Ciclo di Messe Gregoriane

Questa antica pratica onora i defunti per 30 giorni consecutivi

Nel VI secolo c’era un monaco di nome Giusto che morì nel monastero di Sant’Andrea a Roma, fondato da San Gregorio Magno. Gregorio racconta un evento miracoloso collegato a questo monaco nel suo libro intitolato Dialoghi.

San Gregorio iniziò a pensare a un modo per aiutare il monaco defunto affrettando il suo viaggio verso il Paradiso.

[Dopo la morte di Giusto] iniziai ad avere compassione di lui e [pensai] a cosa potesse aiutarlo. Chiamai quindi nuovamente Prezioso, priore del mio monastero, e con cuore pesante gli dissi: ‘È ormai passato un bel po’ di tempo da quando il nostro fratello defunto si trova nei tormenti del [Purgatorio], e quindi dobbiamo mostrare un po’ di carità nei suoi confronti e fare ciò che possiamo per liberarlo: assicurati quindi che per trenta giorni consecutivi [il sacrificio della Messa] venga offerto per lui.

Poi San Gregorio riferisce una visione che uno dei monaci ebbe di Giusto.

Essendo la mia mente impegnata in altre questioni, non ho fatto attenzione ai giorni che passavano. Una sera, il monaco defunto apparve al fratello Copioso, che vedendolo gli domandò del suo suo stato dicendo: ‘Cosa c’è, fratello? Come stai?’, al che questi rispose: ‘Finora sono stato in una situazione spiacevole, ma ora sto bene, perché oggi ho ricevuto la comunione [con Dio]”.

I monaci tornarono e contarono i giorni. Risultò che Giusto era apparso proprio dopo la celebrazione della 30ma Messa. Sulla base di questa storia si è diffusa una tradizione che consisteva nel celebrare 30 Messe consecutive per liberare un’anima in particolare dal Purgatorio.

Questa pratica è oggi chiamata delle “Messe gregoriane”, richiamando la sua origine nella vita di San Gregorio Magno. Se la maggior parte delle parrocchie non riesce a soddisfare queste richieste, vari monasteri e seminari del mondo riescono ad offrire 30 Messe consecutive.

È una splendida pratica, che onora i defunti con la più grande preghiera di tutti i tempi.

Un gruppo che riesce a offrire le Messe gregoriane è Aiuto alla Chiesa che Soffre. La donazione che permette ai sacerdoti di concentrarsi sulla vostra persona cara per 30 giorni consecutivi permette anche a questa organizzazione pontificia di servire la Chiesa perseguitata o quella in zone rurali e poco servite.

Ricordiamo che il ciclo di 30 messe non è garanzia di liberazione dalle pene del Purgatorio ma è senza dubbio la cosa più efficace che possiamo fare per aiutare il defunto. Se non sapete a chi rivolgervi per far dire un ciclo di messe gregoriane o per qualsiasi altra informazione potete scrivere a gruppo@iorestocongesu.it

Preghiera per i defunti

Preghiera per le Anime del Purgatorio

Eterno e onnipotente Signore, per quel preziosissimo sangue che il Tuo Divin Figlio sparse durante la Sua
Passione, libera dalle loro pene le anime del Purgatorio. Ti raccomandiamo tutte quelle anime che hanno bisogno della Tua Misericordia. Concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli , parenti e amici defunti, perché immersi nella beatitudine ti lodino senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera a Maria Regina del Purgatorio

Maria Regina del Purgatorio

Vergine Santissima del suffragio, Tu che sei la consolatrice degli afflitti e la madre universale dei credenti, volgi lo sguardo pietoso alle anime del Purgatorio, che sono tue figlie meritevoli di pietà, perché incapaci di aiutarsi da sole in mezzo alle indicibili pene che soffrono.
Corredentrice nostra, interponi presso il trono della Divina Misericordia tutta la potenza della tua mediazione materna e offri , a sconto dei loro debiti, la vita, la passione e la morte del tuo Divino Figlio unitamente ai meriti tuoi e a quelli di tutti i Santi nel cielo e di tutti i giusti della Terra, affinché, soddisfatta pienamente la Divina Giustizia, vengano presto a ringraziarti in cielo e a possedere e lodare per sempre con te il Divino Salvatore.

Casa del Volto Santo – Capodimonte (Na)

Nota Storica

Sull’origine del Santuario dedicato al Volto Santo

La venerazione del Volto Santo di Gesù nel Santuario di Capodimonte – Napoli, si è sviluppata per volontà della Signora Flora Romano, nata a Napoli nell’anno 1899 e sposata con il signor Ernesto De Santis nell’anno 1917. I coniugi De Santis vissero in perfetta intesa soprattutto sul piano spirituale e religioso, desiderosi di vivere coerentemente la loro fede cristiana. «Madre» Flora De Santis, così sarà chiamata in seguito da tutti i devoti, fu donna tutta protesa verso il soprannaturale e il trascendente, dotata di tenerissimo amore per il Signore Gesù, di cui contemplava il Volto, «quel Volto luminoso che è stampato sul volto di tutti gli uomini». Ella pregava dinanzi ad un’immagine del Volto di Gesù, pervenutale attraverso “Crociata Missionaria”, un periodico di “Propaganda Fide”, al quale era molto interessata, ansiosa e tutta impegnata com’era della diffusione della buona stampa. Il frontespizio di “Crociata Missionaria” riproduceva la bella e dolce immagine del Volto di Cristo, delineato dalla pittrice Rina Maluta. Fu durante uno dei suoi momenti forti di preghiera che come si narra, il Volto di Gesù, da Madre Flora accuratamente sistemato in una cornice, si animò prodigiosamente trasfigurandosi, e nella sua bellezza radiante le rivolse la parola: “Flora, guarda questo Volto tanto offeso e ingiuriato. Amalo e fallo amare”. Era il 10 febbraio 1932. Da quel momento la sua vita si trasformò totalmente, giacché l’unica preoccupazione fu quella di aderire alla voce del Signore che la chiamava a farsi privilegiato strumento di amore tra gli uomini. Forte nello spirito d ella missione affidatale nutriva totalmente la sua vita di valori soprannaturali, dedicandosi alla preghiera incessante, alla penitenza austera, e a un totale impegno di carità. Suo pensiero costante fu la diffusione nel mondo dell’immagine sacra del Volto di Cristo, il Volto Santo; la diffusione del suo Vangelo, del Suo divino messaggio: portare Cristo nel mondo significava incontrare i fratelli toccati da dolore, dalla sofferenza, dalla povertà e dalla sfiducia, e donare loro l’aiuto e il soccorso insieme alla consolazione e alla speranza. Nel periodo storico in cui incombeva nel mondo la guerra con le sue difficoltà e le sue durezze, e la città di Napoli ne fu brutalmente colpita, Madre Flora si sforzò più fortemente di dispensare la parola della solidarietà e della fiducia in Dio. Amò i poveri in maniera particolare e ad essi donò ciò che possedeva e quanto riceveva attraverso le vie della carità. L’intensa opera di diffusione del culto del Volto Santo trovò ampio riscontro nel cuore della gente di ogni ceto sociale. Da tutti i devoti del Volto Santo ella fu considerata la “Madre”. In lei videro la donna ispirata, di straordinaria accoglienza, desiderosa di offrire sempre la giusta risposta di carità a quanti le si rivolgevano. Ogni risposta pensata, frutto del discernimento dello spirito, adeguata ai problemi di fede e di vita, era una risposta che assumeva il tono della profezia. Possedeva, infatti, il dono della profezia, che esplicò nella testimonianza profonda della fede e della carità. Madre Flora divenne così per tutti apostola instancabile e insonne del Volto Santo. Seppe aprire l’animo della gente al senso forte della preghiera, e si prodigò continuamente perché fosse compresa e conosciuta da quanti la frequentavano l’efficacia della grazia dei sacramenti, suscitando con la sua parola, nel cuore di tutti il desiderio vero della conversione.

Padre Giacinto Ruggiero, francescano della Minoritica Provincia del Sacro Cuore di Gesù di Napoli, divenuto suo confessore le fu di valido aiuto nei momenti difficili e tormentati della sua vita, che non mancarono e ai quali ella reagì con la fermezza del suo temperamento e soprattutto con la fortezza della sua fede. P. Giacinto appoggiò e contribuì molto a dare giusta luce alla sua figura e agli avvenimenti presso le autorità ecclesiastiche.

L’Em.mo Cardinale Alfonso Cataldo, nel 1965, attraverso il suo Vicario, Mons. Erberto D’Agnese, con un decreto ufficiale, concesse, infatti, l’autorizzazione alla celebrazione della S. Messa quotidiana nella Cappellina della Casa del Volto Santo di Capodimonte,” a beneficio spirituale dei devoti, degli orfanelli e degli assistenti degli orfanelli”. Il 31 maggio 1969 la «Madre» concluse la sua giornata terrena: morì povera come visse,

circondata da una schiera immensa di de voti, divenuti suoi figli spirituali. Il suo testamento a favore della Chiesa dì Napoli fu il segno della sua coerenza interiore e della integrità dei suoi sentimenti. In esso, in alternativa, ella indicò come suo erede l’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re. La Curia Arcivescovile, in considerazione del loro impegno spirituale, educativo e sociale, preferì che le Piccole Ancelle ne accettassero l’eredità, assumendone l’impegno testamentario della diffusione del culto e della edificazione del Santuario. S.Em.za il Card. Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli, nell’anno 1969, su istanza della Superiora Generale del tempo, Suor Franceschina Tuccillo, autorizzò, a norma dei sacri canoni,l’apertura della Casa Religiosa, con l’annesso oratorio pubblico. Mons.Vincenzo Frattini ne fu nominato Cappellano.

Il terremoto del 1980 produsse grossi danni all’edificio e all’annessa cappellina della Casa del Volto Santo. Con la partecipazione fattiva, concreta, manuale di molti devoti, fu allestita, con le dovute autorizzazioni, in poco tempo, una Chiesa-prefabbricato, di dimensioni molto più ampie della primitiva Cappellina, che costituì il luogo sacro ove si svolgevano le celebrazioni liturgiche. L’immagine del Volto Santo vi dominava nel fondo, dietro l’altare. L’Istituto delle Piccole Ancelle, presente come comunità religiosa dal 1969 nella Casa del Volto Santo, si è impegnato a svolgere la sua missione sia a servizio del “Santuario”, sia prodigandosi nella creazione delle opere annesse. Ampie strutture scolastiche modernamente attrezzate e altre iniziative sociali sono state messe a disposizione e organizzate per tutta la gente del luogo e delle zone circostanti, per fanciulli, giovani e adulti: ciascuno per le sue esigenze fruisce gratuitamente dei servizi disposti; tra l’altro, un moderno edificio a se stante ospita bambini e appartenenti a famiglie provate da difficoltà economiche, dove questi trovano i conforti necessari e godono di un’assistenza ed un’educazione complete. Altre opere, già in programma, sono state attuate, tra le quali è stata data la precedenza a un centro di spiritualità e a un centro di accoglienza dei pellegrini. Il numero dei devoti al Volto Santo di Gesù è cresciuto enormemente nel tempo. Oggi questi affluiscono come pellegrini da tanti luoghi o,pur risiedendo in paesi lontani, si nutrono della stessa linfa devozionale. Il sogno di Madre Flora di diffondere Cristo nel mondo attraverso un grande Santuario si è già avverato, e si avvera ogni giorno in proporzioni che meravigliano: la compostezza della preghiera è resa sempre più fervida, più intensa, più ecclesiale, attraverso l’impegno pastorale profuso da tutti i sacerdoti che sul luogo esercitano generosamente la loro missione evangelizzatrice, e per la dedizione diuturna delle Piccole Ancelle di Cristo Re, animatrici costanti della liturgia, che trovano nella celebrazione del Volto Santo una corrispondenza piena alla loro spiritualità cristocentrica e regale, mentre professano un apostolato attento e fervoroso.

Una ampia “sala del pellegrino” è disponibile per quelli che provengono da luoghi lontani; possono usufruire della sala per consumare i loro pasti.

Le Piccole Ancelle di Cristo Re sono grate al Signore di averle fatte oggetto di elezione e chiamate ad annunciarlo in questo luogo di fede. Sono grate a Madre Flora per averle scelte, amate e per aver posto nelle loro mani una immensa ricchezza spirituale da custodire e far lievitare. Credono nel dono dello Spirito che illumina e santifica e, rese forti del Suo aiuto, si propongono di diventare strumenti di salvezza per gli uomini: cercatrici attente e solerti del Volto di Cristo e testimoni nel mondo del Suo amore e della Sua misericordia.





 

Santuario Abbazia di Montevergine

Il Santuario di Montevergine è un luogo di interesse religioso situato a Mercogliano, nell’omonima località.

L’originario complesso religioso fu realizzato per volere di San Guglielmo da Vercelli (1085-1142), spinto da una fortissima devozione nei confronti della Madonna. La sua storia è strettamente legata al quadro di Santa Maria con in braccio Gesù Bambino presente all’interno della Basilica Antica, al quale vengono attribuite numerose intercessioni: un’opera d’arte che, ancora oggi, è conosciuta con il nome di “Madonna di Montevergine” o “Mamma Schiavona“. Vestito da una grazia solenne, il primo Santuario Mariano della Campania sorge a 1.200 metri di altitudine, in un contesto paesaggistico di straordinaria bellezza, apprezzabile già dal breve viaggio in una delle funicolari più ripide e veloci di Europa che, in 7 minuti, conduce i fedeli dalla stazione di Mercogliano al Santuario.

Oggi, il Santuario di Montevergine è noto come una delle sei abbazie territoriali italiane, meta di turisti che, ogni anno, vi giungono per venerare la Madonna. Un’imponente scalinata angolare porta all’ingresso del complesso religioso, caratterizzato da due chiese: la Basilica Antica e la più recente Basilica Cattedrale. La Basilica Antica fu già ampliata sul finire del XII secolo, quando i suoi ambienti non riuscivano più a contenere la comunità monastica e il numero sempre più crescente di fedeli che vi si recavano in pellegrinaggio. L’ultimo restauro, datato 1645, ha permesso alla struttura di assumere tratti tipicamente barocchi, sebbene costruita sul vecchio edificio in stile gotico che, tuttora, emerge in alcuni angoli della chiesa. È qui che viene ospitata l’effigie miracolosa della Madonna, vera gloria del Santuario. La nuova Basilica Cattedrale, costruita a partire dal 1948 e ultimata nel 1961, è contraddistinta, invece, da una struttura a tre navate, separate da archi su entrambi i lati: in stile romanico, semplice e moderno, fu realizzata per permettere a più pellegrini di poter partecipare alle funzioni. All’interno del nuovo edificio, si distingue un trono marmoreo che accoglie un Crocifisso schiodato, nello spazio in cui, dal 1960 al 2012, era stato collocato il quadro di “Mamma Schiavona”. Intorno alle due chiese, infine, si snodano numerosi ambienti, tra i quali tre chiostri, la Biblioteca, la Cripta, alcune sale da ricevimento e il MAM (Museo Abbaziale di Montevergine), istituito nel 2000 per raccogliere le innumerevoli testimonianze sulla devozione popolare e sulla famosa Juta a Montevergine, ovvero il pellegrinaggio o la “salita” a piedi verso il Santuario che si rinnova costantemente durante tutto l’anno ed in particolare nei mesi di Maggio e Settembre dedicati alla Madonna e in occasione della Candelora del 2 febbraio.

Autentico scrigno di fede, arte e storia, il Santuario di Montevergine è uno dei luoghi devozionali più importanti e rappresentativi non solo dell’Irpinia, ma di tutta la Campania.

COMUNE:Mercogliano

INFOPOINT:InfoPoint Distretto 5

Indirizzo

DOVE:Località Montevergine, 83013 Mercogliano AV, Italia
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Oriari

QUANDO:

LUN MAR MER GIO VEN
dalle 08:00 alle 19:30

SAB DOM
dalle 07:30 alle 20:00

Sito Internet

SITO WEB:Santuario di Montevergine
Comune

Santuario dell ‘Amore Misericordioso di Collevalenza

Ordine del Santuario: Congregazione delle Figli e delle Ancelle dell’Amore Misericordioso.

Storia:

Il 18 settembre 1951, Madre Speranza Alhama Valera, Fondatrice della Famiglia dell’Amore Misericordioso, si stabilì con le suo suore e con i Figli dell’Amore Misericordioso nel piccolo paese di Collevalenza, a sud-est di Todi. Qui, secondo le indicazioni del Buon Gesù, iniziò la costruzione del Santuario dedicato all’Amore Misericordioso di Dio.

Il progetto del Santuario venne affidato all’architetto spagnolo Julio La Fuente, la costruzione del complesso iniziò nel 1953 per terminare nel 1975, ed è uno dei più arditi esempi di architettura moderna.

Il 22 novembre 1981 Sua Santità Papa Giovanni Paolo II visitò il Santuario e il 17 aprile 1982 lo elevò a Basilica minore.

La facciata del Santuario è caratterizzata da un portico costituito da una grande pensilina in cemento sovrastata da un’ampia vetrata; sulla scalinata antistante s’innalza, per 46 metri, il campanile.



Il complesso è composto da tre parti: Il Santuario di Gesù Amore Misericordioso dove troneggia il grande Crocefisso ligneo policromo, che attira e fa comprendere l’Amore divino e misericordioso.

La Basilica dell’Amore Misericordioso a navata unica con sei cappelle per lato, costituite da cilindri leggermente distanziati gli uni dagli altri per lasciare penetrare la luce, e coperti da una grande lastra in cemento armato che dà unità a tutto l’insieme. Rialzata di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa troviamo l’area presbiteriale, interamente in marmo bianco che ospita al centro l’altare maggiore, il leggio e il tabernacolo. Dietro l’altare è presente un grandioso organo a canne opera della Pontificia Ditta Organaria Tamburini di Crema.

La Cripta è dedicata a Maria Mediatrice e ospita la tomba della Beata Madre Speranza, morta a Collevalenza l’8 febbraio 1983.

Il Santuario, la Basilica e la Cripta sono un tutt’uno: tutto parla di questo tenero abbraccio paterno e materno di Dio che attende ed accoglie.

Il 31 maggio 2014 nel Santuario dell’Amore Misericordioso si è celebrato il rito di Beatificazione di Madre Speranza (a seguito di un miracolo avvenuto per sua intercessione nel 1999)

Festa del Santuario: Cristo Re, Amore Misericordioso.

Da vedere: Sulla sinistra del Santuario è possibile raggiungere il pozzo, profondo 122 metri, fatto scavare dalla Madre Speranza, per espressa Volontà del Signore nel punto in cui Lui le indicò. I lavori furono terminati alla fine dell’anno 1960. Dal pozzo scaturisce senza sosta l’Acqua dell’Amore Misericordioso che alimenta le Piscine e la fontana vicina, dove i pellegrini possono immergersi e dissetarsi.

Servizi: Accoglienza pellegrini, videoproiezione, prenotazione dei gruppi di passaggio per una giornata, prenotazione di gruppi e individuali per il soggiorno presso la Casa del Pellegrino, stesura dei programmi per i gruppi (sia di passaggio che di soggiorno), organizzazione delle visite guidate al Santuario e alla Casa di Madre Speranza, prenotazione della Liturgia delle Acque e Penitenziale.

Il Santuario ha annessa la struttura della Casa del Pellegrino per chi vuole sostare in questo luogo di grazia alcuni giorni. È offerta l’ospitalità a singoli, a famiglie e a pellegrinaggi organizzati, Convegni, Esercizi Spirituali, giornate di studio a carattere religioso ecc.

Ai gruppi che soggiornano alla Casa del Pellegrino, si organizzano fiaccolate, via crucis lungo il viale o sul piazzale antistante il Santuario; nonché conferenze, testimonianze e guide virtuali dell’opera presso i diversi auditorium a disposizione all’interno del complesso ricettivo.

Esperienze spirituali:

Liturgia delle Acqueda Marzo a Ottobre Lunedì ore 10.00 – Giovedì ore 15.30 – Sabato ore 15.30 da Novembre a Febbraio Lunedì ore 10.00 – Sabato ore 15.30

– non si effettua in coincidenza di festività civile o religiosa

– per gruppi superiori a 15 persone è necessaria la prenotazione al numero del Centro Informazioni (075 8958282) almeno una settimana prima.

Via Crucis all’aperto. Le quattordici stazioni della Via Crucis iniziano vicino alla portineria della Casa del Pellegrino e si snodano, in un viale alberato, per circa un chilometro. Per aiutare la meditazione lungo il percorso della Via Crucis si può leggere un opuscolo scritto a questo scopo da Madre Speranza. Alcune frasi di questa guida sono incise lungo il viale.

Festività significative: 8 febbraio, anniversario della nascita al Cielo della Beata Madre Speranza e ogni 8 del mese si ricorda Madre Speranza insieme ai Confratelli, Consorelle e Benefattori defunti soprattutto nelle Messe delle ore 6.30 e 17.00.

Ultima Domenica di settembre festa del Santuario, 30 settembre compleanno di Madre Speranza, 31 Maggio ricordo della Beatificazione.

Libro consigliato: Pane e Sorriso di Dio – Edizione l’Amore Misericordioso oltre a tutti gli scritti della Madre in parte pubblicati

Piscine: al lato del Santuario sono presenti le Piscine in cui l’ammalato, bisognoso di cure, si immerge. All’ingresso delle Piscine si legge un invito di Madre Speranza: “Adopera quest’acqua con fede ed amore, sicuro che ti servirà di refrigerio al corpo e di salute dell’anima”. Benché nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto la Provvidenza volle che l’uso delle piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga 18 anni, fu infatti, nel 1978 che il Vescovo di Todi ne concesse il permesso di apertura per l’immersione previa partecipazione alla cosiddetta Liturgia delle Acque per prepararsi a questo gesto nella fede e nella preghiera.

Orari Messa e ufficio:

Festivi Mattino 6.30 – 8.00 – 9.00 – 10.00 – 11.30 Pomeriggio: Ora legale 17.00 – 18.30

Ora solare 16.00 – 17.30

Ore 17.30 – S. Messa Festiva il Sabato e vigilie di feste

Dalle 17.00 alle 19.00 (Cappella del Crocifisso) Adorazione, Rosario, Vespri e Benedizione Eucaristica.

Feriali 6.30 – 7.30 – 10.00 – 17.00

Lunedì e Sabato ore 12.00 – S. Messa del Pellegrino (da Marzo a Ottobre anche il Giovedì)

18.30 Vespri, Rosario, Novena.

Orari apertura Santuario:

Ora legale: 6.30 – 12.30; 15.00 – 19.30 Ora solare: 6.30 – 12.30; 15.00 – 19.00

La statua cattolica più alta del mondo è dedicata a Santa Rita

La statua da record

Il 27 giugno 2010 nelle vicinanze della città di Santa Cruz è stata inaugurata la statua religiosa cattolica più grande al mondo ed è dedicata ad una santa umbra: Santa Rita da Cascia. Cinquantasei i metri di altezza (solo uno in meno della statua della Libertà di New York), dieci gli anni di lavoro dall’inizio della progettazione e una spesa di circa 2 milioni e quattrocentomila euro sostenuta in parte dall’amministrazione comunale di Santa Cruz (appena trentacinquemila abitanti), dallo Stato del Rio Grande do Norte e dai soldi giunti direttamente dalla capitale federale Brasilia.

L’evento, per il Brasile, riveste un’importanza storica anche perché è caduto il record che era detenuto dalla statua del Cristo Redentore del Corcovado, simbolo inconfondibile della città di Rio de Janeiro, alta “appena” 38 metri, 18 in meno del nuovo manufatto dedicato alla santa umbra.

Com’è realizzata l’opera?

L’opera è stata realizzata in blocchi di cemento, alzati su uno scheletro di legno, su progetto dello scultore Alexandre Azedo Lacerda, già noto nel Paese sudamericano per varie opere dalle dimensioni colossali.

Dove si trova la statua?

La statua sorge su una collina che è stata spianata appositamente e che ha preso il nome di “Alto de Santa Rita”. Attorno è stato creato un centro congressi con un auditorium da 225 posti a sedere e un ristorante. La cittadina brasiliana, ora, sta organizzando anche un centro informativo sulla religiosa di Cascia.

La città di Santa Cruz organizza ogni 22 maggio, una grande festa dedicata a Santa Rita alla quale, mediamente, partecipano non meno di 60.000 persone provenienti da ogni angolo del Brasile. Tra le curiosità viene ricordato che il fondatore di Santa Cruz sarebbe stato un oriundo italiano devotissimo a Santa Rita da Cascia approdato in questo territorio nel 1825. Ricordiamo ai devoti di Santa Rita la pratica dei 15 giovedì.

Basilica del Volto Santo a Manoppello

Una reliquia della passione di Cristo è conservata nella basilica

La basilica del Volto Santo, o anche santuario del Volto Santo, è la chiesa principale di Manoppello (Abruzzo, provincia di Pescara), insieme all’abbazia di Santa Maria Arabona.

La basilica è meta di pellegrinaggio perché ospita una reliquia che secondo la leggenda sarebbe il velo della Veronica (Volto Santo di Manoppello).

Nel settembre 2006 fu visitata da papa Benedetto XVI ed elevata alla dignità di basilica minore.

Quando fu costruita?

La basilica fu fatta costruire intorno al 1620, su un colle fuori dall’abitato di Manoppello, per volere del notaio Donato Antonio de Fabritiis, rimaneggiando un presente convento di monaci. Nel 1811 i frati Cappuccini furono espulsi per il decreto napoleonico di chiusura degli istituti religiosi, e il santuario fu affidato alle Clarisse, che lo ricedettero nel 1816. Nel 1848 la chiesa subì altri interventi, e nel 1858 fu ampliato con una scuola di noviziato. Dopo un breve periodo di chiusura per le leggi del 1866, il convento fu riaperto e nel 1876 fu confiscato l’orto per essere adibito a cimitero civile.

L’ampliamento della basilica

Nel 1903 iniziò la pubblicazione di un periodico dedicato alla reliquia del Volto, mentre nel 1926 fu scelto come sede del seminario serafico. Successivamente la basilica fu ampliata negli anni sessanta per favorire l’afflusso dei pellegrini. La facciata e l’esterno in stile tardo barocco, in mattoni faccia vista molto rozzi e semplici nello stile decorativo, furono cambiati. La facciata fu demolita e ricostruita nel 1965 in uno stile gotico posticcio sulla scia della Basilica di Collemaggio a L’Aquila; demolito e ricostruito fu anche il campanile, mentre l’interno a tre navate fu addobbato in uno stile eco eclettico completamente diverso dall’originale, in misto tra neoclassico e tardo liberty.

Secondo il racconto tradizionale, nel 1506 un pellegrino sarebbe giunto a Manoppello, recando un pannello con quello che sosteneva fosse il ritratto del volto di Cristo, che avrebbe consegnato al fisico Giacomo Antonio Leonelli, e sarebbe quindi sparito misteriosamente. L’erudito, inizialmente scettico, si sarebbe in seguito ricreduto sull’autenticità della reliquia in seguito ad un accurato esame.

Chi ha conservato la reliquia del Volto Santo in passato?

La famiglia Leonelli lo avrebbe conservato fin quando Marzia Leonelli lo vendette, in cattive condizioni, a Donato Antonio de Fabritiis, il quale incaricò di dare alla reliquia una sistemazione più consona il padre Clemente da Castelvecchio. Frate Remigio da Rapino eseguì la cornice in legno di noce e difese l’immagine con i due vetri tuttora conservati, ma eliminò anche tutta la parte della stoffa, che aveva le proporzioni di una tovaglia, intorno all’immagine.

La storia è narrata nella Relatione historica di padre Donato di Bomba, nell’atto notarile della donazione del Velo ai padri cappuccini nel 1638 da parte di Antonio de Frabritis.

Dal 1703 la festa della Trasfigurazione di Gesù divenne la festa del Volto Santo.

La facciata a capanna è costruita con blocchetti di pietra di colore rosso sfocato e bianco, combinati in un disegno geometrico a piccole croci. Al centro è un rosone, che imita quello della basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila.

L’interno, a navata unica, ha decorazioni barocche.

Dov’è collocato il Volto Santo?

Il Volto Santo è collocato su un rialzo dietro l’altare, protetto da una teca di vetro, come il Miracolo eucaristico della chiesa di San Francesco di Lanciano (provincia di Chieti). Si tratta di un velo tenue che ritrae l’immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, ritenuto essere quello di Cristo. Secondo Chiara Vigo il velo è di bisso marino, ma c’è anche chi, come Gian Marco Rinaldi, ritiene che tale affermazione non sia provata. L’immagine, secondo una tradizione, è “acheropita” cioè “non disegnata o dipinta da mano umana” ed ha una caratteristica particolare: è ben visibile da ambedue le parti. I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l’ordito e la trama, visibili ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono 0,17 x 0,24 m.

Sul fianco sinistro della basilica sorge distaccato il campanile, suddiviso in tre settori, al di sopra di un basamento, per mezzo di cornicioni di pietra bianca. Come molti campanili abruzzesi seicenteschi, è realizzato con mattoni rossi ed elementi decorativi in pietra bianca. Dei rosoni occupano la parte centrale del settore inferiore, mentre i due settori superiori hanno aperture ad arco per le campane.

Ulteriori informazioni

Via Cappuccini 26, Manoppello (PE)
Email: info@voltosanto.it
Telefono: 085 859118
Sito: https://www.voltosanto.net/

Basilica di San Valentino a Terni

Nome: Basilica di San Valentino
Titolo: Santuario di San Valentino Vescovo e Martire
Indirizzo: Viale Papa Zaccaria, 12 – Terni
Dedicato a: San Valentino
Reliquie di: San Valentino

Dove si trova?

La Basilica di San Valentino si trova a circa due chilometri dal centro di Terni, in Umbria, edificata sul luogo di sepoltura del martire Santo patrono della città, avvenuta nel III secolo.

L’edificio è stato distrutto e ricostruito svariate volte, e la versione che oggi ammiriamo risale al ‘600; la facciata in stile classico è stata completata invece nel solo nel 1854.

Piazza Basilica di San Valentino
La piazza

L’esterno

Vi si arriva attraversando una piccola piazza trovandosi di fronte l’elegante portale d’ingresso centrale, affiancato da quattro nicchie che contengono altrettante statue di quattro discepoli del Santo, appartenenti all’ordine carmelitano. Nella sezione alta ci accolgono invece quelle di San Valentino e di Sant’Anastasio; al centro un grande finestrone, esattamente sopra il portale. Il tutto è incastonato tra colonne squadrate che donano armonia e movimento, con colori tenui che illuminati dal sole trasmettono pace e tranquillità.

Esterno Basilica di San Valentino
L’esterno

Alle spalle si intravede appena il campanile a torre, di forma quadrangolare.

L’interno

La chiesa ha una pianta a croce latina, con unica navata su cui si aprono due cappelle per ogni lato; il pavimento è in marmo a scacchiera, e l’ambiente è in stile barocco, con stucchi e volte a botte.

Ogni cappella presenta eleganti altari marmorei seicenteschi, con splendide pitture a olio dello stesso periodo; le più belle sono quelle del transetto.

A destra, la cappella Sciamanna che racchiude i monumenti funerari di due esponenti della famiglia: Brunoro, vescovo di Caserta e Ludovico. A decorare l’altare una tela raffigurante S. Michele che sconfigge il demonio.

Alla sinistra del transetto invece vediamo la cappella dedicata a Santa Teresa D’Avila; anche qui una splendida tela sull’altare, che raffigura la Madonna col Bambino tra i Santi Giuseppe e Teresa.

Un’altra notevole cappella è quella di San Michele con la suggestiva pala d’altare raffigurante San Michele che vince il diavolo.

Altare Maggiore Basilica di San ValentinoL
‘altare maggiore

La zona più importante del Tempio è l’altare maggiore, in eleganti marmi policromi; dietro di esso l’enorme tela rappresentante la Madonna che appare a S. Valentino; ai lati del presbiterio invece troviamo altre due grandi tele, l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei Pastori, tutte e tre dello stesso artista Lucas de la Haye.

Reliquie di San Valentino
Reliquie di San Valentino

Il punto focale di tutto l’ambiente è sotto l’altare maggiore, ovvero la teca di cristallo contenente la statua reliquiario di San Valentino. Dietro, nel coro, il piccolo altare detto della Confessione, costruito sopra la tomba del martire, decorato con una tela ovale che ne ricorda il martirio.

Attraversando la navata possiamo apprezzare le belle colonne e i loro capitelli in stile ionico con ghirlande, e ancora le varie tele tra cui quella con i quattro evangelisti e una serie con i Martiri ternani.

Tra le vetrate colorate annoveriamo quella dedicata al Santo che benedice due innamorati.

A sinistra dell’altare, attraverso una scala, si accede alla cripta che conserva i resti dei fedeli discepoli di San Valentino; adiacente ad essa, nel piccolo museo, sono conservati alcuni oggetti rinvenuti durante gli scavi fatti per la costruzione della Basilica.

Un luogo sacro che, dedicato al Santo protettore degli innamorati, simboleggia lo stesso amore di Dio per noi tutti.

Gli orari

Orari Messa e ufficio:
ESTIVO: Feriali: 7.45 – 18.30 Festivi: 8.00 – 10.00 – 11.30 – 18.30
INVERNALE: Feriali: 7.45 – 17.30 Festivi: 8.00 – 10.00 – 11.30 – 17.30
Mese di Febbraio: 7.00 – 8.00 – 9.00 – 10.00 – 11.00* – 16.00 – 17.00 – 18.00 – 19.00
* Solenne Pontificale

Orari Basilica:
Feriali: 6.30/12.00 – 15.30/fine Santa Messa serale
Festivi: 7.00/12.00 – 15.30/fine Santa Messa serale

Visita in 3D

Hai l’opportunità di entrare virtualmente in Basilica.

Preghiera di liberazione delle anime dal Purgatorio: Ti adoro o Croce Santa

Preghiera per liberare le anime dal Purgatorio grazie all’infinita Misericordia di Gesù e alla sua Santa Croce.

Ti adoro, o Croce Santa,
che fosti ornata del
Corpo Sacratissimo del mio Signore,
coperta e tinta del Suo Preziosissimo Sangue.

Ti adoro, mio Dio,
posto in croce per me.

Ti adoro, o Croce Santa,
per amore di Colui che è il mio Signore.
Amen.

Recitata 33 volte il Venerdì Santo, il 2 Nov. e il 25 Dic. libera 33 Anime del Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5.  Venne confermata dai papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI.

Ascoltiamo la preghiera sul nostro canale Youtube