Beata Giovanna d’ Aza prega per noi – 2 agosto

Le scarse notizie che ci sono state tramandate su questa santa spagnola, madre di S. Domenico, non si fondano su documenti sicuri. I particolari più interessanti sono del tutto leggendari ma è da notare che si ritrovano spesso nelle rappresentazioni artistiche e, in certa misura, anche nella letteratura. Sembra sia nata nel castello di Aza, vicino ad Arancia de Duero, nella Vecchia. Castiglia. Non si sa nulla della sua fanciullezza ma probabilmente si sposò molto giovane, secondo la consuetudine del tempo. Suo marito fu forse Felice di Guzman, governatore della piccola città di Caleruega, nella provincia di Burgos. Ebbero quattro figli: Antonio, che divenne canonico di S. Giacomo e vendette tutti i suoi beni per servire i poveri e i malati di un ospedale; il B. Mamés (18 ago.), che seguì il fratello più giovane, Domenico, e una femmina, i cui due figli divennero poi frati predicatori. Quando Antonio e Mamés erano già cresciuti, Giovanna pregò nell’abbazia di Silos per avere un altro figlio. Si dice che abbia poi avuto in sogno una visione di S. Domenico di Silos (20 dic.), il quale le disse che avrebbe avuto un bambino e che sarebbe stato una luce splendente nella Chiesa: fu in onore suo che, quando nacque, decise di chiamarlo Domenica.

Si narra ancora che durante la gravidanza Giovanna abbia sognato di avere in grembo un cane bianco e nero che si allontanò da lei con una torcia accesa in bocca per incendiare tutto il mondo. Questo cane divenne uno dei simboli dell’ordine mendicante e più tardi dette origine al gioco di parole domenicani-Domini canes, “I cani da guardia del Signore”. Alcune delle numerose leggende sull’infanzia di Domenica raccontano che la sua nutrice (o forse Giovanna) ebbe un altro sogno nel quale il bambino apparve con una splendida stella sulla fronte che illuminava il mondo, e la stella infatti compare puntualmente in alcune raffigurazioni del santo. Domenico restò con sua madre fino all’età di sette anni, quando fu inviato presso lo zio, parroco di Gumiel d’Izàn, per es-sere istruito.

Non molte madri di santi sono state beatificate. Giovanna, «bella di anima e di aspetto», ne è stata degna per i propri meriti, non per quelli del figlio; anzi alcuni fanno presente che il suo culto ri-sale al momento della morte.

Un eremitaggio a Uclès, dove ella visitò il comando dei cavalieri di S. Giacomo, e una cappella nel cimitero di Caleruega sono intito-lati a lei; il culto fu confermato nel 1828, su richiesta del re Ferdi-nando II. Certo la vera origine del culto risale alla immediata e grande devozione popolare per S. Domenico, che è evidentemen-te al centro delle leggende retrospettive su Giovanna.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Caleruega sempre nella Castiglia, commemorazione della beata Giovanna, madre di san Domenico, che, piena di fede, usò grande misericordia verso i miseri e gli afflitti.

Nome: Beata Giovanna d’Aza
Titolo: Madre di S. Domenico
Nascita: 1140 circa , Aza, Spagna
Morte: 1200 circa, Caleruega, Spagna
Ricorrenza: 2 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione

Sant’Eusebio di Vercelli prega per noi – 2 agosto

Nacque a Cagliari da famiglia benestante e cristiana. Il padre, di cui non si sa il nome, morì martire. La madre, di nome Restituta, fu una santa donna, e l’unica sorella, Eusebia, coronò la vita col martirio.

La sua educazione, più che a Cagliari, la ricevette in Roma, dove si recò all’età di quindici anni in compagnia della sorella. Qui venne istruito nella religione cristiana, specialmente nelle Sacre Scritture. Spessissimo si portava presso le tombe dei martiri per venerarne le reliquie e pregare. Questo influì non poco sul suo animo, che, infiammato dallo spirito del Signore, decise di dedicarsi totalmente all’apostolato tra i pagani. Si preparò quindi convenientemente con lo studio, e, nell’anno 335, venne ordinato sacerdote.

Ma la pietà e la erudizione del Santo non poteva sfuggire al Papa Giulio, che lo ordinò vescovo e lo mandò a reggere la diocesi di Vercelli.

Intanto in Oriente l’eresia di Ario si estendeva, e non tardò a penetrare anche in Italia e persino a Roma, nel centro del Cristianesimo. Quivi gli ariani, protetti dall’imperatore Costanzo, si impossessarono delle chiese. In tale frangente Eusebio, richiamato dal Papa, si portò sollecitamente a Roma, dove, trovando la chiesa di Santa Maria Maggiore già invasa dagli ariani, si presentò alle porte per prenderne possesso, ma essi gliele chiusero in faccia. Il santo Vescovo però non si sgomentò. Radunati i fedeli, li invitò a pregare ed a confidare nel Signore. Pochi giorni dopo andò processionalmente verso la chiesa con grande seguito di popolo, e, percossa leggermente la porta con il pastorale, subito si spezzarono i catenacci ed i battenti si aprirono. Atterriti da questo fatto gli ariani fuggirono, lasciando libero ingresso al santo Vescovo.

Scacciati dal centro dell’Italia, i nemici della fede non si rassegnarono, ma presero a spargere le loro false dottrine nell’Italia settentrionale; per questo il Papa Liberio dovette radunare a Milano un concilio è invitò Eusebio a parteciparvi. Saputo il Santo che si trattava di deporre e condannare Ario, acceso da divino zelo, non esitò: la sola sua presenza bastò a gettare la confusione tra gli eretici, e così la Chiesa d’Italia venne salvata.

Ma gli ariani giurarono vendetta contro il vescovo Eusebio e protetti dall’imperatore lo fecero relegare a Scitopoli nella Tebaide, coll’intento di farlo morire di fame. Ebbe invece abbondanti soccorsi dall’Italia, specialmente dai suoi fedeli di Vercelli, per cui scampò dalla morte. Infuriati maggiormente per questa protezione, i nemici, caricandolo di ingiurie, lo trascinarono in una oscura prigione. Eusebio non volle ricevere nessun cibo dalle mani di questi sacrileghi, e scrisse una protesta in questi termini: Io Eusebio, servo di Dio, lascio il mio corpo nelle mani dei miei persecutori, ma riserbo l’anima mia al mio Dio, Padre e Figliuolo e Spirito Santo.

La sua morte avvenne in esilio nell’anno 371, ed il suo corpo è ancora venerato nella cattedrale di Vercelli.

PRATICA. Siamo pronti a difendere la nostra fede anche in pubblico.

PREGHIERA. Aiutaci, o Signore, per i suoi meriti, onde possiamo a lui unirci nella lotta contro il male su questa terra e nella gloria in cielo.

Nome: Sant’ Eusebio di Vercelli
Titolo: Vescovo
Nascita: 283 circa, Cagliari, Sardegna
Morte: 1 agosto 371, Vercelli
Ricorrenza: 2 agosto
Tipologia: Commemorazione
Patrono di: Piemonte, Vercelli, Garbagnate Milanese, Agrate Brianza, Arconate, Casciago, Quart, Montalto Dora, Prata Camportaccio, Cavagnolo >>> altri comuni