Don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 16 Aprile 2022

Vangelo Lc 24, 1-12

Il grande silenzio del sabato santo non è un silenzio vuoto, è invece un silenzio gravido. È come l’istante prima di un salto, o come il respiro profondo che si prende quando bisogna fare qualcosa di importante.

Tra la Croce e la Pasqua c’è un mare di silenzio che bisogna attraversare in silenzio. Bisogna farsi discepoli di quelle donne che prima che sorgesse il sole si misero in cammino verso la tomba di Gesù. Sono convinte di dover ungere un cadavere, ma si ritroveranno ad attraversare il vuoto della tomba.

Quel profumo che doveva servire per un morto diventa il profumo di un vivo. Ma cosa avranno pensato lungo quella strada? La vita ci fa convincere di molte cose, e la Pasqua è la messa in discussione delle nostre convinzioni sedimentate proprio a causa di quello che abbiamo vissuto.

Tutti abbiamo macigni che non sappiamo come spostare e che ci pesano addosso molto spesso fermando i nostri cammini e soffocando le nostre speranze. “Chi ci rotolerà via la pietra dal sepolcro?”, si domando le donne del Vangelo. Ma quando arrivarono lì, quella pietra era già stata tolta da un Altro.

Bisogna, però, imparare ad arrivare fin lì, a non fermarsi prima, a non cedere alla tentazione di non crederci più. Tutta la nostra vita è un lungo e intenso sabato santo in attesa del giorno senza più tramonto.

Santa Bernardetta Soubirous prega per noi – 16 aprile

Si chiamava Maria Bernarda, ed era nata a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d’un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.

La mattina dell’11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c’era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furon mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d’acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.

Antonietta e l’amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell’acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d’asma, portava le calze. Pregò l’amica di prenderla sulle spalle, ma l’amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.

Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d’una nube d’oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.

Istintivamente, la bambina s’inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l’Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s’univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri.

Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d’oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L’apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. « vestita di bianco – diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi ».

Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: « Io sono l’Immacolata Concezione ». « Questa risposta non ha significato », dissero coloro che ebbero il compito d’interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva:

« Ha detto così ».

Né mai si smentì o si contraddisse.

Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l’udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo.

Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. « Son venuta qui per nascondermi », disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall’asma, respirava a fatica. « Tu soffri molto », le dicevano le consorelle.« Bisogna che sia così », rispondeva la giovane suora.

Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.

Nome: Santa Bernardetta Soubirous
Titolo: Vergine
Nascita: 7 gennaio 1844
Morte: 16 aprile 1879
Ricorrenza: 16aprile
Tipologia: Commemorazione
Protettrice: degli ammalati