Don Luigi Maria Epicoco – commento al Vangelo del 26 aprile 2022

Vangelo Gv 3, 7-15

Se un bambino viene preso in braccio e contempla il paesaggio dalle spalle del padre, da quel momento in poi la sua visione delle cose cambia perché gli è stato donato un altro punto di vista che non poteva darsi da solo. È questo il senso del discorso che Gesù fa a Nicodemo: “Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”. Il cambiamento che opera la fede è esattamente ciò che non possiamo darci da soli. Ecco perché Nicodemo non riesce a comprendere il discorso di Gesù, perché ragiona solo dal basso, dalla sua prospettiva, dalle sue sole forze. Gesù sale in croce perché venga donata a ognuno di noi una prospettiva nuova della vita. Un cristiano impara a guardare la realtà a partire dallo sguardo di Gesù. È molto diverso guardare le cose con amore, e guardare le cose con giudizio. Gesù guarda ciascuno di noi con amore, e vuole contaminarci con questa visione nuova del reale che viene proprio dalla sua testimonianza. Crescere nella vita spirituale significa crescere nella capacità di saper avere lo sguardo di Cristo su ogni cosa.

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