San Simeone di Siracusa – 1 giugno

Una Vita di Simeone giunta fino a noi fu scritta subito dopo la sua morte dall’amico Eberwino, abate di Tholey e di S. Martino a Treviri, dietro richiesta dell’arcivescovo Poppone di Treviri; in questo modo siamo ben informati sulle circostanze avventurose della vicenda del nostro santo. Nato a Siracusa da padre greco, all’età di sette anni fu condotto a Costantinopoli per essere educato. Fattosi adulto decise di abbracciare la vita eremitica: recatosi in pellegrinaggio in Terra Santa vi si stabilì. Condusse vita solitaria nei pressi del fiume Giordano e in seguito entrò in un monastero vicino al Monte Sinai. Con il permesso dell’abate trascorse due anni in solitudine in una grotta vicina al Mar Rosso e qualche tempo in un eremo sulla sommità del Sinai. Ritornato al monastero gli fu assegnata una missione che cambiò il corso della sua vita: con un altro monaco fu incaricato di andare in Normandia per riscuotere un tributo dal duca Riccardo II (la comunità aveva urgente bisogno della somma).

I due monaci partirono, ma la loro imbarcazione fu catturata dai pirati che uccisero l’equipaggio e i passeggeri. Simeone si salvò lanciandosi dalla nave c nuotando fino a riva. Raggiunse a piedi Antiochia, dove incontrò Riccardo, abate di Verdun, ed Eberwino, abate di S. Martino, che stavano tornando in Francia, dopo essere stati pellegrini in Palestina. 1 tre divennero amici e si accordarono per proseguire insieme, ma a Belgrado si dovettero separare: ai pellegrini francesi fu permesso di continuare mentre Simeone e il monaco Cosma, che si era unito al gruppo, furono arrestati. Una volta liberati dovettero affrontare un lungo e periglioso viaggio attraverso il terreno montuoso dell’attuale Bosnia, affrontando briganti e altre difficoltà prima di raggiungere la costa e imbarcarsi per l’Italia.

Alla fine giunsero a Roma donde in fretta intrapresero il cammino per il sud della Francia. Là Cosma morì. Attraversata la Francia Simeone giunse in Normandia e apprese che il duca Riccardo II era morto e i suoi figli Riccardo ITT (1026-1027) e Roberto I (1027-1035), padre di Guglielmo il Conquistatore, si rifiutavano di pagare il tributo.

Simeone aveva percorso quasi tremila chilometri per portare a termine la sua missione ed erano trascorsi diversi anni da quando aveva lasciato il Sinai. Andò a consultare i suoi amici Riccardo, abate di Verdun, ed Eberwino, abate di Trevíri.

A Treviri fu presentato all’arcivescovo Poppone, che stava per intraprendere un pellegrinaggio in Palestina, e questi gli chiese di fargli da guida. Così, questa volta in compagnia e ben protetto, tornò in Terra Santa. Non sapeva se ritornare o no al suo monastero ma quando Poppone rientrò a Treviri andò con lui.

Là trovò quella solitudine che desiderava dopo anni di viaggi. Gli fu permesso di vivere da eremita in una torre della città vicino alla Porta Nigra, e lo stesso arcivescovo presiedette la cerimonia della sua reclusione.

Trascorse il resto della vita in penitenza, preghiera e contemplazione. Non furono però anni senza prove: non mancarono le tentazioni e a volte subì gli attacchi della popolazione locale.

Una volta fu assalito da gente inferocita che scagliava contro di lui pietre e altri oggetti accusandolo di praticare la magia nera. Con l’andar del tempo però venne ritenuto un santo.

Quando egli morì l’abate Eberwino gli chiuse gli occhi e l’intera popolazione del luogo partecipò ai suoi funerali. Porta Nigra da allora divenne la porta di S. Simeone.

L’arcivescovo Poppone scrisse la sua biografia e promosse la sua causa a Roma; fu canonizzato nel 1042, solo sette anni dopo la morte.

Generalmente si considera quella di S. Ulrico, vescovo di Augusta (4 lug.), la prima canonizzazione in forma solenne, celebrata da papa Giovanni XV; quella di Simeone è la seconda e fu presieduta da papa Benedetto IX.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Treviri in Lorena, oggi in Germania, san Simeone, che, nato a Siracusa da padre greco, dopo aver condotto vita eremitica presso Betlemme e sul monte Sinai e avere a lungo peregrinato, morì infine recluso nella torre della Porta Nigra in questa città.

Nome: San Simeone di Siracusa
Titolo: Eremita
Nascita: X secolo , Siracusa
Morte: 1 giugno 1035, Treviri , Germania
Ricorrenza: 1 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione

Don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo – 1 Giugno 2022

Vangelo Gv 17, 11-19

“Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. (…) Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo”.

Gesù ha piena consapevolezza che noi giochiamo nella storia come protagonisti e non come pedine. Con l’incarnazione Egli è sceso in campo, ma dopo gli eventi della passione, morte e resurrezione, Egli esce di nuovo dal campo dello spazio e del tempo, e lascia noi come Suo prolungamento nella storia. E proprio perché siamo ancora nel cuore della partita, abbiamo bisogno di essere custoditi. E che cos’è che ci custodisce? Essere una cosa sola, così come Lui è una cosa sola con il Padre.

È questo il motivo per cui ci rivolgiamo al male chiamandolo diavolo. La parola diavolo significa “colui che divide”. È da divisi che noi siamo deboli e perdenti. In questo senso l’opera del male è sempre quella di darci motivi per dividerci, per contrapporci, per metterci uno contro l’altro. Ciò che ci salva è ritrovare un’unità. Una famiglia unita è una famiglia più forte. Una famiglia divisa genera solo altri problemi. Due amici uniti sono due amici forti, due amici divisi sono solo due potenziali nemici.

Una Chiesa unita è una Chiesa forte, una Chiesa divisa è la più grande cattiva testimonianza che possiamo dare al mondo. Ma ci verrebbe da dire che forse dobbiamo trovare un modo per fuggire dalla storia, per trovare un posto dove nasconderci in attesa che tutto finisca, ma anche questa è una tentazione. Un cristiano non si mette mai fuori dalla partita. È Gesù che ce lo chiede:

“Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno”.

Il Signore non ci tira fuori dalle dinamiche della storia, ci dà solo la possibilità di attraversarla da consacrati nella verità. E ciò significa che siamo chiamati a stare nella storia mostrando una logica completamente diversa. Capire in che cosa consiste questa “diversità” cristiana e imparare a viverla con umiltà senza vigliaccheria o fanatismo, è l’impegno vero di oggi.

San Giustino prega per noi – 1 giugno

Giustino nacque a Sichem, in Samaria, nel II secolo dopo Cristo, ma era probabilmente di origine romana. Giovane quieto, aveva cercato attraverso lo studio della filosofia la verità e con essa la felicità, senza peraltro raggiungerla. Si ritirò allora nel deserto, dove incontrò un vecchio saggio al quale confidò i suoi tormenti. “Leggi i profeti, leggi il Vangelo – gli suggerì il vecchio – e troverai quello che cerchi”.

Giustino li lesse e la grazia di Dio gli illuminò la mente e gli riscaldò il cuore. Giustino non rinnegò per questo la filosofia, anzi trasse da essa motivi per dimostrare la ragionevolezza de cristianesimo: lo fece scrivendo una celebre Apologia e sostenendo accesi dibattiti con i più filosofi del tempo. L’eco della sua attività giunse all’orecchio del prefetto di Roma, impegnato in una dura persecuzione contro i cristiani. Così Giustiniano venne processato. “Ho studiato tutte le scienze, ma solo nella dottrina dei cristiani religiosamente seguiti ho trovato la verità” rispose al prefetto che lo interrogava. E poiché non si scostò di un passo dalla professione di fede pronunciata, venne condannato a morte. Fu decapitato, dopo aver subito il tormento e l’ingiuria della flagellazione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Giustino, martire, che, filosofo, seguì rettamente la vera Sapienza conosciuta nella verità di Cristo: la professò con la sua condotta di vita e quanto professato fece oggetto di insegnamento, lo difese nei suoi scritti e testimoniò con la morte avvenuta a Roma sotto l’imperatore Marco Aurelio Antonino. Infatti, dopo aver presentato all’imperatore la sua Apologia in difesa della religione cristiana, fu consegnato al prefetto Rustico e, dichiaratosi cristiano, fu condannato a morte.

Nome: San Giustino
Titolo: Martire
Nascita: II secolo, Sichem
Morte: II secolo, Roma
Ricorrenza: 1 giugno
Tipologia: Commemorazione
Patrono di: San Giustino, Valentano, Ponzone, Rocca Sinibalda
Protettore: filosofi