne e i loro capitelli in stile ionico con ghirlande, e ancora le varie tele tra cui quella con i quattro evangelisti e una serie con i Martiri ternani.

Tra le vetrate colorate annoveriamo quella dedicata al Santo che benedice due innamorati.

A sinistra dell’altare, attraverso una scala, si accede alla cripta che conserva i resti dei fedeli discepoli di San Valentino; adiacente ad essa, nel piccolo museo, sono conservati alcuni oggetti rinvenuti durante gli scavi fatti per la costruzione della Basilica.

Un luogo sacro che, dedicato al Santo protettore degli innamorati, simboleggia lo stesso amore di Dio per noi tutti.

Gli orari

Orari Messa e ufficio:
ESTIVO: Feriali: 7.45 – 18.30 Festivi: 8.00 – 10.00 – 11.30 – 18.30
INVERNALE: Feriali: 7.45 – 17.30 Festivi: 8.00 – 10.00 – 11.30 – 17.30
Mese di Febbraio: 7.00 – 8.00 – 9.00 – 10.00 – 11.00* – 16.00 – 17.00 – 18.00 – 19.00
* Solenne Pontificale

Orari Basilica:
Feriali: 6.30/12.00 – 15.30/fine Santa Messa serale
Festivi: 7.00/12.00 – 15.30/fine Santa Messa serale

Visita in 3D

Hai l’opportunità di entrare virtualmente in Basilica.

Il Rosario: una pioggia di rose sul mondo

Pregare con il Rosario

(da “I Quaderni del 1945-50”, 8 maggio 1947, di Maria Valtorta)

Dice Maria Ss. di Fatima

«Ti ho dato la vista intellettiva di ciò che è un Rosario ben detto: pioggia di rose sul mondo. Ad ogni Ave che un’anima amante dice con amore e con fede io lascio cadere una grazia. Dove? Da per tutto: sui giusti a farli più giusti, sui peccatori per ravvederli. Quante! Quante grazie piovono per le Ave del Rosario! Rose bianche, rosse, oro.

Rose bianche dei misteri gaudiosi, rosse dei dolorosi, d’oro dei gloriosi. Tutte rose potenti di grazie per i meriti del mio Gesù. Perché sono i suoi meriti infiniti che dànno valore a ogni orazione. Tutto è e avviene, di ciò che è buono e santo, per Lui. Io spargo, ma Egli avvalora. Oh! Benedetto mio Bambino e Signore!

Vi do le rose candide dei meriti grandissimi della perfetta, perché divina – e perfetta perché volontariamente voluta conservare tale dall’Uomo – Innocenza di mio Figlio. Vi do le rose porpuree degli infiniti meriti della Sofferenza di mio Figlio, così volonterosamente consumata per voi. Vi do le rose d’oro della sua perfettissima Carità. Tutto di mio Figlio vi do, e tutto di mio Figlio vi santifica e salva. Oh! io sono nulla, io scompaio nel suo fulgore, io compio solo il gesto di dare, ma Egli, Egli solo è l’inesauribile fonte di tutte le grazie!».

Maria Valtorta, intercedi per noi.

Le preghiere da recitare ai pasti

Una raccolte delle preghiere da recitare in famiglia prima e dopo i pasti per ringraziare il Signore Gesù.

Preghiere da recitare prima dei pasti

Signore, benedici il cibo che stiamo per prendere
e fa che non manchi a nessun bambino del mondo. Amen.

O Dio amante della vita,
che nutri gli uccelli del cielo
e vesti i gigli dei campo,
ti benediciamo per tutte le creature
e per il cibo che stiamo per prendere.
Ti preghiamo di non permettere
che ad alcuno manchi il necessario alimento. Amen

Benedici, Signore, noi e questi doni
che stiamo per ricevere dalla tua bontà.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Benedici, Padre, noi e questi doni
che stiamo per ricevere come segno della tua bontà.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Benedetto sii tu, Dio dell’universo,
per il pane della terra e il frutto della vite.
Benedetto per il cibo che provvedi ad ogni creatura.
A te lode e gloria in Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Ti ringraziamo, Signore,
di essere riuniti attorno a questa tavola:
dà a ogni famiglia la gioia
di essere unita nella pace.

Signore, che ci doni la gioia
di stare attorno a questa tavola,
radunaci tutti insieme, un giorno,
al Banchetto del Cielo.

Preghiere da recitare dopo i pasti

Ti ringraziamo, Dio nostro,
per il nutrimento che ci hai elargito:
mediante questo pane,
che insieme abbiamo diviso,
si ravvivi in noi la comunione con te,
con i fratelli e con tutte le creature.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Ti rendiamo grazie, o Signore, per i doni
che la tua bontà ci ha elargito.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Gloria al Padre…