Preghiera di Consacrazione allo Spirito Santo.

Consacriamoci allo Spirito Santo.

O Santo Spirito, Amore che procede dal Padre e dal Figlio, Fonte inesauribile di grazia e di vita, a te desidero consacrare la mia persona, il mio passato, il mio presente, il mio futuro, i miei desideri, le mie scelte, le mie decisioni, i miei pensieri, i miei affetti, tutto quanto mi appartiene e tutto ciò che sono.

Tutti coloro che incontro, che penso ,che conosco, che amo e tutto ciò con cui la mia vita verrà a contatto: tutto sia beneficato dalla Potenza della tua Luce, del tuo Calore, della tua Pace. Tu sei Signore e dai la vita e , senza la tua Forza , nulla è senza colpa. O Spirito dell’Eterno Amore, vieni nel mio cuore, rinnovalo e rendilo sempre più come il Cuore di Maria affinché io possa diventare, ora e per sempre, Tempio e Tabernacolo della Tua Divina presenza.

Amen.

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Il trattato della vera devozione a Maria

La vera devozione a Maria

Ricordo di un piccolo libro con la copertina celeste, da dove è iniziata la mia devozione a Maria. Si chiamava “Trattato della vera devozione a Maria”. San Giovanni Paolo II

San Luigi Maria Grignion De Monfort

In questo scritto, San Luigi Maria Grignion de Monfort manifesta tutto il suo amore per Maria, chi legge questo libro rimane colpito dalla grande devozione di questo santo nei confronti di nostra madre. Una devozione illuminata da Cristo, tutto ha significato solo alla luce di Cristo.

Grignion de Montfort percepisce e contempla il mistero di Gesù e della Chiesa a partire da un unico punto focale: Maria.

Il Trattato è suddiviso in tre parti. Nella prima parte espone la sua dottrina mariana incentrata sulla necessità di una devozione a Maria, come il mezzo più sicuro e necessario per consacrarsi a Dio.

Nella seconda parte, l’Autore spiega che la devozione mariana deve avere Gesù Cristo come fine ultimo; se è fine a sé è una “falsa devozione”.

Nella terza parte si espongono le pratiche interiori ed esteriori necessarie per potersi “consacrare”. Un’intuizione attuale per il nostro tempo, che fa di Grignion de Montfort un maestro per il presente e il futuro della Chiesa.

Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe consacrarsi a Maria secondo le modalità e le disposizioni interiori scritte in questo libro da da San Luigi Maria Grignion de Monfort.

In che cosa consiste questa devozione?

La vera devozione consiste nell’offrire la propria vita a Gesù Cristo, per le mani della Vergine Maria. La perfetta consacrazione a Gesù Cristo, altro non è che una consacrazione perfetta e totale di se stessi alla Vergine Santissima. Guardare a Maria come al modello perfetto di ogni virtù e santità, plasmato dallo Spirito Santo in una semplice creatura, perché lo imitassimo secondo le nostre povere capacità” – scriveva San Luigi Maria Grignon.

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Capitolo 2 – Trattato della vera devozione a Maria

VERITÀ FONDAMENTALI DELLA DEVOZIONE A MARIA

60. Dopo aver detto fin qui qualcosa della necessità che noi abbiamo della devozione alla santissima Vergine, bisogna dire in che cosa consista tale devozione; ciò che farò, con l’aiuto di Dio, dopo aver premesso alcune verità fondamentali, che daranno luce alla grande e solida devozione che voglio far conoscere.

Prima verità

61. Prima verità. Gesù Cristo nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di tutte le nostre devozioni; altrimenti esse sarebbero false e ingannatrici. Gesù Cristo è l’alfa e l’omega, il principio e il fine di tutte le cose. Noi lavoriamo, come dice l’Apostolo, solo per perfezionare ogni uomo in Gesù Cristo, perché in lui solo abitano tutta la pienezza della Divinità e tutte le altre pienezze di grazie, di virtù e di perfezioni; perché in lui solo siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale; perché egli è il nostro unico maestro che deve istruirci, il nostro unico Signore da cui dobbiamo dipendere, il nostro unico capo al quale dobbiamo essere uniti, il nostro unico modello al quale dobbiamo conformarci, il nostro unico medico che deve guarirci, il nostro unico pastore che deve nutrirci, la nostra unica via che deve condurci, la nostra unica verità che dobbiamo credere, la nostra unica vita che deve vivificarci, e il nostro unico tutto in tutte le cose che deve bastarci. Non è stato dato altro nome sotto il cielo, che il nome di Gesù, per il quale noi dobbiamo essere salvati. Dio non ha posto altro fondamento della nostra salvezza, della nostra perfezione e della nostra gloria che Gesù Cristo: ogni edificio che non poggia su questa pietra ferma è fondato sulla sabbia mobile e cadrà senza dubbio presto o tardi. Ogni fedele che non è unito a lui come un ramo al ceppo della vite, cadrà, seccherà e servirà solo ad essere gettato nel fuoco. Se noi siamo in Gesù Cristo e Gesù Cristo in noi, non abbiamo da temere nessuna dannazione: né gli angeli del cielo, né gli uomini della terra, né i diavoli dell’inferno, né alcuna altra creatura può nuocerci, perché non può separarci dalla carità di Dio che è in Cristo Gesù. Per Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù Cristo, noi possiamo tutto: rendere ogni onore e gloria al Padre, nell’unità dello Spirito Santo; diventare perfetti ed essere per il nostro prossimo un buon odore di vita eterna.

62. Se dunque noi stabiliamo la solida devozione della santissima Vergine, ciò è solo per stabilire più perfettamente quella di Gesù Cristo, è solo per dare un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù Cristo. Se la devozione alla santissima Vergine allontanasse da Gesù Cristo, bisognerebbe rigettarla come un’illusione del diavolo; ma è esattamente il contrario, come ho già mostrato e mostrerò ancora in seguito: questa devozione è necessaria proprio per trovare Gesù Cristo perfettamente e amarlo teneramente e servirlo fedelmente.

63. Io mi volgo qui un istante verso di te, o mio amabile Gesù, per lamentarmi amorosamente con la tua divina Maestà del fatto che la maggior parte dei cristiani, compresi i più dotti, non sanno il legame necessario che esiste fra te e la tua santa Madre. Tu, Signore, sei sempre con Maria e Maria è sempre con te e non può essere senza di te: altrimenti ella cesserebbe di essere quello che è; ella è talmente trasformata in te dalla grazia che non vive più, non è più; tu solo, mio Gesù, vivi e regni in lei, più perfettamente che in tutti gli angeli e i beati. Ah! se si conoscesse la gloria e l’amore che tu ricevi in questa ammirabile creatura, si avrebbero verso di te e di lei ben altri sentimenti. Ella è così intimamente unita a te che sarebbe più facile separare la luce dal sole, il calore dal fuoco; dico di più, sarebbe più facile separare tutti gli angeli e i santi da te, che non la divina Maria: perché ella ti ama più ardentemente e ti glorifica più perfettamente di tutte insieme le altre creature.

64. Dopo ciò, mio amabile Maestro, non è cosa sorprendente e dolorosa vedere l’ignoranza e le tenebre di tutti gli uomini di quaggiù circa la tua santa Madre? Non parlo tanto degli idolatri e dei pagani, che, non conoscendo te, non si curano di conoscerla; non parlo neppure degli eretici e degli scismatici, che non si curano di essere devoti della tua santa Madre, essendosi separati da te e dalla tua santa Chiesa; ma parlo dei cristiani cattolici, e degli stessi dottori fra i cattolici, che facendo professione di insegnare agli altri le verità, non conoscono né te, né la tua santa Madre, se non in maniera speculativa, arida, sterile e indifferente. Questi signori parlano solo raramente della tua santa Madre e della devozione che le si deve perché temono, dicono, che se ne abusi, che ti si faccia ingiuria onorando troppo la tua santa Madre. Se vedono o sentono qualche devoto della santissima Vergine parlare spesso della devozione a questa buona Madre, in maniera tenera, forte e persuasiva, come di un mezzo sicuro senza illusione, di un cammino breve senza pericolo, di una via immacolata senza imperfezione e di un segreto meraviglioso per trovarti e amarti perfettamente, gridano contro di lui, e gli elencano mille false ragioni per provargli che non bisogna parlar tanto della santa Vergine, che vi sono grandi abusi in questa devozione, e che bisogna adoperarsi a distruggerli, e a parlare di te piuttosto che portare i popoli alla devozione alla santa Vergine che amano già abbastanza.

Si sentono talvolta parlare della devozione alla tua santa Madre, non per stabilirla e propagarla, ma per distruggerne gli abusi, mentre questi signori sono senza pietà e senza devozione tenera per te, perché non ne hanno per Maria. Considerano il Rosario e lo Scapolare come devozioni da donnicciole, proprie degli ignoranti, non necessarie per salvarsi; e se capita nelle loro mani qualche devoto della santa Vergine, che recita il Rosario o compie qualche altra pratica di devozione verso di lei, gli muteranno presto lo spirito e il cuore: in luogo del Rosario, gli consiglieranno di dire i sette Salmi; invece della devozione alla santa Vergine, gli consiglieranno la devozione a Gesù Cristo.

O mio amabile Gesù, hanno costoro il tuo spirito? Ti fanno piacere agendo in questo modo? È piacere a te non fare tutti gli sforzi per piacere alla tua Madre, per paura di dispiacerti? La devozione alla tua santa Madre impedisce la tua? Ella si attribuisce l’onore che le si rende? Ella fa parte a sé? È un’estranea che non ha alcun legame con te? È separarsi o allontanarsi dal tuo amore darsi a lei e amarla?

65. Eppure, mio amabile Maestro, la maggior parte dei dotti, per punizione del loro orgoglio, non allontanerebbero di più dalla devozione alla tua santa Madre e non condurrebbero di più all’indifferenza, se tutto quello che ho appena detto fosse vero. Preservami, Signore, preservami dai loro sentimenti e dalle loro pratiche e concedimi di partecipare ai sentimenti di riconoscenza, di stima, di rispetto e d’amore che tu hai nei confronti della tua santa Madre, affinché io ti ami e ti glorifichi imitandoti e seguendoti più da vicino.

66. Come se fin qui non avessi ancora detto nulla in onore della tua santa Madre, «concedimi la grazia di lodarla degnamente», malgrado tutti i suoi nemici, che sono i tuoi, e di dire loro apertamente con i santi: «Non presuma di ottenere misericordia da Dio, chi offende la sua santa Madre».

67. Per ottenere dalla tua misericordia una vera devozione alla tua santa Madre, e per ispirarla a tutti, fa’ che io ti ami ardentemente, e accogli per questo la preghiera infocata che ti rivolgo con sant’Agostino e i tuoi veri amici:

«Tu es Christus, pater meus sanctus, Deus meus pius, rex meus magnus, pastor meus bonus, magister meus unus, adiutor meus optimus, dilectus meus pulcherrimus, panis meus vivus, sacerdos meus in aeternum, dux meus ad patriam, lux mea vera, dulcedo mea sancta, via mea recta, sapientia mea praeclara, simplicitas mea pura, concordia mea pacifica, custodia mea tota, portio mea bona, salus mea sempiterna…

Christe Iesu, amabilis Domine, cur amavi, quare concupivi in omni vita mea quidquam praeter te Iesum Deum meum? Ubi eram quando tecum mente non eram? Iam ex hoc nunc, omnia desideria mea, incalescite et effluite in Dominum Iesum; currite, satis hactenus tardastis; properate quo pergitis; quaerite quem quaeritis. Iesu, qui non amat te anathema sit; qui te non amat amaritudine repleatur… O dulcis Iesu, te amet, in te delectetur, te admiretur omnis sensus bonus tuae conveniens laudi. Deus cordis mei et pars mea, Christe Iesu, deficiat cor meum spiritu suo, et vivas tu in me, et concalescat in spiritu meo vivus carbo amoris tui, et excrescat in ignem perfectum; ardeat iugiter in ara cordis mei, ferveat in medullis meis, flagret in absconditis animae meae; in die consummationis meae consummatus inveniar apud te. Amen».

Ho voluto trascrivere in latino questa meravigliosa preghiera di sant’Agostino, affinché le persone che capiscono il latino la recitino tutti i giorni per chiedere l’amore di Gesù che noi cerchiamo per mezzo della divina Maria.

Seconda verità

68. Seconda verità. Bisogna concludere da ciò che Gesù Cristo è a nostro riguardo, che noi non apparteniamo a noi stessi, come dice l’Apostolo, ma completamente a lui, come suoi membri e suoi schiavi ch’egli ha comprato a prezzo infinitamente caro, a prezzo di tutto il suo sangue. Prima del battesimo appartenevamo al diavolo come suoi schiavi, e il battesimo ci ha resi veri schiavi di Gesù Cristo, che devono vivere, lavorare e morire solo per fruttificare per questo Dio Uomo, glorificarlo nel nostro corpo e farlo regnare nella nostra anima, perché siamo sua conquista, suo popolo e sua eredità. Per la stessa ragione lo Spirito Santo ci paragona:

1) ad alberi piantati lungo le acque della grazia, nel campo della Chiesa, che devono dare frutti a suo tempo;

2) ai rami di una vite di cui Gesù Cristo è il ceppo, che devono produrre buona uva;

3) a un gregge di cui Gesù Cristo è il pastore, che deve moltiplicarsi e dare latte;

4) a una terra fertile di cui Dio è il lavoratore, e nella quale il seme si moltiplica e produce il trenta, il sessanta o il cento per uno. Gesù Cristo maledisse il fico sterile, e condannò il servo inutile che non aveva fatto fruttare il suo talento. Tutto questo prova che Gesù Cristo vuole ricevere qualche frutto dalle nostre misere persone, cioè le nostre opere buone, perché esse appartengono unicamente a lui: «Creati in Cristo Gesù per le opere buone» (Ef 2,10). Parole dello Spirito Santo che mostrano sia che Gesù Cristo è l’unico principio e deve essere l’unico fine di tutte le nostre opere buone, sia che dobbiamo servirlo non solo come servi stipendiati, ma come schiavi d’amore. Mi spiego.

69. Vi sono due maniere quaggiù di appartenere a un altro e di dipendere dalla sua autorità, cioè: la semplice servitù e la schiavitù; dal che noi chiamiamo uno servo e uno schiavo.

Con la servitù comune tra i cristiani, un uomo si impegna a servirne un altro per un certo tempo, per un certo stipendio o una data ricompensa.

Con la schiavitù, un uomo dipende interamente da un altro per tutta la propria vita, e deve servire il suo padrone, senza pretendere alcuno stipendio né ricompensa come una delle sue bestie sulla quale ha diritto di vita e di morte.

70. Vi sono tre specie di schiavitù: una schiavitù naturale, una schiavitù forzata e una schiavitù volontaria. Tutte le creature sono schiave di Dio nel primo modo: «Del Signore è la terra e quanto contiene» (Sal 24,1); i demoni e i dannati nel secondo; i giusti e i santi lo sono nel terzo. La schiavitù volontaria è la più perfetta e la più gloriosa per Dio, che guarda il cuore, e che domanda il cuore, e che si chiama il Dio del cuore o della volontà amorosa, perché con questa schiavitù si sceglie Dio e il suo servizio al di sopra di tutte le cose, quand’anche la natura non obbligasse a questo.

71. Vi è una differenza totale tra un servo e uno schiavo:

1) Un servo non dà tutto ciò che è e tutto ciò che possiede e tutto ciò che può acquistare per mezzo di altri o da se stesso al suo padrone; lo schiavo invece dà tutto se stesso, tutto ciò che possiede e tutto ciò che può acquistare al suo padrone, senza alcuna eccezione.

2) Il servo esige uno stipendio per i servizi che rende al suo padrone, lo schiavo invece non può esigere nulla, qualunque sia l’assiduità, l’abilità, la forza con cui lavora.

3) Il servo può lasciare il suo padrone quando vuole, o almeno quando il tempo del suo servizio è terminato; lo schiavo invece non ha diritto di lasciare il suo padrone quando vuole.

4) Il padrone del servo non ha su di lui nessun diritto di vita e di morte, di modo che se lo uccidesse, come una delle sue bestie da soma, commetterebbe un omicidio ingiusto; il padrone dello schiavo invece ha per legge diritto di vita e di morte su di lui, di modo che può venderlo a chi vuole, o ucciderlo, come farebbe con il suo cavallo.

5) Infine, il servo è solo per un periodo di tempo al servizio di un padrone, lo schiavo invece per sempre.

72. Non c’è niente fra gli uomini che ci faccia appartenere maggiormente a un altro della schiavitù; non c’è niente neanche fra i cristiani che ci faccia appartenere in modo più assoluto a Gesù Cristo e alla sua santa Madre della schiavitù volontaria, secondo l’esempio di Gesù Cristo stesso, che assunse la condizione di schiavo per nostro amore: «formam servi accipiens» (Fil 2,7), e della santa Vergine, che si disse la serva e la schiava del Signore. L’Apostolo si onora di chiamarsi «servus Christi». I cristiani sono chiamati più volte nella sacra Scrittura «servi Christi», la quale parola servus, secondo la giusta osservazione di un dotto, un tempo non significava altro che schiavo, perché non esistevano ancora i servi come oggi, i padroni erano serviti solo da schiavi o da liberti: ciò che il Catechismo del sacro Concilio di Trento, per non lasciare alcun dubbio che noi siamo schiavi di Gesù Cristo, esprime con un termine inequivocabile, chiamandoci «mancipia Christi», schiavi di Gesù Cristo. Ciò posto:

73. Dico che dobbiamo appartenere a Gesù Cristo e servirlo, non solo come servi mercenari, ma come schiavi d’amore, che, spinti da grande amore, si donano e si consacrano a servirlo in qualità di schiavi, per il solo onore di appartenergli. Prima del battesimo eravamo schiavi del demonio; il battesimo ci ha resi schiavi di Gesù Cristo: è giocoforza che i cristiani siano schiavi del demonio o schiavi di Gesù Cristo.

74. Quello che dico in modo assoluto di Gesù Cristo, lo dico in modo relativo della santa Vergine, alla quale Gesù Cristo, avendola scelta come compagna indissolubile della sua vita, della sua morte, della sua gloria e della sua potenza in cielo e sulla terra, diede per grazia, relativamente alla sua Maestà, tutti gli stessi diritti e privilegi che egli possiede per natura: «Tutto ciò che conviene a Dio per natura, conviene a Maria per grazia», dicono i santi; di modo che, secondo loro, avendo entrambi la stessa volontà e la stessa potenza, hanno entrambi gli stessi sudditi, servi e schiavi.

75. Si può dunque, secondo il pensiero dei santi e di parecchi grandi uomini, dirsi e farsi schiavi d’amore della santissima Vergine, per essere così più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. La santa Vergine è il mezzo di cui Nostro Signore si è servito per venire a noi; è anche il mezzo di cui noi dobbiamo servirci per andare a lui, perché ella non è come le altre creature, le quali se ci attacchiamo, potrebbero piuttosto allontanarci da Dio che avvicinarci; ma la più forte inclinazione di Maria è di unirci a Gesù Cristo, suo Figlio, e la più forte inclinazione del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre; ed è fargli onore e piacere, come si farebbe onore e piacere a un re se, per diventare più perfettamente suo suddito e schiavo, ci si facesse schiavi della regina. Per questo i santi Padri e san Bonaventura dopo di loro, dicono che la santa Vergine è la via per andare a Nostro Signore: «La via per andare a Cristo è avvicinarsi a lei».

76. Inoltre, se, come ho detto, la santa Vergine è la Regina e sovrana del cielo e della terra: «Ecce imperio Dei omnia subiciuntur et Virgo; ecce imperio Virginis omnia subiciuntur et Deus», dicono sant’Anselmo, san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, non ha tanti sudditi e schiavi quante sono le creature? Non è ragionevole che fra tanti schiavi per forza, ve ne siano per amore che volontariamente scelgano, in qualità di schiavi, Maria per loro sovrana? Come! gli uomini e i demoni hanno i loro schiavi volontari e Maria non ne avrebbe? Come! un re si tiene onorato che la regina sua consorte abbia degli schiavi su cui abbia diritto di vita e di morte, perché l’onore e il potere dell’uno è l’onore e il potere dell’altro; e si potrebbe credere che Nostro Signore che, come il migliore di tutti i figli, ha fatto partecipe di tutto il suo potere la sua santa Madre, trovi cosa non buona che ella abbia degli schiavi? Ha egli meno rispetto e amore per sua Madre che Assuero per Ester e Salomone per Betsabea? Chi oserebbe dirlo e anche solo pensarlo?

77. Ma dove mi conduce la penna? Perché mi soffermo a provare una cosa così evidente? Se non ci si vuole dire schiavi della santa Vergine, che importa! Ci si faccia e ci si dica schiavi di Gesù Cristo! È esserlo della santa Vergine, poiché Gesù Cristo è il frutto e la gloria di Maria. Questo si compie in modo perfetto con la devozione di cui parleremo in seguito.

Terza verità

78. Terza verità. Le nostre migliori azioni sono ordinariamente contaminate e corrotte dal cattivo fondo che vi è in noi. Quando si mette dell’acqua pulita e limpida in un recipiente che sa di cattivo, o del vino in una botte il cui interno è guastato da un altro vino che c’è stato dentro, l’acqua limpida e il buon vino si guastano e prendono facilmente il cattivo odore. Parimenti, quando Dio mette nella nostra anima, guastata dal peccato originale e attuale, le sue grazie e rugiade celesti o il vino delizioso del suo amore, i suoi doni sono ordinariamente guastati e contaminati dal cattivo lievito e il cattivo fondo che il peccato ha lasciato in noi; le nostre azioni, anche delle virtù più sublimi, ne risentono. È pertanto di massima importanza, per acquistare la perfezione, che si acquista solo con l’unione a Gesù Cristo, vuotarci di ciò che c’è di cattivo in noi: altrimenti Nostro Signore, che è infinitamente puro e che odia infinitamente la minima macchia nell’anima, ci rigetterà dal suo cospetto e non si unirà a noi.

79. Per vuotarci di noi stessi bisogna, in primo luogo, conoscere bene, con la luce dello Spirito Santo, il nostro cattivo fondo, la nostra incapacità a ogni bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, la nostra incostanza in ogni tempo, la nostra indegnità di ogni grazia, e la nostra iniquità in ogni luogo. Il peccato dei nostri progenitori ci ha tutti quasi completamente guastati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta in cui è messo. I peccati attuali che abbiamo commesso, sia mortali, sia veniali, ancorché perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, la nostra debolezza, la nostra incostanza e la nostra corruzione, e hanno lasciato cattivi residui nella nostra anima.

I nostri corpi sono così corrotti, che sono chiamati dallo Spirito Santo corpi del peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto, corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono di giorno in giorno e generano solo putredine e corruzione.

La nostra anima, unita al nostro corpo, è diventata così carnale, che è chiamata carne: «Ogni carne aveva corrotto la sua condotta» (Gn 6,12). Abbiamo per eredità solo la superbia e l’accecamento della mente, l’indurimento del cuore, la debolezza e l’incostanza dell’anima, la concupiscenza, le passioni ribelli e le malattie del corpo. Siamo per natura più superbi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più golosi dei porci, più collerici delle tigri e più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Non abbiamo nel nostro fondo che il nulla e il peccato, e meritiamo solo l’ira di Dio e l’inferno eterno.

80. Dopo ciò, bisogna meravigliarsi se Nostro Signore disse che colui che voleva seguirlo doveva rinunciare a se stesso e odiare la propria anima; che colui che avrebbe amato la propria vita l’avrebbe persa e colui che l’avrebbe odiata l’avrebbe salvata? Questa Sapienza infinita, che non dà comandamenti senza ragione, ci ordina di odiare noi stessi soltanto perché siamo grandemente degni di odio: niente di più degno d’amore che Dio, niente di più degno di odio che noi stessi.

81. In secondo luogo, per vuotarci di noi stessi bisogna morire ogni giorno a noi stessi: cioè bisogna rinunciare alle operazioni delle potenze della nostra anima e dei sensi del corpo, bisogna vedere come se non si vedesse, udire come se non si udisse, servirsi delle cose di questo mondo come se non ce ne si servisse, ciò che san Paolo chiama morire ogni giorno: «Cotidie morior!» (1 Cor 15,31). «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo» (Gv 12,24). Se non moriamo a noi stessi, e se le nostre devozioni, anche le più sante, non ci portano a questa morte necessaria e feconda, non porteremo nessun frutto di valore, e le nostre devozioni ci diverranno inutili, tutte le nostre opere di giustizia saranno contaminate dal nostro amor proprio e dalla nostra propria volontà, ciò che farà che Dio avrà in abominio i più grandi sacrifici e le migliori azioni che possiamo fare; e che alla nostra morte ci troveremo con le mani vuote di virtù e di meriti, e non avremo una scintilla di puro amore, che viene comunicato solo alle anime la cui vita è nascosta con Gesù Cristo in Dio.

82. In terzo luogo, bisogna scegliere tra tutte le devozioni alla santissima Vergine quella che ci porta maggiormente a morire a noi stessi, è questa la migliore e la più santificante; perché non bisogna credere che tutto ciò che luccica sia oro, che tutto ciò che è dolce sia miele, e tutto ciò che è facile da fare e praticato dal maggior numero sia ciò che è più santificante. Come vi sono segreti di natura per fare in poco tempo, con poca spesa e con facilità certe operazioni naturali, allo stesso modo vi sono segreti nell’ordine della grazia per fare in poco tempo, con dolcezza e facilità, operazioni soprannaturali: vuotarsi di se stessi, riempirsi di Dio e diventare perfetti.

La pratica che voglio far conoscere è uno di questi segreti di grazia, sconosciuto dalla maggior parte dei cristiani, conosciuto da pochi devoti, e praticato e gustato da un numero molto più piccolo. Per cominciare a scoprire questa pratica, ecco una quarta verità che è una conseguenza della terza.

Quarta verità

83. Quarta verità. È più perfetto, perché più umile, non accostarci a Dio da noi stessi, senza un mediatore. Essendo il nostro fondo corrotto, come ho dimostrato, se ci appoggiamo sulle nostre attività, iniziative, preparazioni, per arrivare a Dio e piacergli, è certo che tutte le nostre opere di giustizia saranno macchiate, o di scarso valore davanti a Dio, per indurlo a unirsi a noi e a esaudirci. Poiché non è senza ragione che Dio ci ha dato dei mediatori presso la sua Maestà: egli ha visto la nostra indegnità e incapacità, ha avuto misericordia di noi, e, per darci accesso alle sue misericordie, ci ha provvisto di potenti intercessori presso la sua grandezza; di modo che trascurare questi mediatori, e avvicinarsi direttamente alla sua santità senza alcuna raccomandazione, è mancare di umiltà, è mancare di rispetto verso un Dio così alto e così santo; è valutare meno questo Re dei re di un re o di un principe della terra, al quale non ci avvicineremmo senza qualche amico che parlasse per noi.

84. Nostro Signore è il nostro avvocato e il nostro mediatore di redenzione presso Dio Padre; è per mezzo di lui che dobbiamo pregare con tutta la Chiesa trionfante e militante; è per mezzo di lui che abbiamo accesso presso la sua Maestà, e non dobbiamo mai comparire davanti a lui se non appoggiati e rivestiti dei suoi meriti, come il piccolo Giacobbe delle pelli di capretto davanti a suo padre Isacco, per ricevere la sua benedizione.

85. Ma non abbiamo forse bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso? La nostra purezza è abbastanza grande per unirci direttamente a lui da soli? Non è egli Dio, in tutto uguale al Padre, e di conseguenza il Santo dei santi, degno di rispetto quanto il Padre? Se, per la sua carità infinita, si è fatto nostro garante e nostro mediatore presso Dio, suo Padre, per placarlo e pagare quello che gli dovevamo, bisogna per questo avere meno rispetto e timore per la sua maestà e la sua santità?

Diciamo dunque arditamente, con san Bernardo, che abbiamo bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso, e che la divina Maria è la più capace di compiere quest’ufficio caritatevole; è per mezzo di lei che Gesù Cristo è venuto a noi, ed è per mezzo di lei che noi dobbiamo andare a lui. Se temiamo di andare direttamente a Gesù Cristo Dio, o a causa della sua grandezza infinita, o a causa della nostra pochezza, o a causa dei nostri peccati, imploriamo arditamente l’aiuto e l’intercessione di Maria nostra Madre: ella è buona e tenera; non vi è in lei nulla di austero, nulla di troppo sublime e di troppo brillante; vedendola, vediamo la nostra pura natura. Ella non è il sole, che, con la vivezza dei suoi raggi, potrebbe abbagliarci a causa della nostra debolezza; ma ella è bella e dolce come la luna, che riceve la luce dal sole e la tempera per renderla conforme alla nostra piccola portata. Ella è così caritatevole che non respinge nessuno di quelli che chiedono la sua intercessione, per quanto peccatori siano; perché, come dicono i santi, non si è mai sentito dire, da quando il mondo è mondo, che qualcuno sia ricorso alla santa Vergine con fiducia e perseveranza, e ne sia stato respinto. Ella è così potente che mai ha ricevuto un rifiuto nelle sue domande; basta che si presenti davanti a suo Figlio per pregarlo: subito egli concede, subito accoglie; egli è sempre amorosamente vinto dalle preghiere della sua carissima Madre, che lo portò in grembo e lo allattò.

86. Tutto questo è tratto da san Bernardo e san Bonaventura; di modo che, secondo loro, noi dobbiamo salire tre gradini per andare a Dio: il primo, che è il più vicino a noi e il più conforme alla nostra capacità, è Maria; il secondo è Gesù Cristo; e il terzo è Dio Padre. Per andare a Gesù, bisogna andare a Maria, nostra mediatrice d’intercessione; per andare all’eterno Padre, bisogna andare a Gesù, nostro mediatore di redenzione. Con la devozione che esporrò in seguito, si rispetta quest’ordine alla perfezione.

Quinta verità

87. Quinta verità. È molto difficile, vista la nostra debolezza e fragilità, conservare in noi le grazie e i tesori che abbiamo ricevuto da Dio:

1) Perché «abbiamo questo tesoro», che vale più del cielo e della terra, «in vasi di creta» (2 Cor 4,7), in un corpo corruttibile, in un’anima debole e incostante, che un nonnulla turba e abbatte.

88. 2) Perché i demoni, che sono ladri astuti, cercano di prenderci alla sprovvista per derubarci e svaligiarci; spiano giorno e notte il momento favorevole per questo; si aggirano continuamente per divorarci, e toglierci in un momento, per un peccato, tutto ciò che abbiamo guadagnato di grazie e di meriti in parecchi anni. La loro malizia, la loro esperienza, le loro astuzie e il loro numero devono farci infinitamente temere questa disgrazia, visto che persone più piene di grazia, più ricche in virtù, più fondate in esperienza e più elevate in santità, sono state sorprese, derubate e depredate miseramente. Ah! quanti cedri del Libano e stelle del firmamento si sono visti cadere miseramente e perdere tutta la loro altezza e il loro splendore in poco tempo! Da dove viene questo strano cambiamento? Non è stata mancanza di grazia, che non manca a nessuno, ma mancanza di umiltà: si sono creduti capaci di custodire i loro tesori; si sono fidati e appoggiati su se stessi; hanno creduto la loro casa abbastanza sicura, e le loro casseforti abbastanza robuste per custodire il prezioso tesoro della grazia, ed è a causa di questo impercettibile appoggio su se stessi (sebbene sembrasse loro di appoggiarsi unicamente sulla grazia di Dio), che il Signore giustissimo ha permesso che fossero derubati, abbandonandoli a se stessi. Ahimè! se avessero conosciuto la devozione ammirabile che mostrerò in seguito, avrebbero affidato il loro tesoro a una Vergine potente e fedele, che glielo avrebbe custodito come un bene proprio, facendosene un dovere di giustizia.

89. 3) È difficile perseverare nella giustizia a causa dell’incredibile corruzione del mondo. Il mondo è ora così corrotto che necessariamente i cuori religiosi ne sono macchiati, se non dal suo fango, almeno dalla sua polvere; di modo che è una specie di miracolo che una persona rimanga ferma in mezzo a questo torrente impetuoso senza essere trascinata, in mezzo a questo mare tempestoso senza essere sommersa o depredata dai pirati e dai corsari, in mezzo a quest’aria infetta senza esserne danneggiata. È la Vergine unicamente fedele sulla quale il serpente non ha mai avuto potere, che compie questo miracolo nei confronti di quelli che la amano veramente.

Capitolo 1 – Trattato della vera devozione a Maria

NECESSITÀ DELLA DEVOZIONE A MARIA

14. Confesso, con tutta la Chiesa, che Maria essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell’Altissimo, paragonata alla sua Maestà infinita è meno di un atomo, o meglio non è niente del tutto, poiché egli solo è «Colui che è» (Es 3,14). Perciò questo grande Signore, sempre indipendente e bastante a se stesso, non ebbe e non ha ancora assolutamente bisogno della santissima Vergine per il compimento delle sue volontà e per la manifestazione della sua gloria. Gli basta volere per fare tutto.

15. Tuttavia dico che, dato l’ordine attuale delle cose, Dio avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della santissima Vergine dal momento che la formò, bisogna credere che non muterà condotta nei secoli dei secoli, perché egli è Dio e non muta nei suoi pensieri né nella sua condotta.

16. Dio Padre diede al mondo il suo Unigenito solo per mezzo di Maria. Per quanto i patriarchi avessero sospirato, per quanto i profeti e i santi dell’antica legge avessero invocato, per quattromila anni, per avere questo tesoro, solo Maria lo meritò e trovò grazia davanti a Dio con la forza delle sue preghiere e l’altezza delle sue virtù. Essendo il mondo indegno, dice sant’Agostino, di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre, egli lo diede a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei.

Il Figlio di Dio si fece uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria.

Dio Spirito Santo formò Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno dei primi ministri della sua corte.

17. Dio Padre comunicò a Maria la propria fecondità per quanto ne era capace una semplice creatura, per darle il potere di generare il Figlio suo e tutti i membri del suo Corpo mistico.

18. Dio Figlio discese nel suo seno verginale, come nuovo Adamo nel suo paradiso terrestre, per compiacersene e per operarvi di nascosto meraviglie di grazia. Questo Dio fatto uomo trovò la sua libertà nel vedersi imprigionato nel suo seno; fece risplendere la sua forza nel lasciarsi portare da questa fanciulla; trovò la sua gloria e quella del Padre nel nascondere i suoi splendori a ogni creatura di quaggiù, per rivelarli solo a Maria; glorificò la sua indipendenza e la sua maestà nel dipendere da questa amabile Vergine nella concezione, nella nascita, nella presentazione al tempio, nei trent’anni di vita nascosta, perfino nella morte, cui ella doveva assistere, per compiere con lei un medesimo sacrificio e per essere immolato col suo consenso all’eterno Padre, come un tempo Isacco col consenso di Abramo alla volontà di Dio. È lei che lo allattò, nutrì, mantenne, allevò e sacrificò per noi.

O ammirabile e incomprensibile dipendenza di un Dio che lo Spirito Santo non poté passare sotto silenzio nel Vangelo – sebbene ci abbia nascosto quasi tutte le cose mirabili che questa Sapienza incarnata fece nella sua vita nascosta – per mostrarcene il pregio e la gloria infinita. Gesù Cristo ha dato più gloria a Dio Padre con la sottomissione a sua Madre per trent’anni di quanta non gliene avrebbe data convertendo tutto il mondo operando le più grandi meraviglie. Oh! quanto glorifichiamo altamente Dio quando ci sottomettiamo, per piacergli, a Maria, sull’esempio di Gesù Cristo, nostro unico modello!

19. Se esaminiamo attentamente il resto della vita di Gesù Cristo, vedremo che egli volle incominciare i suoi miracoli per mezzo di Maria. Egli santificò san Giovanni nel seno di sua madre santa Elisabetta con la parola di Maria; appena ella parlò, Giovanni fu santificato, ed è il suo primo e più grande miracolo nell’ordine della grazia. Cambiò, alle nozze di Cana, l’acqua in vino alla sua umile preghiera, ed è il suo primo miracolo nell’ordine della natura. Cominciò e continuò i suoi miracoli per mezzo di Maria; e li continuerà fino alla fine dei secoli per mezzo di Maria.

20. Dio Spirito Santo essendo sterile in Dio, cioè non generando altra persona divina, divenne fecondo per mezzo di Maria da lui sposata. È con lei e in lei e da lei che egli formò il suo capolavoro, che è un Dio fatto uomo, e che egli forma tutti i giorni fino alla fine del mondo i predestinati e i membri del corpo di questo capo adorabile: perciò più trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un anima, più diviene operante e potente per formare Gesù Cristo in quest’anima e quest’anima in Gesù Cristo.

21. Con ciò non si vuol dire che la santissima Vergine dia allo Spirito Santo la fecondità, come se non l’avesse, poiché, essendo Dio, egli ha la fecondità o la capacità di generare, come il Padre e il Figlio, sebbene non la riduca in atto, non generando altra persona divina. Ma si vuol dire che lo Spirito Santo, tramite la santissima Vergine, di cui vuol servirsi, sebbene non ne abbia assolutamente bisogno, riduce in atto la sua fecondità, generando in lei e per mezzo di lei Gesù Cristo e i suoi membri. Mistero di grazia sconosciuto anche ai più dotti e spirituali tra i cristiani.

22. La condotta che le tre Persone della Santissima Trinità tennero nell’Incarnazione e nella prima venuta di Gesù Cristo, la mantengono tutti i giorni, in modo invisibile, nella santa Chiesa, e la manterranno fino alla fine dei secoli, nell’ultima venuta di Gesù Cristo.

23. Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria. Questo gran Dio ha un tesoro o un deposito ricchissimo, dove racchiuse tutto ciò che possiede di bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il proprio Figlio; e questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano il tesoro del Signore, dalla cui pienezza gli uomini sono arricchiti.

24. Dio Figlio comunicò a sua Madre tutto ciò che acquistò con la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue virtù ammirabili, e la fece tesoriera di tutto quello che il Padre gli diede in eredità; è per mezzo di lei che egli applica i suoi meriti ai suoi membri, comunica le sue virtù e distribuisce le sue grazie; è il suo canale misterioso, è il suo acquedotto, per cui fa passare dolcemente e abbondantemente le sue misericordie.

25. Dio Spirito Santo comunicò a Maria, sua fedele Sposa, i suoi doni ineffabili, e la scelse come dispensatrice di tutto ciò che possiede: in modo che ella distribuisce a chi vuole, quanto vuole, come vuole e quando vuole, tutti i suoi doni e le sue grazie, e non viene dato alcun dono celeste agli uomini che non passi per le sue mani verginali. Poiché tale è la volontà di Dio, che volle che noi avessimo tutto per mezzo di Maria. Così doveva essere arricchita, innalzata e onorata dall’Altissimo colei che si è fatta povera, umile e nascosta fino al nulla con la sua profonda umiltà per tutta la sua vita. Ecco il pensiero della Chiesa e dei santi Padri.

26. Se parlassi a certi sapientoni d’oggi, proverei tutto ciò che dico semplicemente, più a lungo, con la sacra Scrittura, i santi Padri, dei quali riporterei i passi latini, e con parecchie solide ragioni che si possono vedere sviluppate a lungo dal R. P. Poiré nel suo libro: La Triplice Corona di Maria. Ma siccome parlo particolarmente ai poveri e ai semplici che, essendo di buona volontà e avendo più fede del comune dei sapienti, credono con più semplicità e con più merito, mi limito a esporre loro in modo semplice la verità, senza fermarmi a citare tutti i passi latini, che non capiscono, sebbene non trascuri di riportarne qualcuno, senza ricercarli molto. Continuiamo.

27. Poiché la grazia perfeziona la natura e la gloria perfeziona la grazia, è certo che Nostro Signore è ancora in cielo Figlio di Maria come lo era sulla terra, e che, di conseguenza, ha conservato la sottomissione e l’obbedienza del più perfetto di tutti i figli riguardo alla migliore di tutte le madri. Ma bisogna guardarsi dal concepire in questa dipendenza qualche abbassamento o imperfezione in Gesù Cristo. Perché Maria essendo infinitamente al di sotto di suo Figlio, che è Dio, non gli comanda come una madre terrena comanderebbe a suo figlio che è al di sotto di lei. Maria, essendo tutta trasformata in Dio per la grazia e la gloria che trasforma tutti i santi in lui, non domanda, né vuole, né fa niente che sia contrario all’eterna e immutabile volontà di Dio. Quando dunque si legge, negli scritti di san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, ecc., che in cielo e sulla terra, tutto, perfino Dio stesso, è sottomesso alla santissima Vergine, vuol dire che l’autorità che Dio ha voluto concederle è così grande, che sembra che ella abbia la stessa potenza di Dio, e che le sue preghiere e richieste sono così potenti presso Dio, che equivalgono sempre a dei comandi presso la sua Maestà, che non resiste mai alla preghiera della sua cara Madre, perché è sempre umile e conforme alla sua volontà.

Se Mosè, con la forza della sua preghiera, fermò la collera di Dio sugli Israeliti, in modo così potente che l’altissimo e infinitamente misericordioso Signore, non potendo resistergli, gli disse di lasciarlo andare in collera e punire quel popolo ribelle, cosa dobbiamo pensare, a maggior ragione, della preghiera dell’umile Maria, la degna Madre di Dio, che è più potente presso la sua Maestà delle preghiere e intercessioni di tutti gli angeli e i santi del cielo e della terra?

28. Maria comanda in cielo sugli angeli e i beati. Come ricompensa della sua profonda umiltà, Dio le ha dato il potere e l’incarico di riempire di santi i troni vuoti da cui caddero per superbia gli angeli ribelli. Tale è la volontà dell’Altissimo, che innalza gli umili, che il cielo, la terra e l’inferno, volenti o nolenti, si pieghino ai comandi dell’umile Maria, che egli ha costituito sovrana del cielo e della terra, condottiera dei suoi eserciti, tesoriera dei suoi tesori, dispensatrice delle sue grazie, operatrice delle sue grandi meraviglie, riparatrice del genere umano, mediatrice degli uomini, sterminatrice dei nemici di Dio e fedele compagna delle sue grandezze e dei suoi trionfi.

29. Dio Padre vuole avere figli per mezzo di Maria fino alla fine del mondo, e le dice queste parole: «Fissa la tenda in Giacobbe» (Sir 24,8), cioè poni la tua dimora e residenza tra i miei figli e predestinati, raffigurati da Giacobbe, e non tra i figli del demonio e i reprobi, raffigurati da Esaù.

30. Come nella generazione naturale e corporale vi è un padre e una madre, così nella generazione soprannaturale e spirituale vi è un padre che è Dio e una madre che è Maria. Tutti i veri figli di Dio e predestinati hanno Dio per padre e Maria per madre; e chi non ha Maria per Madre non ha Dio per Padre. Per questo i reprobi, come gli eretici, gli scismatici, ecc., che odiano o guardano con disprezzo o indifferenza la santissima Vergine, non hanno Dio per padre, sebbene se ne vantino, perché non hanno Maria per madre: poiché se l’avessero per madre, l’amerebbero e l’onorerebbero come un vero e buon figlio ama naturalmente e onora sua madre che gli ha dato la vita.

Il segno più infallibile e più indubitabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo, da un predestinato, è che l’eretico e il reprobo non hanno che disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine, cercando, con le loro parole ed esempi, di sminuirne il culto e l’amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti. Ahimè! Dio Padre non ha detto a Maria di abitare tra di loro, perché sono degli Esaù.

31. Dio Figlio vuole formarsi e, per così dire, incarnarsi ogni giorno, per mezzo della sua cara Madre, nei suoi membri, e le dice: «Prendi in eredità Israele» (Sir 24,8). Come se dicesse: Dio mio Padre m’ha dato in eredità tutte le nazioni della terra, tutti gli uomini buoni e cattivi, predestinati e reprobi; condurrò gli uni con lo scettro d’oro e gli altri con lo scettro di ferro; sarò il padre e l’avvocato degli uni, il giusto vendicatore degli altri, e il giudice di tutti; ma tu, mia cara Madre, avrai per tua eredità e possesso solo i predestinati raffigurati da Israele; e, come loro buona madre, li genererai, nutrirai, alleverai; e, come loro sovrana, li condurrai, governerai e difenderai.

32. «L’uno e l’altro è nato in essa» (Sal 87,5), dice lo Spirito Santo. Secondo la spiegazione di qualche Padre, il primo uomo che è nato in Maria è l’Uomo-Dio, Gesù Cristo; il secondo è un semplice uomo, figlio di Dio e di Maria per adozione. Se Gesù Cristo, il capo degli uomini, è nato in lei, i predestinati, che sono i membri di questo capo, devono pure necessariamente nascere in lei. Una stessa madre non mette al mondo la testa o il capo senza le membra, né le membra senza la testa; altrimenti questo sarebbe un mostro di natura; così, nell’ordine della grazia, il capo e i membri nascono da una stessa madre; e se un membro del corpo mistico di Gesù Cristo, cioè un predestinato, nascesse da un’altra madre diversa da Maria che ha generato il capo, questo non sarebbe un predestinato, né un membro di Gesù Cristo, ma un mostro nell’ordine della grazia.

33. Inoltre, essendo Gesù Cristo ora più che mai il frutto di Maria, come il cielo e la terra le ripetono mille e mille volte ogni giorno: «E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù», è certo che Gesù Cristo è veramente il frutto e l’opera di Maria per ogni uomo in particolare, che lo possiede, come per tutti in generale; di modo che, se qualche fedele ha Gesù Cristo formato nel suo cuore, può dire audacemente: «Infinite grazie a Maria, ciò che possiedo è suo effetto e suo frutto, e senza di lei non lo avrei»; e si può applicarle con più verità che san Paolo non le applichi a se stesso, queste parole: «Figlioli miei, che io di nuovo partorisco, finché non sia formato Cristo in voi» (Gal 4,19), Io genero ogni giorno i figli di Dio, finché Gesù Cristo mio Figlio non sia formato in loro nella pienezza della sua età. Sant’Agostino superando se stesso, e tutto quello che ho detto, dice che tutti i predestinati, per essere conformi all’immagine del Figlio di Dio, in questo mondo sono nascosti nel seno della santissima Vergine, dove sono custoditi, nutriti, mantenuti e cresciuti da questa buona Madre, finché ella non li generi alla gloria, dopo la morte, che è propriamente il giorno della loro nascita, come la Chiesa chiama la morte dei giusti. O mistero di grazia sconosciuto ai reprobi e poco conosciuto dai predestinati!

34. Dio Spirito Santo vuole formarsi in lei e per mezzo di lei degli eletti e le dice: «Metti radici nei miei eletti» (Sir 24,12). Getta, mia diletta e mia Sposa, le radici di tutte le tue virtù nei miei eletti, affinché crescano di virtù in virtù e di grazia in grazia. Io mi sono compiaciuto tanto in te, quando vivevi sulla terra nella pratica delle più sublimi virtù, che desidero ancora trovarti sulla terra, senza che tu cessi di essere in cielo. Riproduciti per questo nei miei eletti: che io veda in loro compiacendomene le radici della tua fede invincibile, della tua umiltà profonda, della tua mortificazione universale, della tua orazione sublime, della tua carità ardente, della tua speranza ferma e di tutte le tue virtù. Tu sei sempre la mia Sposa più fedele, più pura e più feconda che mai: la tua fede mi dia dei fedeli; la tua purezza mi dia dei vergini, la tua fecondità mi dia degli eletti e dei templi.

35. Quando Maria ha gettato le sue radici in un’anima, vi produce delle meraviglie di grazia che ella sola può produrre perché ella sola è la Vergine feconda che non ha mai avuto né avrà mai simile in purezza e in fecondità.

Maria ha prodotto, con lo Spirito Santo, la cosa più grande che vi sia stata e vi sarà mai, che è un Dio-Uomo, e produrrà di conseguenza le cose più grandi che vi saranno negli ultimi tempi. La formazione e l’educazione dei grandi santi che vi saranno verso la fine del mondo è riservata a lei; perché soltanto questa Vergine singolare e miracolosa può produrre, in unione con lo Spirito Santo, le cose singolari e straordinarie.

36. Quando lo Spirito Santo, suo Sposo, la trova in un’anima, vi vola, vi entra pienamente, si comunica a quest’anima tanto più abbondantemente quanto più posto essa dà alla sua Sposa; e una delle grandi ragioni per cui lo Spirito Santo non compie adesso meraviglie sorprendenti nelle anime, è che non vi trova un’unione abbastanza grande con la sua fedele e indissolubile Sposa. Dico: indissolubile Sposa, perché da quando quest’Amore sostanziale del Padre e del Figlio ha sposato Maria per generare Gesù Cristo, il capo degli eletti e Gesù Cristo negli eletti, non l’ha mai ripudiata, perché ella è sempre stata fedele e feconda.

37. Da quanto ho detto si deve evidentemente concludere: In primo luogo, che Maria ha ricevuto da Dio un grande dominio sulle anime degli eletti: poiché ella non potrebbe porre in loro la sua residenza, come Dio Padre le ha ordinato; formarli, nutrirli e generarli alla vita eterna come loro madre, averli come sua parte ed eredità, formarli in Gesù Cristo e Gesù Cristo in loro; gettare nel loro cuore le radici delle sue virtù, ed essere la compagna indissolubile dello Spirito Santo per tutte queste opere di grazia; non potrebbe, dico, fare tutte queste cose, se non avesse diritto e dominio sulle loro anime per una grazia singolare dell’Altissimo, che, avendole dato potere sul suo Figlio unico e naturale, glielo ha dato anche sui suoi figli adottivi, non solamente quanto al corpo, il che sarebbe poca cosa, ma anche quanto all’anima.

38. Maria è la Regina del cielo e della terra per grazia, come Gesù ne è il Re per natura e per conquista. Ora, come il regno di Cristo consiste principalmente nel cuore o nell’interiore dell’uomo, secondo quelle parole: «Il regno di Dio è dentro di voi» (Lc 17,21), così il regno della santissima Vergine è principalmente nell’interiore dell’uomo, cioè nella sua anima, ed è principalmente nelle anime che ella è glorificata con suo Figlio più che in tutte le creature visibili, e noi possiamo chiamarla con i santi la Regina dei cuori.

39. In secondo luogo, bisogna concludere che se la santissima Vergine è necessaria a Dio, di una necessità che si chiama ipotetica, secondo la sua volontà, è molto più necessaria agli uomini per conseguire il loro ultimo fine. Non bisogna dunque confondere la devozione alla santissima Vergine con la devozione agli altri santi, come se non fosse più necessaria e solo di supererogazione.

40. Il dotto e pio Suarez, della Compagnia di Gesù, il sapiente e devoto Giusto Lipsio, dottore di Lovanio, e parecchi altri, hanno provato inconfutabilmente, basandosi sul pensiero dei Padri, tra gli altri sant’Agostino, sant’Efrem, san Cirillo di Gerusalemme, san Germano di Costantinopoli, san Giovanni Damasceno, sant’Anselmo, san Bernardo, san Bernardino, san Tommaso e san Bonaventura, che la devozione alla santissima Vergine è necessaria alla salvezza, e che è un segno infallibile di riprovazione, come lo riconoscono lo stesso Ecolampadio e alcuni altri eretici, il non avere stima e amore per la santissima Vergine, e che, al contrario, è un segno infallibile di predestinazione esserle interamente e veramente devoti.

41. Lo provano le figure e le parole dell’antico e del nuovo Testamento, lo confermano il pensiero e gli esempi dei santi, lo insegnano e lo dimostrano la ragione e l’esperienza; il diavolo stesso e i suoi satelliti, costretti dalla forza della verità, furono sovente obbligati a confessarlo loro malgrado. Di tutti i passi dei santi Padri e dei Dottori, di cui ho fatto un’ampia raccolta per provare questa verità, ne riporto uno solo per non essere troppo lungo: «Essere tuoi devoti, o santa Vergine, dice san Giovanni Damasceno, è un’arma di salvezza che Dio dà a coloro che vuol salvare».

42. Potrei qui riportare parecchi fatti che provano la stessa cosa, tra gli altri: 1) quello riportato nelle cronache di san Francesco, quando egli vide in un’estasi una grande scala che portava in cielo, alla cui estremità vi era la santa Vergine, per la quale gli fu mostrato che bisognava salire per giungere al cielo; 2) quello riportato nelle cronache di san Domenico, quando quindicimila demoni che possedevano l’anima di un infelice eretico, presso Carcassonne, ove san Domenico predicava il Rosario, furono costretti, a loro confusione, per comando della santa Vergine, a confessare parecchie grandi e consolanti verità riguardanti la devozione alla santa Vergine, con tanta forza e chiarezza, che non si può leggere questo episodio autentico e il panegirico che il diavolo fece suo malgrado della devozione alla santissima Vergine, senza versare lacrime di gioia, per poco che uno sia devoto della santissima Vergine.

43. Se la devozione alla santissima Vergine è necessaria a tutti gli uomini semplicemente per salvarsi, lo è ancora molto di più a quelli che sono chiamati a una perfezione particolare; e io non credo che una persona possa acquistare un’unione intima con Nostro Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo, senza una grandissima unione con la santissima Vergine e una grande dipendenza dal suo aiuto.

44. Solo Maria ha trovato grazia presso Dio senza l’aiuto di nessun’altra creatura. Solo per mezzo di lei tutti quelli che hanno trovato grazia presso Dio dopo di lei l’hanno trovata, e solo per mezzo di lei tutti quelli che verranno la troveranno. Ella era piena di grazia quando fu salutata dall’arcangelo Gabriele, fu colmata di grazia con sovrabbondanza dallo Spirito Santo quando stese su di lei la sua ombra ineffabile; e accrebbe talmente di giorno in giorno e di momento in momento questa duplice pienezza, che giunse a un grado di grazia immenso e inconcepibile; di modo che l’Altissimo l’ha costituita unica tesoriera dei suoi tesori e unica dispensatrice delle sue grazie, per nobilitare, innalzare e arricchire chi vuole, per far entrare chi vuole nella via stretta del cielo, per far passare, malgrado tutto, chi vuole per la porta stretta della vita, e per dare il trono, lo scettro e la corona regale a chi vuole. Gesù è dovunque e sempre il frutto e il Figlio di Maria; e Maria è dovunque il vero albero che porta il frutto di vita, e la vera madre che lo genera.

45. Solo a Maria Dio ha dato le chiavi delle stanze del divino amore, e il potere di entrare nelle vie più sublimi e più segrete della perfezione, e di farvi entrare gli altri. Solo Maria fa entrare nel paradiso terrestre i miseri figli di Eva l’infedele, perché vi passeggino piacevolmente con Dio, vi si nascondano con sicurezza dai loro nemici e vi si nutrano deliziosamente, e senza più temere la morte, del frutto dell’albero della vita e della scienza del bene e del male e vi bevano a larghi sorsi le acque celesti di questa bella fontana che vi zampilla in abbondanza; o meglio, essendo ella stessa questo paradiso terrestre, o questa terra vergine e benedetta da cui Adamo ed Eva peccatori furono scacciati, fa entrare presso di lei solo quelli che vuole per farli diventare santi.

46. Tutti i ricchi del popolo, per servirmi dell’espressione dello Spirito Santo, secondo la spiegazione di san Bernardo, tutti i ricchi del popolo cercheranno il tuo volto di secolo in secolo, e particolarmente alla fine del mondo, cioè i più grandi santi, le anime più ricche in grazia e in virtù, saranno i più assidui nel pregare la santissima Vergine e nell’averla sempre presente come loro perfetto modello da imitare, e loro aiuto potente per esserne soccorsi.

47. Ho detto che ciò avverrà specialmente alla fine del mondo, e presto, perché l’Altissimo e la sua santa Madre devono formarsi dei grandi santi che sorpasseranno di tanto in santità la maggior parte degli altri santi quanto i cedri del Libano sorpassano i piccoli alberelli, come fu rivelato a un’anima santa la cui vita è stata scritta dal de Renty.

48. Queste grandi anime, piene di grazia e di zelo, saranno elette per opporsi ai nemici di Dio, che fremeranno da tutte le parti, e saranno particolarmente devote della santissima Vergine, illuminate dalla sua luce, nutrite dal suo latte, guidate dal suo spirito, sostenute dal suo braccio e custodite sotto la sua protezione, così che esse combatteranno con una mano ed edificheranno con l’altra. Con una mano combatteranno, rovesceranno, schiacceranno gli eretici con le loro eresie, gli scismatici con i loro scismi, gli idolatri con la loro idolatria e i peccatori con le loro empietà; con l’altra mano edificheranno il tempio del vero Salomone e la mistica città di Dio, cioè la santissima Vergine, chiamata dai santi Padri il tempio di Salomone e la città di Dio. Porteranno tutti, con le loro parole e i loro esempi, alla sua vera devozione, ciò che attirerà loro molti nemici, ma anche molte vittorie e gloria per Dio solo. Così Dio rivelò a san Vincenzo Ferreri, grande apostolo del suo secolo, come questi ha ben indicato in una delle sue opere.

Sembra che lo Spirito Santo abbia predetto ciò nel Salmo 59, con le parole: «Il Signore regnerà in Giacobbe e fino ai confini della terra; ritorneranno a sera e soffriranno la fame come cani, si aggireranno intorno alla città in cerca di cibo». Questa città intorno alla quale gli uomini si aggireranno alla fine del mondo per convertirsi e per saziare la loro fame di giustizia, è la santissima Vergine, chiamata dallo Spirito Santo città di Dio.

49. Per mezzo di Maria cominciò la salvezza del mondo, e per mezzo di Maria deve essere compiuta. Maria quasi non comparve nella prima venuta di Gesù Cristo, affinché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo fortemente e troppo grossolanamente a lei, ciò che sarebbe certamente avvenuto se ella fosse stata conosciuta, a causa dell’incanto meraviglioso che l’Altissimo le aveva conferito anche nell’aspetto esteriore; ciò è tanto vero che san Dionigi l’Areopagita ci ha lasciato scritto che, quando la vide, l’avrebbe presa per una divinità, per le sue segrete attrattive e per la sua bellezza incomparabile, se la fede, nella quale era ben fermo, non gli avesse insegnato il contrario. Ma, nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, affinché per mezzo suo Gesù Cristo sia conosciuto, amato e servito, le ragioni che indussero lo Spirito Santo a nascondere la sua Sposa durante la vita, e a non rivelarla che ben poco dopo la predicazione del Vangelo, non sussistono più.

50. Dio vuol dunque rivelare e manifestare Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi:

1) Perché ella si nascose in questo mondo e si pose al di sotto della polvere con la sua profonda umiltà, avendo ottenuto da Dio, dai suoi Apostoli ed Evangelisti, di non essere manifestata.

2) Perché essendo il capolavoro delle mani di Dio, sia quaggiù per la grazia che in cielo per la gloria, egli vuole esserne glorificato e lodato sulla terra dai viventi.

3) Siccome ella è l’aurora che precede e manifesta il Sole di giustizia, che è Gesù Cristo, deve essere conosciuta e svelata, affinché lo sia Gesù Cristo.

4) Essendo la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, ella lo sarà ancora quando verrà la seconda, sebbene non nello stesso modo.

5) Essendo il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente, è per mezzo di lei che devono trovarlo le anime sante destinate a risplendere in santità. Chi troverà Maria troverà la vita, cioè Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita. Ma non si può trovare Maria se non la si cerca; né si può cercarla se non la si conosce: poiché non si cerca né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia più conosciuta che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.

6) Maria deve risplendere, più che mai, in misericordia, in forza e in grazia in questi ultimi tempi: in misericordia, per ricondurre e ricevere amorosamente i poveri peccatori e gli sviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica; in forza contro i nemici di Dio, gli idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti, che si ribelleranno terribilmente per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari; infine ella dovrà risplendere in grazia, per animare e sostenere i valorosi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo che combatteranno per i suoi interessi.

7) Infine Maria deve essere terribile al diavolo e ai suoi seguaci come un esercito schierato in battaglia, specialmente in questi ultimi tempi, poiché il diavolo, ben sapendo che gli rimane poco tempo, e molto meno che mai, per perdere le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi combattimenti; susciterà presto crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri.

51. È specialmente a queste ultime e crudeli persecuzioni del diavolo che aumenteranno ogni giorno fino al regno dell’Anticristo, che si deve applicare questa prima e celebre predizione e maledizione di Dio, pronunziata nel paradiso terrestre contro il serpente. Conviene spiegarla qui per la gloria della santissima Vergine, la salvezza dei suoi figli e la confusione del diavolo.

«Io porrò inimicizie tra te e la donna e la tua stirpe e la sua stirpe; ella ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,15).

52. Dio ha fatto e formato una sola inimicizia, ma irriconciliabile, che durerà e anzi aumenterà fino alla fine: quella tra Maria, sua degna Madre, e il diavolo, tra i figli e i servi della santa Vergine, e i figli e i seguaci di Lucifero; così che la più terribile nemica del diavolo che Dio abbia creato è Maria, la sua santa Madre. Egli le donò, fin dal paradiso terrestre, quantunque ella non fosse ancora che nella sua mente, tanto odio contro questo maledetto nemico di Dio, tanta abilità per scoprire la malizia di questo antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quest’empio superbo, che egli la teme non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma, in un certo senso, più di Dio stesso. Non che l’ira, l’odio e la potenza di Dio non siano infinitamente più grandi di quelli della santissima Vergine, poiché le perfezioni di Maria sono limitate; ma in primo luogo perché Satana, essendo superbo, soffre infinitamente di più di essere vinto e punito da una piccola e umile serva di Dio, e l’umiltà di lei lo umilia più della potenza divina; in secondo luogo perché Dio ha dato a Maria un potere così grande contro i diavoli, che essi temono di più, come sono stati spesso obbligati a confessare, loro malgrado, per bocca degli ossessi, uno solo dei suoi sospiri per qualche anima, che le preghiere di tutti i santi, e una sola delle sue minacce contro di loro che tutti gli altri loro tormenti.

53. Ciò che Lucifero perdette con la superbia, Maria lo guadagnò con l’umiltà; ciò che Eva dannò e perdette con la disobbedienza, Maria lo salvò con l’obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, perdette con sé tutti i suoi figli, e glieli consegnò; Maria, essendosi resa perfettamente fedele a Dio, salvò con sé tutti i suoi figli e i suoi servi, e li consacrò alla sua Maestà.

54. Dio non soltanto pose inimicizia, ma inimicizie, non solo tra Maria e il demonio, ma tra la stirpe della santa Vergine e la stirpe del demonio; cioè Dio pose inimicizie, antipatie e odi segreti tra i veri figli e servi della santa Vergine e i figli e schiavi del diavolo; essi non si amano scambievolmente, né hanno corrispondenza interiore gli uni con gli altri. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (perché è la stessa cosa), hanno sempre perseguitato finora e perseguiteranno più che mai quelli che appartengono alla santissima Vergine, come già Caino perseguitò suo fratello Abele, ed Esaù suo fratello Giacobbe, che sono le figure dei reprobi e dei predestinati. Ma l’umile Maria avrà sempre vittoria sopra questo superbo, e così grande da giungere fino a schiacciargli la testa ove risiede la sua superbia; scoprirà sempre la sua malizia di serpente; sventerà i suoi piani infernali, dissiperà i suoi consigli diabolici e difenderà fino alla fine del mondo i suoi servi fedeli dai suoi crudeli artigli.

Ma il potere di Maria su tutti i diavoli risplenderà particolarmente negli ultimi tempi, quando Satana tenderà insidie al suo calcagno, cioè ai suoi umili schiavi e ai suoi figli poveri che ella susciterà per fargli guerra. Saranno piccoli e poveri agli occhi del mondo, e bassi davanti a tutti come il calcagno, calpestati e perseguitati come lo è il calcagno rispetto alle altre membra del corpo; ma, in cambio, saranno ricchi della grazia di Dio, che Maria distribuirà loro abbondantemente; grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori a ogni creatura per il loro zelo ardente, e così fortemente sostenuti dall’aiuto divino, che con l’umiltà del loro calcagno, in unione con Maria, schiacceranno la testa del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo.

55. Infine, Dio vuole che la sua santa Madre sia ora più conosciuta, più amata, più onorata di quanto non lo sia mai stata: ciò che avverrà senza dubbio, se i predestinati entreranno, con la grazia e la luce dello Spirito Santo, nella pratica interiore e perfetta che io mostrerò loro in seguito. Allora vedranno chiaramente, per quanto la fede lo permette, questa bella stella del mare e arriveranno a buon porto, malgrado le tempeste e i pirati, seguendo la sua condotta; conosceranno le grandezze di questa sovrana e si consacreranno interamente al suo servizio, come suoi sudditi e suoi schiavi d’amore; sperimenteranno le sue dolcezze e bontà materne e l’ameranno teneramente come suoi figli diletti; conosceranno le misericordie di cui ella è piena e il bisogno che hanno del suo aiuto e ricorreranno a lei in tutte le cose come a loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo; sapranno che ella è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e piu perfetto per andare a Gesù Cristo e si consacreranno a lei corpo e anima, senza riserve, per essere allo stesso modo di Gesù Cristo.

56. Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria?

Saranno fuoco ardente, ministri del Signore che spargeranno dappertutto il fuoco dell’amore divino.

Saranno frecce acute nella mano della potente Maria per trafiggere i suoi nemici.

Saranno figli di Levi, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio, che porteranno l’oro dell’amore nel cuore, l’incenso dell’orazione nello spirito e la mirra della mortificazione nel corpo, e che saranno dappertutto il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno un odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi mondani.

57. Saranno nubi tonanti e volanti per l’aria al minimo soffio dello Spirito Santo, che, senza attaccarsi a nulla, né meravigliarsi di nulla, né mettersi in pena per nulla, spargeranno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna; tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci, e trafiggeranno da parte a parte, per la vita o per la morte, con la loro spada a doppio taglio della parola di Dio, tutti quelli ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo.

58. Saranno veri apostoli degli ultimi tempi, ai quali il Signore delle virtù darà la parola e la forza per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici; dormiranno senza oro né argento e, ciò che più conta, senza preoccupazioni, in mezzo agli altri sacerdoti, ecclesiastici e chierici; e tuttavia avranno le ali argentate della colomba, per andare con la pura intenzione della gloria di Dio e della salvezza delle anime, dove lo Spirito Santo li chiamerà, e non lasceranno dietro di sé, nei luoghi dove avranno predicato, che l’oro della carità che è il compimento di tutta la legge.

59. Infine, sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo, che camminando sulle tracce della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo le massime del mondo, senza darsi pensiero né fare accettazione di persona, senza risparmiare, ascoltare né temere alcun mortale, per quanto potente. Avranno nella loro bocca la spada a doppio taglio della parola di Dio; porteranno sulle loro spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, la corona del Rosario nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul loro cuore, e la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta.

Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria formerà per ordine dell’Altissimo, per estendere il suo impero su quello degli empi, degli idolatri e dei maomettani. Ma quando e come ciò avverrà?… Dio solo lo sa: noi dobbiamo tacere, pregare, sospirare e attendere: Exspectans exspectavi (Sal 40,2).

Introduzione – Trattato della vera devozione a Maria

1. Per mezzo della santissima Vergine Maria Gesù Cristo è venuto al mondo, ugualmente per mezzo di lei egli deve regnare nel mondo.

2. Maria condusse una vita assai nascosta; per questo è chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa Alma Mater: Madre nascosta e segreta. La sua umiltà fu così profonda che ella non ebbe sulla terra attrattiva più potente e continua che quella di celarsi a se stessa e ad ogni creatura, per non essere conosciuta che da Dio solo.

3. Dio, per esaudirla nelle richieste ch’ella gli fece di tenerla nascosta, povera e umile, si compiacque di nasconderla nella sua concezione, nella sua nascita, nella sua vita, nei suoi misteri, nella sua risurrezione e assunzione, a quasi ogni creatura umana. I suoi genitori stessi non la conoscevano; e gli angeli si domandavano spesso l’un l’altro: «Chi è costei?» (Ct 8,5). Perché l’Altissimo la nascondeva loro; o se ne svelava loro qualcosa, ne nascondeva loro infinitamente di più.

4. Dio Padre acconsentì che ella non facesse miracoli nella sua vita, almeno di strepitosi, nonostante gliene avesse dato il potere. Dio Figlio acconsentì ch’ella non parlasse quasi mai, benché le avesse comunicato la sua sapienza. Dio Spirito Santo acconsentì che i suoi Apostoli ed Evangelisti ne parlassero pochissimo e soltanto quanto era necessario per far conoscere Gesù Cristo, sebbene fosse la sua Sposa fedele.

5. Maria è l’eccellente capolavoro dell’Altissimo, di cui egli si riservò la conoscenza e il possesso. Maria è la Madre ammirabile del Figlio, che si compiacque di umiliarla e nasconderla nella sua vita, per assecondare la sua umiltà, trattandola col nome di donna, mulier, come un’estranea, benché nel suo cuore la stimasse e l’amasse più di tutti gli angeli e gli uomini. Maria è la fonte sigillata e la Sposa fedele dello Spirito Santo, ove egli solo può entrare. Maria è il santuario e il riposo della Santissima Trinità, dove Dio si trova in modo più sublime e divino che in qualsiasi altro luogo dell’universo, senza escludere la sua dimora sopra i cherubini e i serafini; e non è permesso a nessuna creatura, per quanto sia pura, entrarvi senza un grande privilegio.

6. Io dico con i santi: la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, ove s’incarnò per opera dello Spirito Santo, per operarvi meraviglie incomprensibili. È il grande e divino mondo di Dio, ove sono bellezze e tesori ineffabili. È la magnificenza dell’Altissimo, ove egli nascose, come nel suo seno, il suo unico Figlio, e in lui tutto quanto vi è di più eccellente e di più prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste Dio onnipotente operò in questa creatura ammirabile, come ella stessa fu obbligata a dire, malgrado la sua profonda umiltà: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente» (Lc 1,49). Il mondo non le conosce, perché ne è incapace e indegno.

7. I santi hanno detto cose meravigliose di questa santa città di Dio; e non furono mai tanto eloquenti e contenti, come essi confessano, come quando parlarono di lei. Ciononostante, esclamano che l’altezza dei suoi meriti, che ella ha elevati fino al trono della Divinità, non si può scorgere; che la larghezza della sua carità, che ella ha più estesa della terra, non si può misurare; che la grandezza della sua potenza, che ella ha perfino su un Dio, non si può comprendere; e infine, che la profondità della sua umiltà e di tutte le sue virtù e grazie, che sono un abisso, non si può sondare. O altezza incomprensibile! O larghezza ineffabile! O grandezza smisurata! O abisso impenetrabile!

8. Tutti i giorni, da un capo all’altro della terra, nel più alto dei cieli, nel più profondo degli abissi, tutto predica, tutto pubblica l’ammirabile Maria. I nove cori degli angeli, gli uomini di ogni sesso, età, condizione, religione, buoni e cattivi, perfino i demoni, sono obbligati a chiamarla beata, volentieri o no, dall’evidenza della verità. Tutti gli angeli in cielo le cantano incessantemente, come dice san Bonaventura: «Santa, santa, santa Maria, Madre di Dio e Vergine»; e le offrono milioni e milioni di volte al giorno la Salutazione angelica: «Ave Maria, ecc.», prostrandosi davanti a lei e domandandole come grazia di onorarli di qualche suo comando. Perfino san Michele, dice sant’Agostino, quantunque il principe di tutta la corte celeste, è il più zelante nel renderle e farle rendere ogni sorta di onori, sempre in attesa di avere l’onore di andare, ad una sua parola, a rendere servizio a qualcuno dei suoi servi.

9. Tutta la terra è piena della sua gloria, particolarmente presso i cristiani dove ella è scelta quale patrona e protettrice in parecchi regni, province, diocesi e città. Parecchie cattedrali sono consacrate a Dio sotto il suo nome. Non vi è chiesa senza altare in suo onore; non contrada dove non si trovi qualche sua immagine miracolosa, dove ogni specie di male viene guarito e ogni sorta di bene ottenuto. Quante confraternite e congregazioni in suo onore! quanti ordini religiosi sotto il suo nome e la sua protezione! quanti confratelli e consorelle di tutte le confraternite e quanti religiosi e religiose di tutti gli ordini religiosi pubblicano le sue lodi e annunciano le sue misericordie! Non vi è bambino che, balbettando l’Ave Maria, non la lodi; non vi è peccatore che, nella sua stessa durezza, non abbia in lei qualche scintilla di fiducia; non vi è nemmeno demonio nell’inferno che, temendola, non la rispetti.

10. Dopo questo bisogna dire veramente con i santi:

«De Maria numquam satis».

Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata, amata e servita. Ella merita ancora più lodi, ossequi, amore e servizi.

11. Dopo questo bisogna dire con lo Spirito Santo: «Tutta la gloria della figlia del Re è nell’interno» (Sal 45,14), come se tutta la gloria esteriore che le rendono a gara il cielo e la terra fosse nulla, in paragone di quella che riceve interiormente dal Creatore, e che non è conosciuta dalle piccole creature, che non possono conoscere il segreto dei segreti del Re.

12. Dopo questo bisogna esclamare con l’Apostolo: «Occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo» (1 Cor 2,9) le bellezze, le grandezze, le perfezioni di Maria, il miracolo dei miracoli della grazia, della natura e della gloria. Se volete comprendere la Madre, dice un santo, comprendete il Figlio. Ella è una degna Madre di Dio: «Qui ogni lingua rimanga muta».

13. Il cuore mi ha dettato tutto ciò che ho scritto, con gioia particolare, per mostrare che la divina Maria non è stata finora conosciuta, e che è una delle ragioni per cui Gesù Cristo non è conosciuto come deve esserlo. Se dunque, come è certo, la conoscenza e il regno di Gesù Cristo devono venire nel mondo, ciò sarà necessaria conseguenza della conoscenza e del regno della santissima Vergine Maria, che l’ha messo al mondo la prima volta e lo farà risplendere la seconda.