Nel mese di ottobre, quando l’aria si fa più fredda e le ombre più lunghe, anche la festa di Halloween si fa sentire. Maschere, dolcetti, giochi, feste: molti la vivono come una serata innocente, un divertimento popolare. Ma se siamo cristiani, figli di Cristo, la domanda ci interpella: È compatibile con la nostra fede cattolica? Alla luce del Magistero della Chiesa, dei mistici e di testimonianze di esorcisti, la risposta richiede attenzione, conversione e verità.
Origini ed Evoluzione: una festa tra luci e tenebre
La parola “Halloween” deriva da All Hallow’s Eve, cioè la vigilia della solennità di Tutti i Santi, festa cattolica che ricorre il 1° novembre. Le origini storiche si intrecciano con tradizioni celtiche, pagane, riti della vigilia dei morti, usanze popolari. Ma ciò che importa, per la fede, è guardare a come oggi questo giorno viene vissuto: spesso come celebrazione del macabro, dell’occulto, del gioco con la paura, della sensualizzazione della morte, delle maschere e del travestimento in chiave spettrale.
Per esempio, l’esorcista Gabriele Amorth ha detto che «festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo» e che «la festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco». Un altro esorcista ha dichiarato che alla vigilia di Ognissanti vi è una «seconda tentazione: non credere al diavolo; ma il demonio esiste».
Il Magistero della Chiesa parla forte
La Chiesa cattolica, nel suo Catechismo, ci avverte riguardo a certe pratiche che facilmente si nascondono dietro “giochi” o “tradizioni innocenti”. Per esempio:
«Tutte le forme di divinazione devono essere rifiutate: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che presumono “svelare” il futuro» (CCC 2116).
«Tutte le pratiche di magia o stregoneria… anche se fosse per motivi terapeutici, sono gravemente contrarie alla virtù di religione… Lo spiritismo spesso implica divinazione o pratiche magiche; la Chiesa per parte sua avverte i fedeli.» (CCC 2117)
In questo senso, una festa “che aiuta” a giocare con l’occulto, con i mostri, con le tenebre, con la morte, rischia di entrare in una zona di compromesso con il sogno del maligno, e quindi non può essere considerata neutra. Il Catechismo non condanna la gioia, il divertimento, ma ci mette in guardia dal rapporto morboso o complice con il male.
Perché ci riguarda, come cristiani?
Identità battesimale: Siamo stati risorti con Cristo, siamo “luce del mondo” (Mt 5,14). E una festa centrata su tenebre, morte, sortilegi, ci chiama a verificare se riflettiamo questa luce o l’oscurità. Dimensione missionaria: Non basta evitare ciò che è in contrasto con Dio, ma essere testimoni del Vangelo. Se Halloween prende piede come festa dominante, noi siamo chiamati a trasformarlo in occasione di annuncio, di misericordia, di memoria dei santi, di preghiera per i defunti. Discernimento: Non possiamo accettare tutto “perché è tradizione” o “perché è divertente”. Il precetto dell’amare Dio e non avere altri dèi è collegato anche alla dimensione delle pratiche culturali: «Idolatria, superstizione, divinazione» sono menzionate come deviazioni gravi della religione.
Come possiamo vivere responsabilmente questo periodo
Trasforma la vigilia del 31 ottobre in un momento di veglia-preghiera , di comunità, di ricordo dei santi, di preghiera per i poveri e per i defunti. Evita maschere e travestimenti che glorificano morte, occulto, spiriti vendicativi o pratiche da “spaesamento” culturale. Educa i bambini e i giovani: spiega perché la Chiesa celebra Tutti i Santi e la Commemorazione dei Defunti. Usa questo tempo come opportunità di annuncio: parla con amici/non credenti del fine della vita, della speranza cristiana, della vittoria di Cristo sulla morte. Resta ancorato alla liturgia, ai sacramenti, alla preghiera: la grazia di Cristo è più potente di ogni costume o festa che gioca con le ombre.
Un invito finale al gruppo “Io Resto con Gesù”
Cari fratelli e sorelle, in questo tempo il nostro impegno è duplice: evitare ciò che può allontanarci da Dio, e abbracciare con slancio ciò che ci rende testimoni della sua luce. Non lasciamo che le tenebre ci distraggano o ci coinvolgano. Offriamo piuttosto la nostra vita, la nostra casa, la nostra parrocchia, come fari di speranza.
Che la nostra comunità diventi un piccolo rifugio in cui, nella vigilia del 1° novembre, si celebri non la paura, ma la vittoria della Vita; non il travestimento che nasconde, ma la verità che libera; non l’occulto che sottomette, ma la croce di Cristo che redime.
E come disse padre Gabriele Amorth: «La festa di Halloween è una trappola del demonio» — ma noi, in Cristo, possiamo smascherarla e rispondere con la Lettera di Cristo: «Il nemico non ha potere su di voi» (cfr. 1 Gv 4,4).
Unitevi dunque: prepariamo un momento di preghiera, un rosario, una cena semplice in famiglia o in comunità, un gesto di carità verso chi è solo o escluso. Così trasformeremo un tempo che può essere oscuro in un tempo di luce e di vangelo vivido.
Con affetto e fiducia in Gesù e Maria.

