Sant’Emanuele prega per noi – 26 marzo

Sant’Emanuele

La fama e anche la bellezza del nome di Emanuele non è legata ad un Santo, ma allo stesso Salvatore. Leggiamo infatti il Vangelo di Matteo, che dice, parlando della nascita del Bambino di Betlemme: « Tutto ciò avvenne affinché s’adempisse quanto aveva detto il Signore a mezzo del Profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che sarà detto Emanuele ».

Il Profeta, a cui si richiama San Matteo, è il Profeta Isaia, il quale con queste parole luminose annunzia la venuta dei tempi nuovi e di colui che saprà « rigettare il male e scegliere il bene».

Ma che cosa vuol dire Emanuele?

Lo ha chiarito lo stesso San Matteo: vuol dire « Dio è con noi ». E perciò l’attributo tipico, completo e consolante del Messia, cioè del vero inviato da Dio per la salvezza del suo popolo.

Veramente, in ebraico tale termine suona Immanuel. I Settanta, nella loro versione della Bibbia, l’hanno trasformato in parola greca, modificandone leggermente il suono, traducendo cioè Emmanuel. E come Emanuele è diventato per i cristiani nome proprio, come altri attributi di Gesù. «Emmanuele » è infatti il titolo glorioso di Gesù soprattutto nella sua Resurrezione, nell’avvenimento che suggella e prova come « Dio sia con lui », e anche « con noi », con il popolo cioè dei redenti da quella Redenzione e dei credenti in quella Resurrezione.

Perciò, più o meno consapevolmente, i genitori che impongono ad un figlio il nome di Emanuele, o ad una figlia quello di Emanuela, più che richiamarsi alla devozione di un Santo particolare, onorano Gesù con uno dei suoi più belli attributi, come accade anche per i nomi di Salvatore e di Crocifisso.

Nonostante ciò, esiste anche un Sant’Emanuele, che la Chiesa festeggia oggi insieme con Sabino, Quadrato e Teodosio, in un gruppo di quaranta Martiri d’epoca incerta. La loro storia è presto detta. Pare che fossero originari dell’Oriente, e in tempi di persecuzione, il primo di essi, Quadrato, che era Vescovo, venne allontanato dalla sua diocesi e diffidato di proseguire la sua opera. Egli seguitò però a predicare, a battezzare, ad assistere i fedeli, fino a che non venne catturato e condannato a morte.

Dietro il suo esempio, altri 39 cristiani, uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, si presentarono al governatore della provincia dichiarando la loro fede. Furono tormentati nella speranza di vederli apostatare, e poiché nessuno cedette, tutti furono messi a morte.

Anche negli antichi menologi greci, Emanuele viene talvolta chiamato Manuele o Manuel, diminutivo che è restato molto diffuso, specialmente in Spagna: tanto da apparire, ormai, come un nome tipicamente spagnolo.

MARTIROLOGIO ROMANO. In Anatolia, nell’odierna Turchia, santi Emanuele, Sabino, Codrato e Teodosio, martiri.

Nome: Sant’ Emanuele
Titolo: Martire
Nascita: III Secolo, Anatolia
Morte: III Secolo, Anatolia
Ricorrenza: 26 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione

Maria, potentissimo nome

Maria potentissimo nome


O potente Madre di Dio e Madre mia Maria,
è vero che non sono degno neppure di nominarti,
ma Tu mi ami e desideri la mia salvezza.

Concedimi, benché la mia lingua sia immonda,
di poter sempre chiamare in mia difesa
il tuo santissimo e potentissimo nome,
perché il tuo nome è l’aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore.

Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia
che il tuo nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita.
Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo,
poiché in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità
non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria.

Così voglio fare durante la mia vita
e spero particolarmente nell’ora della morte,
per venire a lodare eternamente in Cielo il tuo amato nome:
“O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.

Maria, amabilissima Maria,
che conforto, che dolcezza, che fiducia, che tenerezza
sente l’anima mia anche solo nel pronunciare il tuo nome,
o soltanto pensando a Te!
Ringrazio il mio Dio e Signore che Ti ha dato per mio bene
questo nome così amabile e potente.

O Signora, non mi basta nominarti qualche volta,
voglio invocarti più spesso per amore;
voglio che l’amore mi ricordi di chiamarti ad ogni ora,
in modo tale da poter esclamare anch’io insieme a Sant’Anselmo:
“O nome della Madre di Dio, tu sei l’amore mio!”.

Mia cara Maria, mio amato Gesù,
i vostri dolcissimi Nomi vivano sempre nel mio ed in tutti i cuori.
La mia mente si dimentichi di tutti gli altri,
per ricordarsi solo e per sempre di invocare i vostri Nomi adorati.

Mio Redentore Gesù e Madre mia Maria,
quando sarà giunto il momento della mia morte,
in cui l’anima dovrà lasciare il corpo,
concedetemi allora, per i vostri meriti,
la grazia di pronunciare le ultime parole dicendo e ripetendo:
“Gesù e Maria vi amo, Gesù e Maria vi dono il cuore e l’anima mia”.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Supplica per la pace di Papa Francesco

Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!

Supplica per la pace: Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen.
(Papa Francesco)

Ricordiamo la recita della supplica del 27 di ogni mese dedicata alla Madonna della medaglia miracolosa.

Supplica del 27 di ogni mese alla Madonna della Medaglia Miracolosa

La festa della Madonna della Medaglia Miracolosa

La Supplica del 27 di ogni mese è una delle devozioni più sentite nel panorama delle giornate mariane della Chiesa Cattolica. Sono numerosi i miracoli attribuiti a questa preghiera con testimonianze che continuano, nel corso degli anni, ad aumentare costantemente.

Ricordiamoci di controllare la nostra medaglia.

Tutte le medaglie non conformi andrebbero buttate nella spazzatura in quanto le simbologie non vengono da Dio a meno che l’oggetto non sia giù stato benedetto.

Supplica alla Madonna della Medaglia Miracolosa

Da recitarsi alle ore 17.00 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità.

Beata Vergine della Medaglia Miracolosa
La Medaglia Miracolosa

La Medaglia Miracolosa, il primo dei grandi messaggi mariani!

Il conio dei primi esemplari della Medaglia miracolosa segnò la rinascita della fede, il rifiorire della preghiera e il moltiplicarsi di conversioni e di guarigioni.

La Medaglia miracolosa era richiesta ovunque, sia da privati, che da parrocchie e Diocesi.

“O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te” divenne la giaculatoria più diffusa in quegli anni, preparando il cuore di tutti i cattolici alla solenne proclamazione, fatta dal Papa Pio IX l’8 dicembre 1854, del dogma dell’Immacolata Concezione.

Supplica da recitare il 27 del mese possibilmente alle ore 17

Supplica del 27 di ogni mese: O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie.

Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.

Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest’ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d’affetto e pegno di protezione.

Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio.

Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all’unisono col tuo. Lo accenderà d’amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui.

Questa è l’ora tua, o Maria, l’ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l’ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest’ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest’ora sia anche l’ora nostra: l’ora della nostra sincera conversione, e l’ora del pieno esaudimento dei nostri voti.

Tu che hai promesso, proprio in quest’ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi.

Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l’amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti.

Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest’ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch’essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. Salve Regina

Preghiera conclusiva

Alla fine della Supplica del 27 di ogni mese si recita la seguente giaculatoria: O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a Te ricorriamo, e per tutti coloro che a Te non ricorrono, in particolare per i nemici della Santa Chiesa e per quelli che ti sono raccomandati.

madonna medaglia miracolosa
La Madonna della Medaglia Miracolosa

I Santi e la Medaglia Miracolosa

Moltissimi santi nella loro vita hanno dimostrato la loro devozione alla Madonna della Medaglia Miracolosa e hanno partecipato attivamente alla sua diffusione.

La Madonna della Medaglia Miracolosa e Madre Teresa di Calcutta

Molto devota a Maria, è famoso l’aneddoto relativo alla visita di Madre Teresa alla Cappella di Rue du Bac a Parigi.

Quando la santa sostò di passaggio in questa città, si recò sul luogo delle apparizioni e la superiora ospitante, intenzionata a donarle una buona quantità di medaglie per la sua missione, le chiese: “Quante ne desidera Madre? 50, 100… o 300 ? ”. Ella candidamente rispose: “Andrebbero bene… 30.000?”

E tra i tanti a cui la regalò si deve nominare Monsignor Comastri, che la incastrò nel suo anello di arcivescovo.

Inoltre lei tessa racconta di alcuni episodi accaduti grazie alla medaglia, in particolare ne riportiamo uno.

Uno dei nostri dottori, oculista, lavorava molto con i nostri poveri ed era molto amabile con loro. Dedicava loro due ore al giorno. Durante queste due ore si dedicava solamente ai poveri, tutto gratis: visita, lenti, medicine.

Un giorno mi disse: Madre, ho un tumore maligno e morirò entro tre mesi. Andò negli Usa e gli dissero la stessa cosa. Ritornò a Calcutta e la sua famiglia lo portò all’ospedale. Andai a visitarlo all’ospedale, portai una medaglia della Vergine Miracolosa e gli chiesi di dire: Maria, Madre di Gesù, dammi la salute. Incaricai anche la famiglia di pregare la Madonna.

Nonostante fosse una famiglia indù, dovettero pregare con molta fede. Dopo tre mesi, quando sarebbe dovuto morire, l’oculista venne a casa mia e mi disse: Madre, sono stato dal medico, mi ha esaminato ai raggi x, fatto le analisi e non ha trovato traccia del tumore. Un autentico miracolo. Ora porta un catenina al collo con la medaglia miracolosa.

La Medaglia Miracolosa è legata anche alla beatificazione di Madre Teresa, poiché le cronache parlano di un miracolo avvenuto proprio per mezzo di questo oggetto.

Monica Besra, 35 anni, del Bengala Occidentale, soffriva di tumore al ventre, che le si era notevolmente gonfiato.

Il 5 settembre 1998, nel primo anniversario della morte della Santa, una suora prese una medaglia miracolosa che era stata a contatto con il corpo di Madre Teresa, la legò intorno al ventre di Monica con uno spago e supplicò: «Madre, oggi è il giorno in cui sei andata in Cielo. Tu amavi i poveri, fa’ qualcosa per Monica, che deve curare i suoi cinque figli».

La Madonna della Medaglia Miracolosa e Padre Pio

Anche Padre Pio era intimamente legato alla Madonna della Medaglia Miracolosa, tanto che nella sua camera, conservata integra dal momento della sua morte, è visibile un gran numero di medagliette che usava regalare a tutti e in special modo ai bambini.

Questa pratica, anche se non è riportata nei suoi scritti e nell’epistolario, è testimoniata dai fedeli e dai confratelli.

Molti altri santi hanno reso grazie alla medaglia miracolosa, ecco un breve filmato che ne parla. Grazia Maria per la Supplica del 27 di ogni mese.

L’esorcista Padre Matteo La Grua e la potenza della preghiera a distanza

Intervista a Padre Matteo La Grua

Riguardo ai demoni e alla preghiera in lingue, può raccontarci qualcosa? Mi viene in mente una delle tante “liberazioni”. L’esorcismo di una giovane donna assediata da una legione di spiriti cattivi. Ricordo il momento in cui parecchi demoni erano usciti dalla ragazza ma altri resistevano tenacemente. Allora, domandai – telefonicamente – un sostegno alla comunità, riunita in preghiera, a parecchi chilometri di distanza.

Questi fratelli mi aiutarono pregando in lingue. A un certo punto si sentirono queste parole: «Chi sono questi che cantano lontano? Che sono queste lingue che io sento?». Quella voce apparteneva allo spirito che teneva legata la ragazza. Dopo averla fatta rotolare a terra per parecchi metri, come se fosse stata una pallina di ping pong, fuggi ruggendo.

Quanta più resistenza dimostra il maligno, tanto più è necessario insistere con la preghiera. Ho sperimentato che la preghiera di lode è più potente degli scongiuri. Questo episodio sottolinea l’importanza della preghiera nella lotta contro il nemico; la sua efficacia viene dal fatto di essere intercessione incessante.da “La mia lotta contro il maligno” di Padre Matteo La Grua

Intervista tratta dalla pagina facebook dei Figli della Luce di Don Amorth

“L’uomo non ha più un progetto spirituale per la sua vita da quando si serve di Dio per un suo bisogno, per riempire il vuoto della sua esistenza.”

Padre Matteo La Grua

Messaggio del 25 febbraio 2022 a Medjugorje

Maria ci chiede aiuto

Messaggio del 25 febbraio 2022 a Medjugorje: Cari figli! Sono con voi e preghiamo insieme. Figlioli, aiutatemi con la preghiera affinché satana non prevalga. Il suo potere di morte, odio e paura ha visitato la Terra. Perciò figlioli, ritornate a Dio, alla preghiera, al digiuno ed alla rinuncia per tutti coloro che sono calpestati, poveri e non hanno voce in questo mondo senza Dio. Figlioli, se non ritornate a Dio ed ai Suoi comandamenti, non avete futuro. Perciò ha mandato me a voi per guidarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. “

Maria a Medjugorje

A Medjugorje Maria ci invita e ci dice dove siamo.

Il messaggio i Maria del 26 febbraio 1984

“Pregate e digiunate. Sappiate che vi amo e vi tengo tutti sulle mie ginocchia”.

Un messaggio breve ma intenso, poche parole intrise di fede vissuta. Per pregare oggi non abbiamo tempo, invece nostra Madre ci ricorda l’importanza dell’orazione. Maria vuole che vengano accesi tanti cenacoli.

Cosa sono i cenacoli?

Dove due o più sono riuniti nel nome di Gesù Cristo, lì c’è un cenacolo di preghiera. Preghiamo in famiglia, con un fratello, una sorella, un genitore, un nonno, uno zio o tutti insieme. Accendiamo ogni giorno un cenacolo nelle nostre case.

Digiuniamo

Quanto è difficile per noi occidentali fare un digiuno, siamo molto abituati a mangiare, soprattutto in Italia, però, privarci del cibo il mercoledì e il venerdì è una forma molto efficace di preghiera. Maria ci invita a digiunare, per questo è bene che ci impegniamo, pane e acqua al mercoledì e al venerdì. Possiamo mangiare quanto pane vogliamo.

Si possono fare anche forme minori di digiuno come ad esempio il digiuno dalla televisione, evitare i vizi, le situazioni malsane e peccaminose. Rifuggiamo i peccati, anche i veniali, chiedendo sempre perdono a Dio. Grandi grazie hanno ottenuto alcune persone che hanno pregato con costanza e con digiuni a pane e acqua.

Le tentazioni e Don Dolindo Ruotolo

Possiamo liberarci completamente dalle tentazioni?

Non ci libereremo mai completamente della nostra miserabile natura e delle tentazioni del demonio. Che cos’è in fondo una tentazione del demonio, che cos’è quel turbamento interiore che vi lascia, se non la testimonianza della nostra miseria? Quando il demonio tenta, io ti confesso che… me ne consolo, pensando all’annientamento che subisce il mio orgoglio innanzi a Dio.”

O demonio – dicevo stamane al tentatore – sia glorificato Dio solo! Tu mi tenti? Macché ! Tu mi fai ricordare solo che sono miseria! Quando sto ai piedi del Signore e prego, mi pare di essere migliore di quello che sono; ma, quando tu vieni e mi tenti, mi fai accorgere che io sono ancora impuro, superbo, iracondo, miserabile! Oh, se potessi benedirti, io ti benedirei, povero demonio, poiché tu pure mi servi per la gloria di Dio! Una tentazione che mi è venuta durante la Santa Messa mi ha fatto sentire tanto profondamente la mia nullità, che io quasi sentivo gratitudine per il demonio che me l’aveva data. Anzi, io credo che questo sia poi la migliore maniera per vincere le tentazioni: servirsene per conoscere se stessi e umiliarsi innanzi a Dio.

Cos’è la tentazione?

La tentazione è un avviso, è come il termometro che ci fa vedere quanto siamo ancora umani, miserabili e lontani da quella perfezione alla quale dobbiamo aspirare; essa deve servirci come occasione per confidare in Dio!

Dolindo Ruotolo (1882-1970) – Servo di Dio, Sacerdote diocesano napoletano e terziario francescano in Santa Chiara di Napoli.

Il Santo Rosario e la bomba atomica di Hiroshima

Maria e i suoi segni nella storia

Il Santo Rosario e la bomba atomica, Maria nella storia dell’umanità. Lo scopo di chi ha lanciato l’ordigno era di annientare Hiroshima per distruggere il potere militare giapponese. Ma la Madonna, la Regina del Rosario, ha protetto miracolosamente una piccola comunità di quattro padri gesuiti, che vivevano nella casa parrocchiale, a soltanto otto isolati dal centro dell’esplosione. Padre Hubert Schiffer aveva 30 anni e lavorava nella parrocchia dell’Assunzione di Maria, a Hiroshima. Ha dato la sua testimonianza davanti a decine di migliaia di persone: “Attorno a me c’era soltanto una luce abbagliante. Tutto a un tratto, tutto si riempì istantaneamente da una esplosione terribile. Sono stato scaraventato nell’aria. Poi si è fatto tutto buio, silenzio, niente. Mi sono trovato su una trave di legno spaccata, con la faccia verso il basso. Il sangue scorreva sulla guancia. Non ho visto niente, non ho sentito niente. Ho creduto di essere morto. Poi ho sentito la mia propria voce. Questo è stato il più terribile di tutti quegli eventi. Mi ha fatto capire che ero ancora vivo e ho cominciato a rendermi conto che c’era stata una terribile catastrofe! Per un giorno intero i miei tre confratelli ed io siamo stati in questo inferno di fuoco, di fumo e radiazioni, finché siamo stati trovati ed aiutati da soccorritori. Tutti eravamo feriti, ma con la grazia di Dio siamo sopravvissuti”.

I padri gesuiti sono rimasti contaminati?

Nessuno sa spiegare con logica umana, perché questi quattro padri gesuiti furono i soli sopravvissuti entro un raggio di 1.500 metri. Per tutti gli esperti rimane un enigma, perché nessuno dei quattro padri è rimasto contaminato dalla radiazione atomica, e perché la loro casa, la casa parrocchiale, era ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno erano state distrutte e bruciate. Anche i 200 medici americani e giapponesi che, secondo le loro stesse testimonianze, hanno esaminato padre Schiffer, non hanno trovato nessuna spiegazione a perché mai, dopo 33 anni dallo scoppio, il padre non soffriva nessuna conseguenza dell’esplosione atomica e continuava a vivere in buona salute. 

Il Santo Rosario è più forte della bomba atomica

Perplessi, hanno avuto tutti sempre la stessa risposta alle tante loro domande: “Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario.” Ecco il messaggio pieno di speranza di Hiroshima: La preghiera del Rosario è più forte della bomba atomica! Oggi, nel centro della città ricostruita di Hiroshima, si trova una chiesa dedicata alla Madonna. Le 15 vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, che si prega in questa chiesa giorno e notte. Un altro racconto di padre Schiffer aggiunge che avevano appena finito di dire Messa, e si erano recati a fare colazione, quando la bomba cadde: “Improvvisamente, una terrificante esplosione riempì l’aria come di una tempesta di fuoco. Una forza invisibile mi tolse dalla sedia, mi scagliò attraverso l’aria, mi sbalzò, mi buttò, mi fece volteggiare come una foglia in una raffica di vento d’autunno.” Quando riaprì gli occhi, egli, guardandosi intorno, vide che non vi erano più edifici in piedi, fatta eccezione per la casa parrocchiale. Tutti gli altri in un raggio di circa 1,5 chilometri, si racconta, morirono immediatamente, e quelli più distanti morirono in pochi giorni per le radiazioni gamma. Tuttavia, il solo danno fisico che padre Schiffer accusò, fu quello di sentire alcuni pezzi di vetro dietro il collo.

Cosa dissero i medici a padre Schiffer?

Dopo la resa del Giappone, i medici dell’esercito americano gli spiegarono che il suo corpo avrebbe potuto iniziare a deteriorarsi a causa delle radiazioni. Con stupore dei medici, il corpo di padre Schiffer sembrava non contenere radiazioni o effetti dannosi della bomba. In realtà, egli visse per altri 33 anni in buona salute, e partecipò al Congresso Eucaristico tenutosi a Philadelphia nel 1976. In quella data, tutti gli otto membri della comunità dei Gesuiti di Hiroshima erano ancora in vita. Questi sono i nomi degli altri sacerdoti gesuiti che sopravvissero all’esplosione: Fr. Hugo Lassalle, Fr. Kleinsorge, Fr. Cieslik.

Il miracolo a Nagasaki

Un miracolo simile avvenne anche a Nagasaki, dove un convento francescano – “Mugenzai no Sono” (“Giardino dell’Immacolata”) – fondato da San Massimiliano Kolbe rimase illeso come a Hiroshima. Dal giorno in cui le bombe caddero, i gesuiti superstiti furono esaminati più di 200 volte dagli scienziati senza giungere ad alcuna conclusione, se non che la sopravvivenza degli otto gesuiti all’esplosione fu un evento inspiegabile per la scienza umana. Sapevate che nel 1945 il 70% dei cattolici giapponesi viveva a Nagasaki? Era “la città cattolica del Giappone”.

Testimonianza del prof. Hikoka Vanamuri – sopravvissuto di Hiroshima nel 6 agosto 1945.

Hikoka Vanamuri, già professore all’Università di Tokio in filosofia, è stato intervistato in occasione del suo pellegrinaggio a Fatima, e così ha risposto: «Non tornerò in Giappone. Dopo anni di studi, dopo anni di meditazione ho compreso che la vita nell’atmosfera viziata di Buddha è rimasta un’inacidita testimonianza storica di paganesimo vociferante e mi sono convertito alla religione cattolica. La decisione l’ho presa dopo lo scoppio della bomba atomica su Hiroshima. Ero a Hiroshima per una ricerca storica. Lo scoppio della bomba mi trovò in biblioteca. Consultavo un libro portoghese e mi venne sott’occhio l’immagine della Madonna di Fatima. Mi sembra che questa si muovesse, dicesse qualcosa. All’improvviso una luce abbagliante, vivissima mi ferì le pupille. Rimasi impietrito. Era accaduto il cataclisma. Il cielo si era oscurato, una nuvola di polvere bruna aveva coperto la città. La biblioteca bruciava. Gli uomini bruciavano. I bambini bruciavano. L’aria stessa bruciava. Io non avevo portato la minima scalfittura. Il segno del miracolo era evidente. Non riuscivo tuttavia a spiegare quello che era successo. Ma il miracolo ha una spiegazione? Non riuscivo nemmeno a pensare. Solo l’immagine della Madonna di Fatima mi splendeva su tutti i fuochi, sugli incendi, sulla barbarie degli uomini. Senza dubbio ero stato salvato perché portassi la testimonianza della Vergine su tutta la terra. Il dott. Keia Mujnuri, un amico dal quale mi recai quindici giorni dopo, stabilì attraverso i raggi X che il mio corpo non aveva sofferto scottature. La barriera del mistero si frantumava. Cominciavo a credere nella bellezza dell’amore. Imparai il catechismo ma sul cuore tenevo l’immagine di Lei, il canto soave di Fatima. Desideravo il Signore per confessarmi, ma lo desideravo per mezzo di Sua Madre». Tratto da: nelcuoredimaria.

La statua cattolica più alta del mondo è dedicata a Santa Rita

La statua da record

Il 27 giugno 2010 nelle vicinanze della città di Santa Cruz è stata inaugurata la statua religiosa cattolica più grande al mondo ed è dedicata ad una santa umbra: Santa Rita da Cascia. Cinquantasei i metri di altezza (solo uno in meno della statua della Libertà di New York), dieci gli anni di lavoro dall’inizio della progettazione e una spesa di circa 2 milioni e quattrocentomila euro sostenuta in parte dall’amministrazione comunale di Santa Cruz (appena trentacinquemila abitanti), dallo Stato del Rio Grande do Norte e dai soldi giunti direttamente dalla capitale federale Brasilia.

L’evento, per il Brasile, riveste un’importanza storica anche perché è caduto il record che era detenuto dalla statua del Cristo Redentore del Corcovado, simbolo inconfondibile della città di Rio de Janeiro, alta “appena” 38 metri, 18 in meno del nuovo manufatto dedicato alla santa umbra.

Com’è realizzata l’opera?

L’opera è stata realizzata in blocchi di cemento, alzati su uno scheletro di legno, su progetto dello scultore Alexandre Azedo Lacerda, già noto nel Paese sudamericano per varie opere dalle dimensioni colossali.

Dove si trova la statua?

La statua sorge su una collina che è stata spianata appositamente e che ha preso il nome di “Alto de Santa Rita”. Attorno è stato creato un centro congressi con un auditorium da 225 posti a sedere e un ristorante. La cittadina brasiliana, ora, sta organizzando anche un centro informativo sulla religiosa di Cascia.

La città di Santa Cruz organizza ogni 22 maggio, una grande festa dedicata a Santa Rita alla quale, mediamente, partecipano non meno di 60.000 persone provenienti da ogni angolo del Brasile. Tra le curiosità viene ricordato che il fondatore di Santa Cruz sarebbe stato un oriundo italiano devotissimo a Santa Rita da Cascia approdato in questo territorio nel 1825. Ricordiamo ai devoti di Santa Rita la pratica dei 15 giovedì.